venerdì 29 giugno 2012

Spadolini Risponde a Cicchitto

Presente no l'Onorevole Cicchitto che ha minacciato il Governo di farlo cadere se non li lascia andare in ferie?
Beh, su La Stampa ripescano una lettera di Giovanni Spadolini, exleader del PRI, e primo Presidente del Consiglio non democristiano dell'Italia repubblicana.
"Abbiamo il coraggio di affermare che Ferragosto non costituisce affatto una scadenza. Il Parlamento è sovrano in tutto, anche nel decidere o non decidere le proprie ferie, nel commisurarle alle effettive esigenze di un lavoro legislativo sempre più pressante e impegnativo. (…)
Occorre uscire da questa atmosfera di incertezza e quasi di suspense. La prospettiva d imaratone domenicali, per chiudere comunque entro il 10 o il 12 agosto, non costituisce né una prova di serietà, né una prova di responsabilità. I decreti che attendono l’esame delle Camere sono grossi e impegnativi, investono materie che interessano le tasche di tutti i cittadini, seguono a ripensamenti e ondeggiamenti che hanno accentuato la sfiducia dell’opinione pubblica, si allargano a temi (…) che prefigurano grandi e decisive riforme della vita nazionale. Com’è possibile esaminarli incommissione e poi vararli in aula, a livello di entrambi ì rami del Parlamento, nel giro di poco più di una settimana? O meglio com’è possibile farlo senza che il Paese avverta un senso di improvvisazione e di fretta nei propri legislatori, aggravi il giudizio, già negativo e spesso ingiustamente negativo, sul funzionamento o sulla competenza delle assemblee parlamentari?
Siamo in un periodo di riaffioranti, e inquietanti, fermenti anti-parlamentari, anti- democratici. Assistiamo ad una contestazionedel regime, anche da sponde interne al regime stesso. Avvertiamo in giro un’insofferenzachecresce, unastanchezzachepreoccupa. I vertici fra i partiti accendono illusioni e speranze, che vengono regolarmente smentite o tradite.
Un anno fa, di questi giorni, il centro-sinistra si ricostituiva, col quarto governo Rumor, in un clima di euforia e di fiducia. I cittadini erano disposti a tutti i sacrifici, pur di rimettere in sesto il bilancio dello Stato, di riattivare la macchina, semi-inceppata e semiparalizzata, della nostra economia. Delle speranze di allora non rimangono che frantumi; dell’euforia di quei mesi si è spento perfino il ricordo.
Su questa estate della vita italiana grava un senso dì insicurezza, quasi di pericolo. Sia il Parlamento il primo ad offrire un esempio di serietà e di rigore, anche in tema di calendari di lavoro. Le prossime settimane siano considerate normali, come quelle di un qualsiasi altro mese, di un mese senza Ferragosto e senza bagnature."

Capito Cicchitto cos'è l'antipolitica? Non Grillo, non i NOTAV, siete VOI l'antipolitica, sono affermazioni come queste che ci fanno vergognare davanti al resto del mondo civile.

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giovedì 28 giugno 2012

Non Venite adesso a farmi la Ramanzina Stalinista


Ma è chiaro che il lavoro non è un diritto nel senso formale del termine. Se no staremmo in un regime tipo sovietico o rumeno, dove lo Stato alloca a sua discrezione i lavoratori nei posti vuoti, in barba alla libertà ed alle attitudini delle persone.
Nel mio articolo precedente sulle parole del Ministro Fornero (qui), sottolineavo solo lo spergiuro di un funzionario pubblico sulla Costituzione. Ma neanche la Carta presumo voglia intendere un modello di Welfare a firma Stalin o Ceausescu; per come la intendo io, quel 'diritto' è una 'libertà', che sottende anche a tutta una serie di garanzie e tutele per chi la esercita.

Di quelle parole, mi ha colpito molto di più la seconda parte, "(il lavoro) va guadagnato, anche con il sacrificio". Non credo si riferisse allo studio con 'sacrificio', e neanche ad altre espressioni più o meno legittime.
Ecco, è una sottile differenza lessicale secondo me: è giusto "sacrificarsi per il proprio lavoro" (penso a straordinari, surplus di lavoro, competenze specifiche...) ma questo implica averne già uno, non che ci si debba immolare per avere uno straccio di posto.
Invece spopolano in rete offerte di lavoro non pagato (o che truffaldinamente impongono abbonamenti o quote associative, ndr), è questo che intendeva con "sacrificio", Ministro Fornero?

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Disumanizzare il Lavoro, vedi alla voce Fornero

Nel testo della Riforma Fornero si nasconde anche un codicillo molto importante, che cancella un principio di solidarietà nei confronti del lavoratore che la legge 40 aveva introdotto.
Con l'alba dei contratti flessibili, vengono distinte le figure di committente ed appaltatore del lavoro. Il committente è colui che necessita dell'opera del lavoratore, ad esempio per una ricerca di mercato, mentre l'appaltatore è chi di quella manodopera si serve materialmente, ad esempio un call center.
Il meccanismo di responsabilità solidale tra queste due parti metteva in sicurezza il lavoratore, che, qualora non venisse correttamente retribuito dall'appaltatore, effettivo datore di lavoro, poteva rivalersi sul committente.
Con il comma 31 dell'articolo 4 della riforma, si stravolge questa garanzia, perchè ora il lavoratore potrà chiedere il pagamento delle retribuzioni e/o contributi non pagati al committente solo dopo aver proceduto esecutivamente nei confronti dell’appaltatore datore di lavoro. Ovvero dopo aver intentato causa e pignorato il suo patrimonio.

