giovedì 31 maggio 2012

E lo Scherzo Continua

E' nato un nuovo movimento, ed è partita una campagna pubblicitaria a tappeto su tutto il territorio con dei manifesti molto accativanti. 'Ripartiamo da Zero' è il nome.
Debito Zero, Corruzione Zero, Burocrazia Zero, Privilegi Zero, Tecnocrazia Zero, Speculatori Zero, Nominati Zero, Evasori Zero, Denatalità Zero, Suicidi Zero, Delocalizzazioni Zero, Divario Digitale Zero, Mafia Zero.
Wow, vien da dire, quanta bella roba.

Poi, sotto in piccolo, è riportato il simbolo del Popolo della Libertà. No, dico, del PdL? Facciamo un mero esercizio di memoria per ricordarci come quel partito abbia lottato per raggiungere gli obiettivi.
"Evasori Zero": depenalizzazione del reato di il falso in bilancio.
"Corruzione Zero": ostruzionismo al ddl anticorruzione attualmente in discussione.
"Nominati Zero": introduzione del Porcellum che elimina le preferenze.
"Debito Zero": negli anni di Governo Berlusconi il debito pubblico non ha fatto che aumentare.
"Tecnocrazia Zero": se c'è stato bisogno dell'attuale esecutivo tecnico è anche perchè il PdL ha portato il paese sull'orlo del baratro.
"Mafia Zero": ehm...
Sul sito, nello Zerocedario, sono poi indicati i valori del Movimento, tra cui spiccano "disinteresse personale" (sentire un gruppo che fa capo a Berlusconi parlare di disinteresse fa sorridere), "disponibilità al sacrificio" (cercasi kamikaze della politica), "Certezza della pena per chi è condannato" (no, dai, troppo facile...), "rifiuti zero" (berlusconi a 5 stelle?) ed altre perle del genere.

E' del 26 maggio, poi, un comunicato stampa del segretario del PdL Alfano, che dice "E’ il momento di tornare ad ascoltare gli elettori" (e come mai avevate smesso? Non era il vostro Presidente ad autoincensarsi ogni volta con il 'consenso popolare' di cui diceva di godere?!).
Manca solo la scritta "e lo Scherzo Continua...".

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mercoledì 30 maggio 2012

Loro Chiedono una Cosa Diversa

Non sono del tutto d'accordo con l'annullamento dei festeggiamenti del 2 giugno, ma non perchè sia un'esaltatore della patria e della grandezza nazionale, solo ritengo che strutture e tutto il contorno siano già state prenotate da tempo, e annullarle a questo punto, a pochi giorni dall'evento, porterebbe a risparmi nulli o poco più.

Interessante è però il comunicato dell'Unione Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco. Notate che il focus, qui, non è sul denaro da spendere (si parla di tagli, ma non riferiti ai costi della parata), ma sul Personale delle forze dell'ordine, da dirottare nei luoghi dell'emergenza.
Sembrerà una virgola, ma il significato è importante.


"L’USB P.I. Vigili del Fuoco chiede la sospensione della parata del 2 giugno e chiede che i lavoratori del Corpo nazionale non vengano mandati ad esibirsi in una sfilata, ma a prestare la loro opera di soccorso tecnico urgente alla popolazione delle zone terremotate.
Per l’USB VV.F., i Vigili del Fuoco sono un ente sociale, che non ha mai avuto alcun motivo di partecipare a parate militari o carnevalesche. Ancora più incomprensibile ed inaccettabile in questo momento la scelta di impegnare un folto gruppo di lavoratori  per la sfilata del 2 giugno, lasciando al contempo alcune zone terremotate prive di operatori.
Non basta dichiarare il lutto nazionale per mettere a tacere la coscienza sulla tragedia che sta colpendo l’Emilia. Non serve “mostrare i muscoli” con una parata, quando il nostro Paese viene messo in ginocchio dai debiti ed il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco subisce continui tagli lineari. Oggi, infatti, il soccorso tecnico urgente alla popolazione è assicurato solo ed esclusivamente con il raddoppio dei turni del personale  VV.F. e con la certezza che i lavoratori non saranno retribuiti, perché il Dipartimento non ha fondi e si appresta a nuovi tagli lineari.


Tagli che oggi si dimostrano drammaticamente irresponsabili, in quanto hanno anche contribuito a rendere sempre più precaria la sicurezza nei luoghi di lavoro, come risulta dalla lugubre conta dei lavoratori morti in Emilia. In questo momento i Vigili del Fuoco sono il primo ente preposto alla incolumità privata e pubblica a ricercare la catena di responsabilità  di chi ha autorizzato la lavorazione in capannoni con travi poggiate sui pilastri senza essere ancorate. Come lavoratori si interrogano, ed interrogano quella politica che fino a ieri considerava la  sicurezza come un onere per le imprese e ha fatto in modo di ridurre, se non eliminare, i controlli per garantirla.
L’USB P.I. Vigili del Fuoco chiede dunque al Presidente della Repubblica ed al Governo di porre fine alle  parate  e di considerare i lavoratori del Corpo Nazionale per la loro professionalità.
La USB Vigili del Fuoco denuncia la mancata applicazione del principio di precauzione da parte delle autorità politiche e tecniche in Emilia. La decisione di far riprendere le attività produttive nelle zone colpite dal recente sisma è stata una grave imprudenza. Il principio di precauzione a differenza della prevenzione, che limita i rischi oggettivi provati, interviene sui rischi ipotetici basandosi su precisi indizi o fenomeni. L’assenza di certezza scientifica non può costituire un pretesto per la mancata o la tardiva adozione delle misure adeguate al contenimento del rischio. Nessuno può prevedere un terremoto, ma una volta avvenuto l’evento si devono mettere in atto tutte le azioni possibili per evitare altre perdite umane. Questo non è avvenuto in Emilia, le vittime di ieri ne sono la dimostrazione. Non è accettabile che un Paese civile anteponga le ciniche logiche dell’economia alla vita dei suoi cittadini.
Chiediamo come sindacato che vengano da subito bloccate tutte le attività produttive nelle zone colpite, che venga da subito istituita una cassa integrazione speciale, per garantire un reddito a chi non lavora e che vengano istituiti fondi ad hoc per intervenire nei luoghi di lavoro per la messa in sicurezza degli stessi.