Per quei precari che cerceranno di far valere i loro diritti nei confronti di aziende dove sono stati allocati da agenzie interinali insolventi o disoneste, si disegna un percorso lungo e difficile, almeno un anno, tempo medio per la giustizia nel mondo delle imprese.
Questa modifica, inoltre, fa cadere anche il rapporto di intesa, collaborazione e controllo reciproco che doveva legare committente ed appaltatore, in quanto era interesse di entrambi che ognuno svolgesse correttamente il proprio ruolo.

Sono queste le parti peggiori della Riforma, quelle che disumanizzano il mondo del lavoro, interrompendo rapporti di fiducia e facendo cadere le guarentigie che Biagi aveva previsto per renderlo più flessibile e moderno a tutela dei lavoratori.

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mercoledì 27 giugno 2012

Cosa devo Spergiurare?

Tutti la chiamano gaffe, ma per me è un insulto bello e buono. Alla Repubblica, alla Costituzione.

"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione" questo il testo del giuramento con cui il Governo ha prestato giuramento al suo insediamento.
Compreso il Ministro del Welfare Elsa Fornero, che, in un'intervista al Wall Street Journal se n'è uscita con una frase imbarazzante: "Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio."
Un pensiero legittimo, ci mancherebbe, ma che fa a pugni con il giuramento da Ministro della Repubblica Italiana prestato il 16 novembre 2011.
La Costituzione, cara Elsa, all'articolo 4, recita così: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".
E dire che era il Ministro Ricciardi ad aver sbagliato la formula (aveva saltato la parola "esclusivamente", ndr).

Dopo la svista che ha causato il dramma degli esodati, ora pure questa.
Dovrebbe essere calendarizzata per l'inizio di luglio la mozione di sfiducia contro il Ministro. Che a questo punto, comprovata la superficialità e la quasi assente lungimiranza con cui assolve il suo compito, spero passi.

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Era l'immagine Giusta

A Rovereto è scoppiata un'accesa discussione tra gli operatori della Rai ed i terremotati in occasione della visita del Papa in quelle zone. Dovevano spostarsi, gli sfollati, e togliere di mezzo le tende, perchè non comparissero nelle inquadrature col pontefice. E' dovuta intervenire la Digos, a calmare gli animi, e probabilmente alla fine le telecamere Rai hanno catturato altre scene senza la 'vergognosissima' e 'indecorosa' veduta delle tendopoli.
"Noi il Papa non lo vogliamo" sarebbe stata la risposta dei residenti alle autorità che gli intimivano di spostarsi.

Che schifo.
Non è un problema di televisione o di decoro, figuriamoci, ma proprio di arroganza e supponenza, per un atteggiamento tanto autoritario quanto superficiale, quello della troupe e forse anche del clero presente.
Era invece l'immagine giusta, quella del Papa tra le tende e gli sfollati, e che magari offrisse loro anche sostegno materiale (ospitalità, viveri, beni di prima necessità...). E invece no, anzi, non facciamoli neanche vedere, sia mai che oscurino la sua santissima immagine di misercordia e solidarietà cristiana.

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martedì 26 giugno 2012

Oche Salve!

Buone notizie per tutti gli animalisti che da anni si oppongono alle torture a cui sono sottoposte le oche per la produzione del fois gras: la California è il primo stato degli USA ad aver messo al bando il fegato del volatile dalle sue fattorie e dalle sue tavole.
Una battaglia molto importante che agita da parecchio le associazioni, che anch'io condivido, come quelle contro l'allevamento in batteria delle galline (una direttiva europea l'ha già vietato, e per questo siamo oggetto dell'ennesima multa ue per inadempienza, ne parlo qui) e dei circhi in cui vengono sfruttati gli animali (che l'Emilia Romagna ha già messo al bando, qui, così come la Gran Bretagna, qui).

In Belgio, tramite l'associazione Gaia, stanno tentando di replicare il divieto in Europa, con lo slogan “Fois Gras. Food for sadist”, ed una forte campagna pubblicitaria con le immagini delle oche sotto tortura. L’obiettivo è di sensibilizzare i cittadini ed ottenerne il divieto di produzione e consumo, proprio come in California.

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L'Ultimo Governo?

Nel prossimo vertice europeo, del 27 e 28 giugno, potrebbe trovare spazio la bozza per l'istituzione di un superministero delle finanze unico che avrebbe il potere anche di mettere mano alle decisioni economiche ed alle finanziarie dei singoli paesi.
Cosa ne penso io? Per ora, tutto il male possibile.
E non per la storiella della sovranità nazionale come un legaiolo qualsiasi, ma perchè credo l'Europa un territorio talmente vasto ed eterogeneo da essere difficilmente controllabile nella sua interezza; mettiamoci poi differenze ordinamentali e culturali incolmabili, ed avremo la tempesta perfetta.

Se un superministro europeo dovrà dettarci la linea su tasse e debito pubblico, praticamente rischiamo l'immobilismo, con un Governo nazionale marionetta (altro che Monti) che dovrà limitarsi a ratificare le decisioni calate dall'alto, impossibilitato a spendere od investire autonomamente.
Se vogliamo davvero riformare in maniera efficiente la struttura della comunità Ue, occorrerebbe rivedere il sistema elettorale europeo, cambiarne le modalità d'interazione con i governi nazionali, unificare prima che i sistemi bancari quelli sociali, ammettendo pari diritti e pari servizi.
Ma, come dicevo, questi sono divari storici insanabili.

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lunedì 25 giugno 2012

Chi Far Pagare?

Ripesco dal mio passato uno spunto di discussione venuto fuori qualche anno fa, seduto al tavolo di un fast food con un amico.
"Se lo Stato ha bisogno di soldi" la sua premessa "allora colpisci gli stupidi".
"Si inventano nuove lotterie, nuovi giochi, così li attiri e loro si autotassano" non c'era la scintillio della cupidigia nei suoi occhi, non vorrei dipingervelo come uno di quegli avidi signorotti che si leccano le labbra con le dita adunche, e non è neanche un funzionario dei monopoli ludici, a scanso di equivoci. Un libero pensatore, come me, appassionato di politica con cui spesso condivido teorie, voli pindarici e battute.
"Però" ho eccepito io, che ho un po' la fissa dell'istruzione "così fai pagare gli stupidi, ma rischi di far pagare anche chi proprio è ignorante, e non è culturalmente preparato ad un'offensiva pubblicitaria e fiscale di questo genere".
"Beh, è vero" ha ammesso "poi una parte dei ricavi lo destini a programmi di prevenzione e recupero per i ludopatici".
E su questo, siamo d'accordo, ma il punto di partenza non è la ludopatia (di cui parlo qui), ma da dove prendere i soldi che servono (attenzione, nessuno vuole associare la ludopatia alla stupidità, è solo il discorso in generale, nd).

Io dico di far pagare, invece, chi sbaglia.
Se lo Stato ha bisogno di soldi, per riprendere la premessa iniziale, si aumentano le multe e le sanzioni. So che è impopolare auspicare un'aumento delle contravvenzioni stradali, ma se proprio si devono trovare soldi, per finanziare l'istruzione pubblica, la sanità pubblica, i sussidi di disoccupazione, la protezione civile o l'opera delle forze dell'ordine, meglio che a pagare sia chi infrange le regole o chi non ha potuto/voluto ricevere un valido sostegno culturale?
Ovvio che non ci sono solo le multe, sarebbero da ridimensionare anche (e soprattutto) i reati che colpiscono la collettività: l'evasione fiscale, il lavoro nero, la corruzione, la frode, la falsificazione e lo sfruttamento, per esempio.

Poi io sono il primo a dire che la repressione non è necessariamente la strada maestra per la correzione. Infatti qui non si parla necessariamente di correzione, qui si parla di un bisogno economico straordinario, anche temporaneo, se volete.

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venerdì 22 giugno 2012

Questa è Peggio

Ecco, a me, che sia un professore di storia e filosofia a dire che "l'omosessualità è contro natura", dà molto più fastidio delle cassanate riguardo ai gay in Nazionale (ne parlo qui).
Dall'Arcigay di Ravenna mi hanno accusato di voler giustificare Cassano per quelle parole (puntualizzo che, a parte il "froci", non ha offeso nessuno, ha solo espresso una sua, infelice, superficiale ed inutile, idea, ndr), ma la mia è semplice compassione, compatimento per un ragazzo, diciamo, 'impreparato' su certi argomenti, e la cui opinione in merito non è neanche degna di nota. E' il polverone alzato in seguito a qull'episodio che era esagerato.

Il 30 giugno Cagliari vedrà il suo primo Gay Pride. E mi indigna che stavolta sia un uomo di cultura, Insegnante presso il Liceo Brotzu, come il dott. Macaluso a lanciare i suoi anatemi con una lettera inviata al quotidiano Unione Sarda. Primo perchè insegnante, per cui abituato al tatto ed alla comprensione, secondo perchè di storia e filosofia, per cui con un patrimonio culturale molto importante, frutto di menti come Aristotele e Plutarco, personaggi quantomeno problematici per la sua visione delle cose.
Accampando la solita scusante della "libertà di pensiero", Macaluso sottolinea con 'evidenza' come il rapporto omosessuale (presumo si riferisca all'atto sessuale) sia contro natura, perchè inabile alla procreazione. Per cui anche l'amare un uomo o una donna sterili è contro natura, ed usare il preservativo rende contro natura un gesto tanto spontaneo quanto emotivo.
Conclude paragonando l'omosessualità, una normale caratteristica comportamentale ed emotiva, al daltonismo, che invece è un difetto di percezione dei colori. Se l'essere gay è una malattia, allora la soluzione è questa.

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La Natura si Difende

Ci hanno raccontato che con gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati, ndr) avremmo sconfitto la fame nel mondo, i problemi dei cambiamenti climatici, più risorse per tutti, basta siccità, basta parassiti. Il problema sappiamo che non è tanto di quantità delle risorse, ma di come esse vengono amministrate, ma va beh.
Ed invece, anche la Natura si attrezza per rispondere efficaciemente alle nuove coltivazioni.

La notizia emerge da uno studio del dipartimento di entomologia dello University of Arizona College of Agriculture and Life Sciences, e fa l'esempio dell'eliotide del cotone, uno dei parassiti che stanno mutando e sviluppando un'enorme resistenza.
Dal 1996, con la bioingegneria si è fatto sì che le piante di cotone e mais producessero da solo una particolare ecotossina, la BT, innocua per l'uomo ma letale per gli insetti nocivi.
Gli osservatori hanno documentato una resstenza dei parassiti tre volte superiore nei campi della Cina del Nord, dove si utilizza maggiormente il cotone OGM, e le mutazioni appaiono più complesse di quelle sviluppate e testate in laboratorio.
Modificando geneticamente le piante, si è ottenuto come risultato quello di far evolvere parassiti più forti e resistenti, rendendo inutile la loro lotta con gli antiparassitari naturali a base di tossine BT. Ora serviranno cure chimiche intensive ancora più potenti del passato per contrastare i nuovi parassiti OGM, e la ricomincerà. Proprio un bel lavoro, complimenti.