Il lavoro nelle aziende delle zone terremotate non potrà essere ripreso prima che siano garantite le condizioni di assoluta sicurezza. Evidente la carenza strutturale di molti di questi edifici, che si sono accartocciati su se stessi come castelli di carta. Sarà compito della magistratura accertare le responsabilità, sarà compito anche di questo sindacato richiedere un indagine interna, per chiarire se i Vigili del Fuoco in questo frangente hanno fatto tutto quello che dovevano, per scongiurare quanto accaduto. Non possiamo infatti sottrarci a domande importanti, se è vero quanto affermato da alcuni giornali. Se alcune delle strutture che sono crollate avevano avuto il via libera alla ripresa lavori da parte dei nostri tecnici, dovremo domandarci se oggi esistono gli strumenti idonei per dare risposte certe. Risposte che se sbagliate, costano la vita delle persone. Vogliamo essere certi, che non siano state impartite direttive per indurre a valutazioni frettolose, così da permettere la rapida ripresa della macchina economica.  Fondamentale l’applicazione del  principio di precauzione, dunque prioritario ridurre al minimo il rischio e conseguentemente la perdita di vite umane. Non vogliamo apparire, quelli dell’oracolo del giorno dopo, ma come sindacato abbiamo l’obbligo di intervenire su una tragedia che tocca soprattutto il mondo del lavoro e la sicurezza ad esso connessa. Siamo o non siamo il Paese delle catastrofi annunciate? Abbiamo pianto troppo spesso per aver ignorato indizi e segnali chiari che l’ambiente ci aveva così chiaramente indicato.


Concludiamo con una riflessione sulla Protezione Civile, che oggi vive un momento di trasformazione. Allo stato attuale si rischia di perdere ancora una volta l’occasione per dotare questo Paese di un sistema efficiente di salvaguardia, si rischia ancora una volta di non prestare attenzione alla grave situazione in cui si trova il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, depotenziato e con sempre meno risorse. La USB VVF sta preparando e presenterà presto una proposta di legge che mira ad ottimizzare e migliorare il sistema di Protezione Civile, ponendo i Vigili del Fuoco al centro di questa organizzazione. Speriamo di essere ascoltati per il bene di tutti.
La USB Vigili del Fuoco è vicina a tutta la popolazione colpita dell’Emilia ed è vicina alle famiglie di tutte le vittime."


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Sta Arrivando, Cosa ci Farei

Arriva finalmente la sede Arcigay anche a Ravenna; ne parlavo giorni fa con la Presidentessa Noanda Tania Moroni. Dopo un tira e molla con le istituzioni durato mesi, il Comune ha concesso all'associazione un locale nella zona della Darsena. "Proprio nel bronx" ho commentato ironico "beh se è troppo tranquillo poi ci si annoia".
Ora sorge il problema delle attività, perchè Ravenna soffre di un provincialismo cronico, e come sentivo appuntare tra loro i rappresentanti, cene e serate lasciano un po' perplessi, perchè la gente, i ragazzi, "si vergognano di farsi vedere" in un posto così.
Quello della chiusura mentale, del timore e del sospetto, è un problema secondo me ben più viscido dell'omofobia palese e violenta, almeno a livello mentale e sociale. La discriminazione non è solo sentirsi apostrofare con parole volgari, botte o gesti violenti, ma anche l'essere evitati, scatenare i bisbiglii e le chiacchiere delle persone.
E condivido io per primo affermazioni stereotipate come "ma fregatene di quello dice la gente" o "cammina a testa alta", ma per un ragazzo adolescente che si ritrova spiazzato e confuso dalla propria identità non è così facile come può esserlo per una persona adulta e matura.

Ho pensato così di dare anch'io il mio contributo 'ideale' sul tipo di iniziative cui dar vita.
Quella delle cene è sicuramente una valida proposta, per conoscersi, confrontarsi, chiacchierare ed anche per pagare le spese di gestione della sede. Serate culturali, con proiezione di film, documentari, lettura di libri e testimonianze dirette, per creare un'ambiente favorevole all'attualizzazione ed al dibattito; anche una piccola biblioteca a tema può essere un modo per incentivare la partecipazione e la discussione.
Banale un servizio bar, che accolga e ristori. Magari occasionalmente anche un piano bar o esibizioni di artisti nuovi, sono molti i talenti che aspettano solo un pubblico. Esposizioni di quadri, disegni e sculture, per rimanere nel tema arte.
Oltre a manifestazioni e sit-in, si potrebbero anche organizzare concorsi o lezioni, di scrittura, pittura, musica, incontri con medici (psicologi, dietisti, sessuologi..).
Inoltre l'Arcigay può avere una funzione sociale e ludica, e far incontrare le persone in cerca di compagnia, per cui anche single-party e speed-date sono idee da valutare.
Qualcuno teme però così di dare all'esterno un'immagine troppo goliardica, una 'agenzia matrimoniale' sminuirebbe il valore dell'associazione: "Ecco, ma così dai credito all'immagine del finocchio ninfomane ed arrapato dipinta dall'opinione pubblica". No, tento di dare l'immagine dell'omosessuale come persona NORMALE, con tutte le sue debolezze e le sue fragilità; iniziative del genere sono già una realta nel mondo etero, perchè per i gay dovrebbe essere diverso? Se ci si ostina nel voler far apparire gli omosessuali come supereroi, allora sì che scatta la reazione contraria.