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giovedì 21 giugno 2012

Possono Sparire da un Momento all'Altro

La Consulta ha rigettato il ricorso alla legge 194, ribadendo l'indipendenza della madre in questa decisione, anche se minorenne, e non riconoscendo la personalità giuridica dell'embrione. E meno male.
 Ma non crediate la battaglia sia finita, perchè in Parlamento attendono trepidanti l'esame ben 6 diversi disegni di legge che puntano a restringere l'azione della legge:
 Ddl Farina (PdL), 4095/2011: un progetto liberticida che intende vietare l'interruzione di gravidanza per i casi di anomalie o malformazioni "correggibili";
Ddl Buttiglione (UDC) ed altri, 3639/2010: lascia aperto il termine ultimo per l'interruzione volontaria di gravidanza, partendo da 20 settimane, esso è poi ulteriormente riducibile dal Ministero della Salute secondo i progressi della scienza (simile il Ddl Berbieri (PdL), 485/2008);
Ddl D'Alia (UDC-SVP-Aut) ed altri, 736/2008: propone l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta (e ti pareva non spuntasse fuori anche un'altra commissione!) sull'applicazione della legge, con il compito di accertare che Stato, enti locali e consultori facciano attività di prevenzione dell'aborto volontario (simile il Ddl Volontè (UDC), 366/2008);
Ddl Volontè (UDC), 365/2008: 516 euro mensili per un anno per le donne che rinunciano all'aborto 'dal concepimento fino al ricovero del minore in un istituto di assistenza, ovvero alla sua adozione o affidamento'.

Tutto questo per dirvi che non esistono diritti acquisiti ed imprescindibili, qualcuno che tenterà di imporci il suo credo, cattolico, comunista o vegetariano, ed oscurare la nostra libertà, ci sarà sempre.
In questo ragionamento, faccio rientrare anche coloro (medici, farmacisti, etc) che praticano l'obiezione di coscienza; un diritto che, con la scusa di tutelare la libertà dell'obiettore, mina quella del paziente (ne parlo qui).
non crediate che, avendo la fortuna di vivere in un'epoca socialmente evoluta, non sia possibile tornare indietro seguendo le pulsioni reazionarie della politica.

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martedì 19 giugno 2012

Si Potrebbe anche Pensare di Correggerlo

Torniamo a parlare della legge elettorale, una delle leggi fondamentali nella costruzione di una democrazia rappresentativa evoluta e funzionante.
Ora come sappiamo è in vigore il Porcellum, ossia la legge per cui alla Camera viene assegnato un premio di maggioranza del 55% dei seggi alla coalizione vincitrice e con uno sbarramento del 4%, mentre per il Senato valgono più o meno le stesse regole ma su base regionale.
Una buona legge elettorale deve saper unire rappresentatività, ossia rispecchiare il più possibile le diverse forme di pensiero esistenti nell'elettorato, e la governabilità, ossia la possibilità delle istituzioni di lavoro in modo certo, autonomo e profiquo. E questo rappresenta il primo scoglio, perchè una legge puramente proporzionale (come anch'io caldeggio), corre il rischio di dar vita ad un Parlamento traballante, e se poi ci aggiungiamo un clima da tifoseria come quello respirato per quasi vent'anni qui in Italia, la situazione si fa molto incerta.
Da questo punto di vista, il Porcellum ha quasi tolto di mezzo il problema, dando più della metà dei seggi ai vincitori che, in linea di massima, la pensano tutti allo stesso modo. Così facendo, però, ha strozzato il confronto ed il dibattito tra maggioranza ed opposizione, che nonostante sia minoranza, rappresenta buona parte del paese, anche più della metà.

Veniamo alla mia idea, perchè se una Camera siffatta è secondo me antidemocratica, si può cercare di correggere il Porcellum garantendo la pluralità di altri spazi di dibattito, ossia le Commissioni.
La Costituzione, all'articolo 72 comma 3, prevede che la composizione delle Commissioni Parlamentari rispecchi le proporzioni dei Gruppi Parlamentari presenti nell'Aula; se però si renderessero proporzionalmente rappresentative del voto popolare, si avrebbe, nell'iter legislativo di un provvedimento, un momento di reale confronto come espresso dai cittadini nelle urne.

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Col Decreto Sviluppo, decidono Loro

Nel testo del provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa, si nasconde anche una sorpresa per le amministrazioni locali, Comuni e Regioni (le Province non sono neanche menzionate, a riprova di quanto servono, ndr).
Il tema è quello spinoso delle trivellazioni e dell'estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, sia su terra che in mare.
Se viene portata a 12 miglia la distanza dalla costa per le estrazioni marine (correggendo la beffa post-marea nera dell'ex-Ministro Prestigiacomo, qui), il capogruppo dell'IDV in regione Basilicata Benedetti punta il dito sull'accentramento decisionale che il Governo fa in materia.
“Nel provvedimento" spiega "ci sono almeno tre articoli (36 37 e 38) che, con il pretesto di semplificare le procedure, di fatto conferiscono pieni poteri al Governo che può sostituirsi a Regioni e Comuni. Nella relazione che accompagna il decreto la questione è esplicitata in maniera chiarissima".
"A parere del Governo, infatti, molti procedimenti relativi alla realizzazione di infrastrutture energetiche strategiche risultano fortemente rallentati o sospesi, anche per anni, a causa di quella che è definita e che diventa l’alibi principale per un intervento centralista, dell’inerzia delle amministrazioni regionali aventi competenza concorrente nell’autorizzazione o concessione relativa alle opere da realizzare."
"Anche in presenza di espressioni favorevoli di Via e di pareri favorevoli dei Comuni interessati, in assenza di intesa regionale" si giustificano "non si possono autorizzare le realizzazioni di infrastrutture in grado di muovere investimenti rilevanti di privati".
E così il Governo diventa paladino degli interessi dei petrolieri, perchè senza l'intesa regionale, lamentano, non si possono realizzare le infrastrutture per muovere i capitali "per un ammontare di oltre 10 miliardi di euro, totalmente di capitale privato, che, ‘ove celermente autorizzati potrebbero contribuire significativamente alla crescita economica e all’occupazione, con effetti anche sulla riduzione del costo dell’energia per i consumatori domestici e per le imprese’ " così è scritto nel Decreto Sviluppo.
"Di qui la disposizione che ‘nel caso in cui l’intesa regionale, necessaria nei casi di competenza concorrente, o il diniego della stessa, non intervengano anche dopo tempi di attesa molto lunghi, e in presenza di un procedimento amministrativo già concluso con il parere delle varie amministrazioni centrali e locali coinvolte e dopo una Valutazione di Impatto Ambientale espressa in senso favorevole, si fa ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per un decisione definitiva, in modo da pervenire alla chiusura del procedimento’.