Un amico mi ha poi suggerito corsi di trucco per le lesbiche e di cambio lampadine per i gay (dai è solo una battuta, non arrabiatevi :)

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martedì 29 maggio 2012

E Rivoluzione Fu

"Il Calcio dovrebbe fermarsi 2/3 anni" ha detto Monti.

Non la disoccupazione, le tasse, neanche gli scandali che di recente hanno travolto la politica ed i partiti sono riusciti nell'impresa di portare le masse in piazza. Ma questa frase ha tutta la potenza necessaria per far credere all'italiano medio non vi sia altra soluzione se non ribellarsi.
Altro che forconi, altro che fucili caldi per la Padania libera. La minaccia di fermare il calcio.

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domenica 27 maggio 2012

E che la Democrazia Riposi in Pace

A quanto pare, delegittimare la Magistratura non è l'hobby soltanto dell'ex-Presidente del Consiglio Berlusconi, anche il leader legale e mediatico del Movimento 5 Stelle ci si mette.
Grillo, sul processo d risanamento della politica che il suo movimento dovrebbe portare, dice che i politici che hanno rubato dovranno restituire tutto quello che hanno sottratto. E fin qui, mi pare solo logica spicciola.
Ma la perla arriva dopo, quando invoca addirittura una giuria popolare: "Dovete lasciare quello che avete rubato, ridarlo indietro, con un piccolo interesse ed essere giudicati da una giuria popolare di cittadini estratti a sorte incensurati, che diranno che lavori socialmente utili andrete a fare”.
Dopo le uscite da fascista sbiadito, le epurazioni,  il liberalismo dilettantistico dei cinquestellini (ne parlo qui), la riedizione tecnologica dei Soviet (ne parlo qui), ora questo.
Eccolo qui, il comico fallito che cavalca il qualunquismo per raccogliere qualche applauso ed arrivare... non si sa ancora bene dove.
Ecco, vedete, quando qualcuno difende Grillo dicendo che "ormai rimane solo lui a dire la verità" sappiate che "dire le cose vere" non significa "offrire le soluzioni giuste".

Quella della "Giuria Popolare" è una colossale castroneria, che salta a piedi pari la Politica e la Democrazia, cerca consenso facile nella Demagogia e nel Populismo.
E badate, per me il M5S non è antipolitica, anzi ne sto contestando proprio la linea, per cui risparmiatemi sceneggiate vittimistiche come ho visto in altre occasioni.

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Preparativi in Corso?

Sabato sera, su Rai Uno, trasmettevano una puntata speciale di AffariTuoi (Anni 80, mi pare di aver capito).
Però, probabilmente proprio perché in versione Anni 80, i premi erano in LIRE. La prima cosa a cui ho pensato è stata "ci stiamo preparando ad uscire dall'euro?".
A qualcuno, quando ho espresso il mio dubbio, si è illuminato il viso "Magari!". Magari anche No, perché se abbandonassimo ora la moneta europea, i prezzi dei prodotti importati (o che contengono prodotti importati, ndr) raddoppierebbero: benzina a 4€/litro, energia, alimentari esteri, etc.

Anch'io sono tra quelli che era piuttosto scettico sull'adesione alla nuova valuta, e forse visti i risultati sarebbe stato meglio ragionare un po' di più sulle regole, ma uscirne ora temo sarebbe un suicidio.
Alcuni economisti danno per fallito il progetto Euro, e si rispolverano le idee di Keynes sempre più spesso (specie quella per cui 'il pagamento di un debito deve avvenire in maniera umana e sostenibile, perché è interesse sia del debitore che del creditore ciò avvenga', dissotterrata di recente dal sito economico InvestireOggi in contestazione al metodo tedesco di rientro dei prestiti).

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venerdì 25 maggio 2012

Vi Prego, Basta

Da quasi 20 anni in politica, più volte Presidente del Consiglio, Onorevole, pluri-indagato, dopo averci fatto perdere ogni credibilità internazionale, dopo averci condotto sull'orlo del tracollo economico e finanziario, qualche settimana fa rilanciava "la più grande novità della storia politica italiana".
Ed oggi lui, in versione più mummificata che mai, col suo segretario Alfano, hanno alzato il velo su questa cosa rivoluzionaria. Il sistema Presidenziale, per arrivare all'elezione diretta del Presidente della Repubblica.

No dai, è uno scherzo, vero?
Con una disoccupazione giovanile ai livelli del 2001, in generale ai massimi del 2004, un mercato in ginocchio, suicidi, conflitti sociali insanabili, è questa la proposta? No, non ci credo.
Berlusconi però precisa che sarà il PdL, se pensa che il paese abbia ancora bisogno di lui, a conferirgli incarichi e candidature; lui però non ci si vede ancora come Presidente del Consiglio. Ovvio, vorrà aspettare la riforma per andare direttamente al Colle.
Se questa è la novità che doveva cambiare l'Italia, direi che possiamo certificare la morte politica del PdL. Io penso però sia solo una sparata-tinca allo scopo di suscitare qualche bisbiglio nel popolo e nel Parlamento buoi. E intano lui prepara la campagna elettorale 2013.
Su twitter vedo esponenti del partito plaudire estasiati alla proposta 'innovativa' e 'rivoluzionaria'. Spero siano ironici, non può essere uno stupore sincero.

Questa è la prima volta che considero seriamente la possibilità che sia davvero finita l'era berlusconiana. In tutto il cerone sul viso del Cavaliere, nell'assenza totale di idee per il futuro, nel continuo rilancio di un potere ormai rancido, nella ridicola tracotanza di due imbecilli che pretendono ancora di proporsi come il nuovo.

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Il Ministro del Lavoro Auspica di Licenziare

In linea di principio posso anche essere d'accordo con lei, riguardo ai licenziamenti nella pubblica amministrazione, ma, come twitta Anna Paola Concia, "Il Ministro Fornero una volta nella vita ci vuole dire come assumere invece di dirti solo che vuole licenziare?".
La dichiarazione incriminata, "Auspico possibilità di licenziare anche nella P.A.", era incentrata sulle difformità di trattamento tra lavoratori nel settore pubblico ed in quello privato; il Ministro Patroni Griffi, responsabile appunto della P.A., ha rimandato piccato la discussione al Consiglio dei Ministri.
Segnalo, tra parentesi, il tempismo perfetto (sospetto?) con cui Striscia la Notizia ha mostrato in serata casi di funzionari del Comune di Civitavecchia che timbravano il cartellino, spesso anche per i colleghi, per poi sbrigare le loro commissioni giornaliere.

In trincea i sindacati: “E’ a capo del dicastero del lavoro e non certo dei licenziamenti” fa notare la CGIL. Per la CISL, Raffaele Bonanni commenta: ”Non si capisce proprio (...) questo furore ideologico del ministro del Lavoro sul tema della licenziabilità dei pubblici dipendenti”.
“E’ singolare che il ministro Fornero si occupi anche di dipendenti pubblici e assuma come argomento prioritario quello di rendere più facile il loro licenziamento proprio nella peggiore fase di crisi economica e di disoccupazione che il paese attraversa dal dopoguerra” anche l'Onorevole Damiano, del PD, è piuttosto critico “Il governo, e in particolare il ministro del Lavoro dovrebbero occuparsi di altri temi: quello del lavoro e dello sviluppo e quello di risolvere il problema di chi resterà senza stipendio e senza pensione per lunghi anni a causa di una riforma previdenziale troppo drastica e senza gradualità" aggiunge, alludendo al comportamento dilettantesco tenuto nel caso degli esodati.

Anni fa, eravamo molto più giovani, inesperti ed ingenui, un'amica mi disse: "Io sono di destra perchè i dipendenti pubblici non fanno niente". Io sorvolai su quella frase, dettata più dall'istinto del momento che da una corretta visione politica; tant'è che oggi, cresciuti e maturati, ci troviamo quasi d'accordo su tutto.
Sul tema specifico, come dicevo, anch'io propenderei per una sostanziale parità di trattamento tra pubblici e privati, ma non per dei 'licenziamenti più facili' a prescindere, ma per una 'punibilità più efficacie e puntuale'.

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giovedì 24 maggio 2012

Spuntano le Magagne

Nell'iter legislativo della riforma sul finanziamento ai partiti (i nostri politici, lungimiranti come si conviene, ne parlano solo ora) spuntano delle sorprese.
La partitocrazia si chiude a riccio e tenta di disinnescare la bomba Grillo: per ora ha sempre rifiutato i finanziamenti (e direi "bella forza" considerando la sua ricchezza; credo direste lo stesso se fosse Berlusconi a rinunciarvi, nd), ma se in un prossimo futuro vorrà usufruirne, gli sarà impedito. Un emendamento, a firma Mantini (UDC), prescrive che i contributi siano erogati a movimenti dotati di uno statuto "conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti" ('rispetto delle minoranze' ossia quote rosa, quote arcobaleno, quote gialle - per i giovani, quote nere - per gli immigrati..?).
Il Non-Statuto dei 5 Stelle, quindi, escluderebbe il movimento dai finanziamenti.

Seconda sorpresa, l'aumento della detraibilità: è vero che i finanziamenti sono stati dimezzati (quindi non è che vigileranno meglio, solo ruberanno un po' meno, ndr), ma aumenta dall'attuale 19% al 26% (a regime nel 2016) la quota detribile per le donazioni private.
Per cui lo Stato finanzierà meno i partiti, ma sgraverà di più dalle tasse dei donatori (26%, come una donazione ad un'associazione benefica, ndr).

Poi ce n'è un altro, di emendamento controverso, a firma Lanzillotta (Api).
Si prevede che i soldi del finanziamento pubblico in eccesso (ossia non utilizzati per rimborsare le spese), possano essere utilizzati dai partiti per svolgere attività di formazione per i propri eletti nelle istituzioni, e le formazioni politiche potranno stipulare convenzioni con le scuole ed altre istituzioni (pubbliche ed anche private) per utilizzarne i locali per le loro iniziative.