Chiaro, no? Potete anche dire di No, tanto alla fine decide comunque la Presidenza.

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lunedì 18 giugno 2012

Siamo ancora qui a Chiederci Cos'è

Tra pochi giorni la Corte Costituzionale si esprimerà sull'interpretazione e sulla legittimità dell'articolo 4 della legge 194, quella sull'aborto, da qualche anno diventata terreno di scontro tra laici e cattolici. Il tema è ancora una volta la definizione giuridica dell'embrione.
La Corte Europea ha sancito la non brevettabilità dell'embrione umano (e ci mancherebbe altro!), ma a quel punto un giudice del Tribunale di Spoleto, quello che ha sollevato la questione alla Consulta, ha espresso il dubbio per cui, forse, se non è brevettabile, è da considerare un soggetto giuridico autonomo, che vanta quindi i diritti garantiti dalla Costituzione.
L'aborto, che comporta la distruzione dell'embrione, confliggerebbe con gli articoli 2, riguardante i diritti inviolabili dell'individuo, e 32, quello che garantisce il diritto alla salute.

Ma dico, vi rendete conto? Dopo 34 anni (la legge 194 è del 1978), siamo ancora qui a fare le pulci ad una legge che era riuscita a trovare e definire un equilibrio tra le istanze liberali e quelle cattoliche (il limite è quello dei 90 giorni per accedere all'interruzione di gravidanza, salvo motivi medici).
Una legge di civiltà, che, regolamentandolo, è anche riuscita a quasi debellare la piaga dell'aborto clandestino, e di libertà, confermata anche da un referendum del 1981.

La colpa di aver riaperto il calderone sulla 194 io la do a Berlusconi, che nelle sue smania di assecondare i fervori reazionari dei cattolici, e conquistarne l'elettorato, chiese nel 2008 anche la moratoria all'Onu contro l'aborto, scavalcando i democristiani dell'UDC.
La sentenza dovrebbe arrivare il 20, e speriamo che ancora una volta la Magistratura si dimostri più avanti della Politica (com'era successo qui).

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venerdì 15 giugno 2012

Rai, l'inizio di una Svolta?

Mi ha molto sorpreso la decisione del segretario del PD riguardo alle nomine Rai, che potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova fase 'politica' per il servizio pubblico. Bersani ha scritto a 4 associazioni, 'Se non ora quando', 'Libera', 'Libertà e Giustizia', 'Comitato per la libertà e il diritto all’informazione', chiedendo loro di fare 2 nomi per il Cda Rai.
Sul sito di Libera, oltre a condividere lo stupore, annunciano che da lunedì cominceranno il confronto per giungere ad una decisione condivisa; e non solo, "con gli altri discuteremo sul ruolo e il significato che deve assumere il servizio pubblico", aggiungono.

Una decisione secondo me molto importante, che segna l'apertura della stanza dei bottoni, su un tema così delicato come quello dell'informazione, anche a quella parte di società civile che in nome di quei valori e ideali persegue importanti battaglie sociali.
Si può obiettare che queste associazioni ruotano tutte nell'area della sinistra, ma è anche vero che non di rado hanno tenuto un atteggiamento molto critico nei confronti del PD (e visto come si è comportato stavolta, sorvolo anche su banali ma istintive frecciatine sulla sinistrosità del Partito Democratico, ndr).
E' chiaro che le associazioni sul territorio sono migliaia ed è impossibile pensare di coinvolgerle tutte, e difatti sono già insorti i cattolici dell'AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio Tele-teatro-cinespettatori) e del Forum delle Famiglie, risentiti per l'esclusione. Ma considerando che consultare le associazioni non era richiesto e neanche atteso, risponderei "chi se ne frega" a entrambe.

Complimenti a Bersani, e tutti i miei auguri a Zagrebelsky e Freccero, dati per favoriti.

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Diciamolo, però, anche Voi ci Mettete del Vostro

Quella dell'evasione fiscale è una piaga sociale che influisce non poco sull'andamento della crisi, e la Politica a volte sembra addirittura corteggiarla, quando non pone rimedio a certe assurdità. Richiedere fattura o scontrino è moralmente importante, lo sappiamo, ma se oltre ad un obbligo morale e civile fosse anche rimasto un dovere legale, sicuramente molti clienti sarebbero più incentivati a farlo.
Tutto comincia dal concordato fiscale del 2003 (dl n°269), che aveva eliminato per un biennio l'obbligo di emettere la ricevuta per chi vi aderiva.
Scaduto il periodo, dal 2005 quindi, si è ripristinato per l'esercente l'obbligo di rilascio, ma non quello per il cliente di conservarlo e mostrarlo su richiesta. E' rimasto cioè soppresso il comma 6 dell'articolo 11 del Dlgs n. 471/1997, che prevedeva la sanzione a carico del cliente che, su "richiesta degli organi di controllo dell'amministrazione finanziaria nell'esercizio commerciale o nelle sue immediate vicinanze, non era in grado di esibire lo scontrino o la ricevuta fiscale".
La mancanza di un reale obbligo (e senza più il rischio di una sanzione che va da 51 a 1032 euro) per il cliente, non dico che renda la politica complice dell'evasione fiscale, ma sicuramente ci fa fare la sua buona parte.

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mercoledì 13 giugno 2012

Ce n'era un Altro che Faceva Così

"Licenzierei il Presidente dell'INPS" così il Ministro Fornero si scaglia contro l'ente di previdenza, reo di aver diffuso cifre diverse dalle sue sugli esodati. E non di poco, quasi 6 volte di più, da 65.000 a 390.000.
Eccone un'altra che si crede onnipotente, che crede di poter disporre come vuole dei poteri dello Stato, giustamente divisi e bilanciati dai principi della Democrazia. Un'altra, anche, che pensa di poter raccontare quello che vuole agli italiani, aspettandosi un popolo bue ammansito che si beve ogni frottola.

Cara Elsa, usciamo da un ventennio di prese in giro da far impallidire un comico di cabaret, di balle ammassate su balle, sventolate sempre in nome di una dilettantesca concezione di democrazia, credi veramente che non siamo, almeno un po', vaccinati?
Ben venga la mozione di sfiducia presentata dall'Italia dei Valori contro la titolare del Welfare.
Sostituitela con qualcuno, anche un politico, ma che lo sappia fare, il politico, e si renda conto delle conseguenze delle sue azioni e non creda di giocare coi soldatini.

Questi qui sono arrivati con la ricettina, la lista delle cose da fare, senza un minimo di lungimiranza, di senso politico, più che pratico, e pensano solo ad applicarla. Avete a che fare con persone umane, con vite reali, lavoratori e pensionati, non avete il senso di responsabilità necessario a ricoprire una carica del genere.

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Basta la Parola

Un putiferio è scoppiato sulle parole del calciatore Cassano riguardo all'omosessualità nel calcio. Forse anche a ragione, ma sicuramente in modo esagerato.
"Ci sono dei froci in Nazionale? Problemi loro!" una delle frasi nel mirino. Allora, prima di tutto vediamo di fare una scrematura, perchè a parlare non è un dotto linguista o un rappresentante delle istituzioni, ma un milionario semi analfabeta interrogato per sbaglio su un argomento che in Italia mette ancora troppi pruriti.
'Froci' è sicuramente un appellativo volgare ed offensivo, e 'problemi' è un termine ambiguo, ma assimilabile nel contesto a 'affari loro'.
La frase, riscritta in altri termini, per come credo l'abbia intesa Cassano, è  "Ci sono degli omosessuali in Nazionale? Sono affari loro!". Così esposta, credo sia inattaccabile, la perfetta sintesi del concetto di libertà individuale.

"Spero di NO" ha detto anche l'atleta, sempre a proposito di omosessuali nella squadra nazionale.
E anche qui, apriti cielo. Ripeto, a parlare non è il delegato ONU sui diritti civili, e non possiamo aspettarci un aplomb politico da statista.
La frase è infelice, certo, merita una presa di distanza, sono d'accordo, occorre sminuirne la portata, più che giusto, ma qui siamo ad un passo dalle manie di persecuzione.
Mi fa venire in mente quello che successe con le dichiarazioni di Lucia Annunziata (ne parlo qui), ormai basta pronunciare la parola GAY in modo sbagliato per essere bollati come il più orribile degli omofobi.

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martedì 12 giugno 2012

Come Fosse un Insulto

Stimo molto il giornalista Flores d'Arcais, e dopo gli attacchi ricevuti da Il Giornale la mia ammirazione non può che crescere. Questa volta, poi, gli appuntano anche la medaglia con la spada fiammeggiante, e ciò mi onora.
Degno di una "Sinistra Azionista", così il quotidiano bolla il suo saggio 'Democrazia! Libertà privata e libertà in rivolta', come fosse il peggiore degli insulti. Anch'io, chi mi segue lo sa, m'ispiro al pensiero azionista come fusione di socialismo e liberalismo, come fondamenta del pensiero radicale e progressista; e l'essere cacciato dal Nuovo Partito d'Azione (qui) non ha cambiato il mio modo di vedere l'azionismo, sono loro che fanno violenza alle idee della Rivoluzione Democratica e Liberale.
Nel saggio, D'Arcais elogia alcuni aspetti della Quarta Via, che personalmente vedo e traduco come la giusta responsabilizzazione sociale dei grandi proprietari di ricchezze, attraverso strumenti come l'imposta patrimoniale o il prestito forzoso.

C'è però anche una nota stonata nel suo saggio (evidenziata da Il Giornale, e non vorrei fosse frutto di un'abile manipolazione; è una citazione di Rousseau, e non so in quale contesto sia inserita): "uno dei compiti più importanti del Governo consiste nel prevenire l'estrema diseguaglianza delle fortune (...) impedendo a tutti i mezzi per accumularle".
Diciamo che per la prima parte posso essere indirettamente d'accordo, nel senso che lo Stato dovrebbe tutelare, per quel che gli compete, retribuzioni, compensi e diritti più bilanciati ed equi; però credo sbagliato invadere campi come quelli del merito e del talento, che se consentono a qualcuno di guadagnarsele, le sue ricchezze, anche se enormi, tali dovrebbero rimanere. La seconda parte mi fa inorridire invece, degna di un regime totalitario e fanatico; sarei per una riformulazione in chiave liberale e progressista, 'offrendo a tutti la possibilità di realizzarsi e, se vuole, accomularle'.
Le ricchezze, poi, tassarle, progressivamente.

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lunedì 11 giugno 2012

Pure le Idee Dobbiamo Votarvi?!