Se riguardo all'emendamento Mantini potrei essere d'accordo (una legge sulla democrazia interna e sul funzionamento dei partiti era già stata auspicata da Sturzo, ndr), riguardo alle detrazioni occorrerebbe forse una revisione dell'intero sistema fiscale (ma quello che propugnava la "riforma fiscale" un giorno sì e l'altro pure, è stato al potere vent'anni e di questa riforma nenche l'ombra...) e per l'emendamento Lanzillotta (che mi pare già approvato dall'aula, ndr) dico che i soldi residui dopo il rimborso delle campagne elettorali devono tornare allo Stato, che li utilizzerà secondo necessità sociali.

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mercoledì 23 maggio 2012

La Troppa Civiltà che Genera Mostri

Ecco il paradossale e grottesco punto di arrivo di un'era politica che ha poggiato le sue basi sull'intolleranza, sulla discriminazione e sulla xenofobia, e che ora vuole ostentare apertura sociale e multiculturalismo.
Punto di partenza, è lo scandalo che sta sconvolgendo la comunità musulmana inglese, dove due settimane fa sono state interrogate 56 persone in seguito alle violenze sessuali subite negli ultimi 5 anni da oltre 600 ragazze tra i 12 ed i 16 anni. Alla fine, 26 sono state arrestate e 9 condannate con le accuse di stupro, favoreggiamento alla prostituzione, violenza sessuale e traffico per sfruttamento sessuale di minori.
Non voglio parlare di questi fatti gravissimi, e neanche (per quando orribile) del "è quello che facciamo nel nostro paese" usato per difendersi in uno dei processi tenutosi a Liverpool, perchè c'è un particolare ancora più inquietante in tutto questo.

La polizia britannica sapeva che da più di un decennio queste bande prendevano di mira giovani ragazze in Inghilterra, e ciò nonostante ha preferito ignorare le prove degli stupri e non ha agito. Perchè avevano paura di essere accusati di razzismo.
E' un tragico cortocircuito quello raggiunto, perchè i comportamenti contro le minoranze, o meglio contro qualcuno appartenente ad una qualsiasi minoranza, diventati deprecabili con le migrazioni e l'abbattimento delle frontiere culturali, pesano ora come un'onta, anche quando sono 'giustificati' dalla legge.
E' anche il caso delle scemenze di cui parlavo qui, qui e qui. E non ci sto a chiamarlo 'effetto collaterale' o 'incidente di percorso'.
Non devo essere certo io a giudicare i poliziotti (che secondo me andrebbero radiati, ndr), mi premeva riflettere su questa nuova paura sociale di "passare per fascista", conseguenza di un perbenismo qualunquista, bigotto e moralista.

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martedì 22 maggio 2012

Proprio Voi Parlate di Dichiarazioni Anticipate?

Telefono Viola, associazione contro gli abusi e le violenze in campo psichiatrico, segnala l'ennesimo DDL a firma dell'Onorevole Ciccioli (PdL) che mira a riformare la Legge 180/1978, meglio nota come Legge Basaglia. Quella che chiuse i manicomi.
E' anche mia opinione che la Legge Basaglia necessiti di manutenzione, perchè dopo la sua approvazione tutto il carico dell'assistenza ai malati psichiatrici grava sulle spalle e sui portafogli delle famiglie, ma il ddl Ciccioli va ben oltre, istituendo un fantomatico 'Contratto di Ulisse' che spoglia di diritti e di libertà chi lo contrae.
Nel testo, se prima si rimarcano diritti come l'autodeterminazione e la dignità personali, si tira poi in ballo questo Contratto che, una volta stipulato, non ne permette la revoca, anche se il paziente ne manifesta la contrarietà. Ovviamente, il contratto dev'essere siglato prima della malattia e si applicherà dopo. Mi ricorda qualcosa, ma ne parlerò dopo.
Resta comunque da capire quando e su che basi gli verrà fatto firmare questo accordo; perchè, come si chiede anche il Dottor Adornetto, "come può un 'malato di mente' a cui viene negata e misconosciuta qualsiasi minima autonomia e autodeterminazione e ogni capacità decisionale anche minima, essere poi capace di optare per il contratto di Ulisse?".
Ma questi non erano quelli che si battevano contro il testamento biologico? Direi che come dichiarazioni anticipate sono la stessa cosa, no?

Viene anche introdotto un Trattamento Sanitario, in una prima versione definito Obbligatorio, poi, con una strategia comunicativa che ricorda molto quella delle 'leggi di emergenza contro il terrorismo', definito più amorevolmente Necessario.
C'è poi il TSNEP, il Trattamento Sanitario Necessario Extraospedaliero Prolungato, della durata di 6 mesi, e rinnovabile di 6 mesi a 6 mesi ad oltranza; si vuole far rinchiudere a vita un maggior numero di persone e far nascere un numero abnorme di nuovi manicomi, si vuole privatizzare la psichiatria, si vuol aumentare il business sulla pelle di migliaia e migliaia e migliaia di esseri umani.
La violenza e le coercizioni della Legge Basaglia devono essere riformate, ma non con una legge ancor più violenta, autoritaria, coercitiva e distruttiva.

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Si Parla di Opportunità e Concorrenza


Ho parlato tante volte degli Ordini Professionali, e di come le consideri caste di stampo fascista che di fatto ostacolano il libero mercato, la libertà delle persone di autodeterminarsi e la tanto decantata crescita. Non uso l'aggettivo 'Fascista' a caso (come invece fanno molti, ndr), è proprio un tratto del modello economico fascista quello di dividere le profesioni in corporazioni. Abolire gli Ordini, o riformarli, da come sono oggi concepiti, sarebbe un passo importante per lo sviluppo ed il progresso.
"L'iscrizione all'albo mi garantisce la qualità del profesionista" eccepisce qualcuno. A parte che c'è gente che lavora coi piedi anche tra gli iscritti all'albo, vien da chiedersi a questo punto a cosa servano la scuola ed il percorso di formazione affrontati.

Ma perchè abolire gli Ordini Professionali dovrebbe aprire il mercato ed essere in generale uno stimolo per la società? E' questo che molta gente non capisce.
Avere più professionisti di una categoria, significa più concorrenza, e quindi minori spese per i clienti. Gli Ordini, poi, impongono delle tariffe minime ai loro membri; prima lo facevano alla luce del sole, poi il Governo Monti ha spuntato loro un po' le unghie ed abolito i minimi, ma sembra che sotto sotto questo gioco continui.
Un altro buon motivo sono le opportunità di lavoro, perchè diventare avvocato, idraulico o estetista non è così facile: oltre ai vari studi e titoli da conseguire, si dev'essere anche esaminati da un'altra commissione di vecchi tromboni, che già svolgono la professione, e che certo non hanno molta voglia di trovarsi in casa dei nuovi concorrenti.
Altro pesante limite che gli albi impongono al mercato è quello del 'numero chiuso': esistono dei coefficienti, calcolati sugli abitanti, che impongono un numero massimo di professionisti operanti in una città, rendendo l'accesso al lavoro ancora più difficile.

La mia proposta in merito segue due direttrici: una è quella di rivalutare e potenziare scuole e corsi professionali, affinchè il titolo conseguito sia effettivamente qualificante nel mondo del lavoro, la seconda invece è la riforma degli Ordini, da organi di autogoverno ad organi di autocontrollo.
Compito degli Ordini, cioè, sarebbe quello di vigilare sul rispetto dell'etica, della deontologia professionale e della concorrenza. Organi il più possibile 'terzi' composti da magistrati, tecnici anti-trust e rappresentanti di categoria, democraticamente eletti.

Caso particolare è l'Ordine dei Giornalisti, di cui auspicavo l'abolizione qui, ma non per gli stessi motivi, ma per liberare l'informazione dal cappio con cui l'Ordine la controlla. Il modello per la riforma resta comunque valido.

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lunedì 21 maggio 2012

Era solo Espresso Male

"Nel programma del Nuovo Partito d'Azione pubblicato sul sito internet www.nuovopartitodazione.it è inserita anche una norma relativa alla 'perequazione patrimoniale', così esposta: 'Perequazione patrimoniale con tetto ai patrimoni personali e familiari (4 mln. di euro) e con conferimento delle eccedenze patrimoniali ad interventi di utilità sociale (cultura, ricerca, assistenza e solidarietà sociale, sviluppo del 'privato sociale" ecc.).'.
Chiedo la cancellazione di quest'appunto, che non ritengo solo ingiusto e contrario alla libertà di autodeterminazione, ma anche (ed attenzione, questo è l'aspetto che mi importa meno) incostituzionale, contrario all'articolo 41, perchè secondo un'interpretazione dottrinale, una tassa patrimoniale talmente alta da caratterizzare di fatto esproprio (e una limitazione posta per legge ai patrimoni è esproprio di tutta la parte di quel patrimonio che costituisce l'eccedenza) costituirebbe una violazione dell'articolo suddetto, perchè nuocerebbe alla libera iniziativa economica privata (...)".

Con questo mio intervento alla Direzione Nazionale del Nuovo Partito d'Azione svoltasi il 20 maggio 2012, ho sostenuto le perplessità sollevate da tante persone riguardo alla 'perequazione patrimoniale' che figura nel programma NPA.
"Non è un esproprio" mi è stato precisato "è un CONFERIMENTO".
"Sarà anche una cosa diversa" ho replicato "ma quasi chiunque lo interpreta come l'ho letto io". Ho poi aggiunto in seguito, parlando con un altro dirigente "Non dovevamo scrivere le cose in modo chiaro affinchè tutti siano in grado di interpretarle in modo univoco?".
Questo fumoso 'conferimento', altro non sarebbe che un sensato progetto di prestito forzoso, strumento già messo in pratica dal nostro paese in passato, e replicato di recente dalla Germania. Col prestito forzoso, s'impone ai cittadini l'acquisto di una parte del debito pubblico in misura alla proprie ricchezze (acquisto che comunque viene reso al creditore, per cui è solo una proroga del debito orientata alla crescita, ndr).
Gran parte della Direzione Nazionale ha comunque confermato le mie osservazioni, ed abbiamo ottenuto che il Dipartimento competente in materia si occupi della RIFORMULAZIONE del punto. Vittoria!

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domenica 20 maggio 2012

Che Sagoma al Governo

Eravamo abituati ad avere un comico al potere, tant'è che quando salì Monti in carica si sprecavano gli elogi alla ritrovata sobrietà, ma ecco arrivare il sottosegretario Polillo per non farci annoiare.
"Scherzavo" ha dichiarato, relativamente al parere favorevole dato all'idea di tassare cani e gatti domestici (ne parlo qui).

Attenzione, perché qualcuno fa confusione, non è uno scherzo la proposta, ma solo il parere dell'esecutivo.
La proposta esiste davvero, anche se da bravi politici se ne rimpallano la responsabilità. Attribuito il ddl contro il randagismo alle Onorevoli Santelli e Rubino Ceccanti, Gasparri via Twitter comunica che l'idea del balzello è invece dell'Onorevole Viola, del PD (e non la vedo una cosa così improbabile, ndr).
La ricostruzione sarebbe più o meno così, semplicemente: "c'è da affrontare il problema del randagismo, le misure sono queste, dove li prendiamo i soldi?" - "Mettiamo una tassa sugli animali domestici!"
Insomma le idee sono sempre quelle (come dicevo qui).