Oh, adesso che si è fatto da parte il Cavaliere, si comincia a parlare di primarie anche nel centrodestra, per decidere il candidato alla Presidenza del Consiglio alle prossime elezioni. Personalmente, se dovessi scegliere tra primarie con liste bloccate e preferenze sulla scheda elettorale, opterei per le seconde, almeno così c'è una certa proporzionalità tra i voti (preferenze) e la rappresentanza dei parlamentari eletti.
Accanto però a queste, però, sento spesso parlare di Primarie di Programma. Cioè gli elettori sarebbero chiamati anche ad indicare quali provvedimenti gli eletti dovrebbero sostenere una volta in aula.

Mi sembra una gran presa in giro: io voto sulla base di un programma ideale, un pensiero unico che dovrebbe accoumare tutti i candidati di una stessa lista. Indire delle consultazioni sul programma, significa o (1) accomunare talmente tante differenze di vedute da aver bisogno almeno di un ordine, o (2) non averne un'idea.
Se nel primo caso ci vedo bene sia PD che PdL, dove sono insieme exsocialisti, excomunisti, exdemocristiani, exliberali ed exfascisti, nel secondo ci rivedo il partito di Berlusconi, nato esclusivamente per curare i suoi scopi personali, e che ora, senza lui a dettare la linea, rischia di sciogliersi come un ghiacciolo al sole d'agosto.

Per cui, io preferisco votare per un partito più piccolo, ma con un pensiero unitario e solido, non per delle marionette (più o meno la stessa critica che muovevo contro il Movimento 5 Stelle qui).

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domenica 10 giugno 2012

Ha Imparato in Fretta

"Ho perso il sostegno dei poteri forti" ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Monti.
Anche lui? E che palle, tutti con sta scusa. La più elementare regola della politica: prendersela coi fantomatici 'poteri forti'.
Hanno imparato bene a giustificare le loro incapacità, o meglio, le loro inefficienze.
Qualcuno ipotizza sia cominciata anche per lui la campagna elettorale. Può essere, non mi sentirei di escluderlo, sia per la candidatura come Presidente del Consiglio, sia per quella di Capo dello Stato, visto che nel 2013 si libererà anche la poltrona di Napolitano, e Monti è visto come uno dei papabili per la successione.

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venerdì 8 giugno 2012

Fine di un'Esperienza


Espulso dal Nuovo Partito d'Azione. Ma non sono solo, non pensate ad una scheggia impazzita, siamo stati 11 su 14 ad abbandonare la dirigenza del partito (9 espulsi e 2 autonomamente).
Il 7 giugno si è consumato l'ultimo acceso confronto, allo scadere del termine per il quale chiedevamo al Presidente un confronto sulle nostre richieste, già votate ed approvate all'ultima Direzione Nazionale il 20 maggio scorso. Richieste le nostre che miravano ad una maggior democrazia interna, un irrobustimento delle modalità di elezione e nomina dei vertici.
Ed è così iniziato un ping pong con la Presidenza a colpi di posta elettronica per cercare di arrivare all'attuazione delle decisioni prese dalla DN. In tutta risposta, le nostre deliberazioni sono state annullate, vanificando la riunione e tutte le opinioni espressevi.

A quel punto, abbiamo, questa volta pubblicamente e platealmente, ribadito le nostre richieste. Ed è scoppiato il putiferio, culminato, appunto, con l'espulsione di 9 membri della Direzione.

Addio, NPA, non mi mancherai.

giovedì 7 giugno 2012

Tranquilli, l'Avevamo Capito

Assalto dei partiti alle authority per la privacy e per le garanzie delle telecomunicazioni.
Una vera e propria spartizione tra le formazioni della maggioranza, come denuncia il Senatore PD Ignazio Marino in una lettera al direttore de L'Espresso.
Parla di "assenza totale di trasparenza", con le indicazioni di voto date via sms o su un foglietto di carta. Ma se anche si volessero valutare le reali competenze dei candidati, non ce ne sarebbe il tempo, perchè i curricula vengono forniti in sola copia cartacea ed unica per tutti i parlamentari a pochi giorni dalla nomina.

E così si può finire anche per eleggere un dermatologo ed una laureata in lingue orientali all'AgCom, com'è in effetti successo, anche se la legge istitutiva del Garante (articolo 153 del d.lgs 196/2003) prevede espressamente competenze informatica e del diritto.

I partiti perdono così clamorosamente un'altra occasione per pulirsi la faccia di fronte ai cittadini, avvallando logiche poltronistiche e rigettando le tanto invocate 'meritocrazia' e trasparenza.
Come dice il PD sul suo sito, "La Trasparenza non è uno Slogan". Ce ne siamo accorti, tranquilli.

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martedì 5 giugno 2012

E Tutto Senza Capitali!

No, vi prego, così No.
Io rispetto ogni modo di pensare, ogni idea o opinione, anche se non la condivido. Anzi, mi ci confronto volentieri, cerco di capirla, di comprendere le ragione e le motivazioni che la muovono. Ed anche se non riesco ad afferrarne il senso, finchè non limita la mia libertà di pensiero, rispetto lei e chi la difende.
Ma così non ci siamo proprio.
Mi può stare anche bene che qualcuno sia contro il Capitalismo e contro il Denaro, anch'io sono avverso a QUESTO Capitalismo, che travolge ed asfalta diritti, differenze ed ambiente. Ma non puoi difendere così il tuo punto di vista.

"Lo sai che gli Egizi hanno costruito le piramidi senza conoscere la moneta?".
Ecco. Credo che ogni commento sia superfluo, no?