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venerdì 18 maggio 2012

Non Metterla non Servirebbe di Più?

Ecco cosa ci mancava, una bella tassa sugli animali domestici d'affezione. E' questa la proposta in dirittura d'arrivo alla commissione Affari Sociali della Camera per rimpinguare un po' le casse dei Comuni (l'IMU non funziona come l'ICI, che era un'entrata per loro, con la nuova tassa sono solo degli esattori, ndr).
Il provvedimento veleggia tra i banchi del Parlamento dall'aprile 2009, ed è una proposta delle Onorevoli Santelli e Rubino Ceccanti (PdL, anche se ormai non conta più niente il partito di provenienza), per combattere il fenomeno del radagismo.
"I comuni" recita il testo "possono deliberare (...) l'istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo". Nei suoi 39 articoli, la legge prevede anche altre cose: la creazione di un'anagrafe degli animali d'affezione, l'obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico che deve prontamente intervenire o ancora i cimiteri per gli animali d'affezione. I Comuni sono tenuti a una serie di compiti per la prevenzione e il contrasto del randagismo tra cui "incentivi per l'adozione degli animali (tipo il NON mettere nuove tasse non incentiverebbe? Ndr), prestazioni medico-veterinarie di base erogate da medici veterinari liberi professionisti in regime di convenzione con i Comuni, piani di controllo delle nascite con sterilizzazioni.

Al Governo, per bocca del sottosegretario Polillo, non sembra vero mettano da soli una nuova tassa (non si è espresso così chiaramente, ha detto di "concordare in linea di principio con l'istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici"). Almeno è stato approvato un emendamento dell'Idv che esonera dalla tassa "i cittadini che hanno adottato un cane o un gatto in una struttura comunale".
Mi pare di capire che però possono stare tranquilli i possessori di pitoni e furetti, magari importati illegalmente, perchè la tassa colpirà solo cani e gatti.
Vedo però che le idee per uscire dalla crisi sono sempre le stesse (come dicevo qui).

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Troppe Lettere

L'Arcigay sta diventando troppo grande, o troppo inclusiva, se vi suona meglio il termine.
Inizialmente (una decina d'anni fa) figuravano solo le lettere LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans) come descrizione dell'associazione; poi hanno cominciato ad aggiungerne altre ogni volta: prima la Q (Queer, termine che riassume un po' tutti i non-eterosessuali), poi la I (Intersessuali, che a quanto ho capito, è l'ermafroditismo), poi la P (Pansessuali, ossia quelli attratti da tutto, un bisessualismo che comprende anche i transessuali), ed ora anche la E (Eterosessuali). Già mi pareva forzata la presenza dei bisessuali e dei transessuali, ma ora mi pare che stiamo un po' esagerando.
Intendiamoci, è sicuramente un bene che più tipologie di persone possano trovarsi unite sotto una stessa bandiera, ma a questo punto chiamiamola Arcitutti e siamo a posto. Non sono di quelli che propendono per delle associazioni 'ghetto', classiste e settarie, ma che almeno abbiano una categorizzazione, altrimenti si perde il senso e l'identità del gruppo.
Meglio sarebbe un coordinamento tra Arcigay, Arcietero, MIT (Movimento Identità Transessuale) ed Agedo, per dirne alcuni. Un coordinamento che si occupi di organizzare e supportare le battaglie di Uguaglianza, per il Rispetto e la tutela dei Diritti Umani di ognuno. Senza snaturare le singole componenti, e senza ricadere nell'errore del "ma anche".

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giovedì 17 maggio 2012

Siete Voi a Renderle Sterili

Ha chiaramente (direi anche 'biologicamente') ragione Avvenire nel dire che le coppie gay sono "sterili"; una coppia sterile è quella che non può autonomamente procreare.
Ma non capisco dove si voglia arrivare e soprattutto quale sia la colpa.
Già ai tempi del Ministero delle Pari Opportunità, l'Onorevole Mara Carfagna aveva definito gli omosessuali come 'costituzionalmente' sterili (notare l'uso acrobatico dell'avverbio che a tutto si può affiancare tranne che a vocaboli del genere).
Ma la sterilità è un'altra cosa, e ha poco a che fare con l'orientamento sessuale o addirittura con i codici legislativi; la sterilità è l'incapacità biologica da parte di un uomo o di una donna di contribuire al concepimento. Dire che i gay sono sterili è un'offesa gravissima sia ai gay che alle persone che hanno la tragica sfortuna di esserlo davvero.
Se davvero vogliono considerare gli omosessuali come malati, allora siano coerenti, la soluzione è questa.

Se una persona non è clinicamente sterile, sia essa etero od omosessuale, allora può contribuire al concepimento. Il seme di un donatore sano gay ha lo stesso potere di un altro donatore sano, e una donna sana lesbica può procreare allo stesso modo di qualsiasi altra donna sana.
A renderli 'giuridicamente' sterili, semmai, sono le vergognose limitazioni imposte dalle leggi sul concepimento assistito, vietato alle single, e sull'adozione, vietato ai single ed alle coppie non riconosciute, e qui si torna al tema del riconoscimento del matrimonio omosessuale.