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Il Welfare fa Concorrenza

Ultimamente molte pubblicità non si giocano più sulla qualità dei prodotti o dei servizi, ma sulle politiche che adottano le imprese.
Mi viene in mente il caso Ikea, per cui ho visto crescere il consenso dopo la scelta di investire ed assumere nel nostro paese. "Sì vado all'Ikea, che ha anche scelto di lavorare di più in Italia!" mi diceva una signora che conosco appassionata di arredamenti e mobili.
In molti spot, sento poi tirare in campo i dipendenti dell'azienda, sulle scelte di welfare: "zero cocopro" o "no precari" sono espressioni in voga per radio o tv.
Un cambio di atteggiamento così verso i clienti è un ottimo segnale, perché non solo responsabilizza le aziende nei confronti del pubblico, ma sensibilizza anche quest'ultimo verso il problema umano/politico del precariato.

Ora arriva anche Polaris, che nel nord-est, per il mese di marzo, propone sconti sulla base degli scontrini presentati. Poi che si tratti di una catena che difficilmente potrà prestarsi all'evasione fiscale, ci sta, ma suona comunque come un'operazione virtuosa verso Stato e cittadini.

Il trattamento dei lavoratori NON dovrebbe essere un terreno su cui giocarsi il mercato e farsi concorrenza, ma alle condizioni attuali, con una politica sorda alle richieste del mondo del lavoro, anche il virtuosismo delle aziende verso il suo capitale umano è una buona discriminante.

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lunedì 4 giugno 2012

Sarebbe ora di Cominciare ad essere Seri

Va bene, va bene, tu ed il tuo 5 Stelle avete preso consensi e conquistato pure qualche comune, ma adesso è il momento di fare seriamente, soprattutto di smetterla di fare sparate roboanti solo per attirare l'attenzione e cercare consenso facile (mi viene in mente la Lega Nord agli albori...).
A questo proposito, vi giro un commento su Grillo di Pier Paolo Cecchi.

Uno come Grillo potrebbe utilizzare l'attenzione che ha su di sè per diffondere informazioni ed idee utili anche in campo economico, invece usa il suo blog per diffondere delle emerite sciocchezze!
Le ultime trovate sono state l'euro del sud europa, che sarebbe in preda alla peggiore speculazione finanziaria, e la nazionalizzazione delle banche, che è roba da regime fascistoide, dello statalismo lumacone e parolaio dove le banche diventano carrozzoni per assunzioni clientelari e dove il credito viene dato in base alle amicizie e alle convenienze dei politici!
Sì, perchè siano all'ennesima contraddizione nelle contraddizioni, dove il capo-popolo che vuole radere al suolo un certo tipo di politica poi finisce col dargli gli strumenti per fare ancora peggio. Invece bisognerebbe dire che le regole della BCE devono cambiare, che deve farsi prestatrice di ultima istanza anche per gli Stati, garantire i debiti pubblici e se necessario (e controllando l'inflazione) emettere banconote per svolgere questa funzione.
E' questo il vero motivo per cui Gran Bretagna, USA e Giappone (che hanno debiti pubblici altissimi, fino al 230% del PIL!) non sono stati colpiti dalla speculazione!
Invece non solo omette questo, ma tira fuori spiegazioni assurde, come il fatto che il Giappone sarebbe risparmiato dalla crisi perchè "la gran parte dei titoli di stato è in mano ai giapponesi stessi e non a stranieri". Ma cosa c'entra?
I rendimenti e gli attacchi speculativi si basano sul rischio di fallimento, e anche se io sono un cittadino del Giappone, se mi vedo aumentare il rischio di perdere i miei investimenti in titoli di stato sicuramente chiederò un tasso di interesse maggiore oppure li venderò, esattamente come farebbe uno straniero! Avere in patria i titoli di stato significa diminuire i rischi di contagio verso l'estero, quello sì, ma quello non c'entrano nulla con lo scoppio della crisi in sè.
Perchè non proporre piuttosto una riforma della BCE??? Le parole di Grillo sono a titolo personale o parla anche a nome di altri? La base del suo Movimento, che dovrebbe essere sovrana sulle decisioni in ossequio alla democrazia diretta, si esprimerà?

domenica 3 giugno 2012

Quando lo Dico io

Non so, a me quel "i partiti non promettano cose che non possono realizzare" suona tanto come un avvertimento simil-mafioso.
Non ci ho visto, come ha ipotizzato qualcuno, un ammonimento a Berlusconi e a tutti quelli che favoleggiano sull'uscita dell'Italia dall'euro o di utilizzare la nostra zecca per stampare altre banconote, ma un chiaro segnale a chi vorrebbe portare unioni gay (civili o matrimoni) o testamento biologico nel nostro ordinamento.

Parole che potrebbe pronunciare un padrino di Cosa Nostra, "Senza di Noi, qui non si fa niente".
Magari sono solo io che penso male, però, come diceva Andreotti "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".

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venerdì 1 giugno 2012

2 Giugno, un Altro Significato

Ho già espresso le mie perplessità su quanto possa servire annullare ora, ad appalti e contratti già firmati, la parata del 2 giugno (qui). Prendendo spunto da alcuni commenti in rete, però, volevo riflettere su un altro significato della sfilata militare, più alto ed aulico.

La marcia dei soldati al cospetto delle istituzioni democratiche rappresenta anche un inchino, che le forze armate, che incarnano la violenza e l'oppressione, fanno alla Democrazia ed allo Stato di Diritto, alle Leggi ed alla Repubblica stessa.
Rimangono i miei dubbi, e nei limiti posso anche comprendere l'auspicio alla "sobrietà" dei festeggiamenti del Presidente Napolitano. A così pochi giorni dall'evento, non poteva fare molto di più, almeno lui personalmente, ma la mia massima stima va ai vigili del fuoco che diserteranno la parata per recarsi nei luoghi del terremoto ad aiutare nell'emergenza.

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