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mercoledì 16 maggio 2012

Poi Dicono che Uno non si Fida


Quello che è successo in Commissione Giustizia fa traballare la credibilità e l'affidabilità della maggioranza che sostiene il Governo Monti.
Tutto comincia nel 2005, quando l'allora Presidente del Consiglio Berlusconi fece depenalizzare il reato di falso in bilancio per salvarsi da alcune beghe (la celebre sentenza di assoluzione perchè "i fatti non sono più previsti dalla legge come reato", che credo abbia suscitato più d'un sorriso amaro, ndr).
Ieri, nella discussione al ddl anticorruzione, l'IdV fa una proposta per correggere la stortura imposta dal Cavaliere quella volta, ed ecco allora l'agguato del PdL, che presenta un emendamento di fatto soppressivo: il Governo dà parere favorevole, la Lega si astiene, UDC e FLI a favore. IdV e PD contrari, che subito hanno richiesto l'intervento del Ministro Severino.

"Rimedieremo in aula" ha garantito la Guardasigilli.
Non è questo il punto. Se quelli del PdL si comportano 'bene' solo finchè c'è qualcuno a badarli, ma appena i controllori tecnici si girano dall'altra parte, ne combinano una più grossa di prima, ce n'è di che discutere riguardo all'onesta ed all'etica politiche di questa formazione e del suo sostegno all'esecutivo.
Questi sono ancora peggio, per dirne una, dei fascisti, che in cuor loro pensavano davvero di fare del bene per la Nazione, questi lo sanno che si stanno comportando male.
Sarebbe interessante anche capire perchè il Governo ha espresso parere favorevole su quell'emendamento.

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martedì 15 maggio 2012

Chi Vuole Capire Capisca


In seguito alla presa di posizione del Presidente Obama, che si è detto favorevole ai matrimoni gay, anche Bersani ha ritenuto, quale rappresentante del partito che pretende d'incarnare l'ideale progressista italiano, di rilasciare un'intervista sul tema. Le solite vaghe parole politichesi che non vogliono dire niente.
Ma non è di questo che voglio parlare, è molto più interessante la risposta che gli dà Beppe Fioroni, deputato del suo stesso partito, appartenente all'area più cattolica degli exMargherita. In un'altra intervista, rilasciata a ilSussidiario.net, oltre ad esprimere di nuovo la sua contrarietà a matrimoni e adozioni per i gay, ad insinuare, non so se a torto o a ragione, che il suo pensiero è lo stesso del segretario del Partito Democratico, chiarisce in modo lampante cosa ha da dare il PD sul tema.

Alla domanda "Se il PD andasse al Governo e varasse una forma di equiparazione, lei cosa farebbe?", Beppe Fioroni (me lo immagino mentre ammicca e sgomita l'intervistatore) risponde: "Il mio partito è già stato al governo (non proprio nella sua forma attuale, ma nella coalizione DS e Margherita, ndr). Tutto quello che sarebbe dovuto accadere secondo la pubblicistica in materia è stato smentito dai fatti."
Chiaro, no? Se pensate che il PD lasci passare una qualche legge sui diritti civili, pensate a quello che è successo allora (ai DICO in primis), e fate un po' i vostri conti.
Più chiaro di così.

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Servono Nuovi Partigiani

Forse le mie proteste (che cominciano più di un anno fa qui, e si ripetono pochi mesi or sono qui) non erano così isolate, visto il tam tam che si è ingenerato.
Sono così venuto a conoscenza di altre tensioni all'interno dell'ANPI di Savarna (RA); non aspettatevi mi metta a fare nomi o lanciare accuse, perchè non sono certo qui a seminar zizzania o puntare il dito. Mi è stato anche chiesto cosa fare per risollevare il profilo dell'associazione, e tentare di ricreare partecipazione e coinvolgimento.
Non voglio che si perda la memoria della Resistenza Partigiana, del suo Valore e del suo Significato, ed è per questo che voglio aiutare l'ANPI; ci tengo a questa precisazione perchè, da esterno, non voglio pensaste che mi senta in obbligo di farle a seguito delle critiche mosse.
Per cui, alla persona che mi ha detto "io le critiche le accetto, ma che siano critiche costruttive", rispondo che invece io (come chiunque) sono libero di criticare senza alcun altro obbligo, ma siccome ci tengo al futuro dell'ANPI e della memoria storica nazionale, mi fa piacere fare anche le mie banali proposte. Tanto più, che io dell'ANPI non faccio più parte.
Perchè la possibilità di dire NO solo se hai un Sì già pronto, è l'anticamera dell'autoritarismo, del "non si può fare altrimenti" e della dittatura.

Primo punto, che riassume le critiche mie e di altri, la politica fuori dall'ANPI. Ineleggibilità agli organi dirigenziali dell'associazione per i rappresentanti dei partiti, aventi cariche pubbliche od amministrative all'interno di formazioni politiche.
Punto secondo, educare alla Resistenza. "Io ho avuto la fortuna di frequentare le elementari proprio nell'anno del 50° anniversario della Liberazione" ho spiegato al mio interlocutore "e la nostra maestra ci ha fatto sviscerare l'argomento in ogni modo: poesie, disegni, recite scolastiche, testimonianze, visite a musei, gite, quell'anno quasi tutto il programma di italiano/storia ha roteato intorno alla Resistenza Partigiana". So che la scuola, già reduce dalla cura Gelmini, e prossima alla cura Profumo, non se la sta certo passando bene, ma una fase così importante della storia italiana non può essere elusa, e l'ANPI, che nel suo Statuto (Articolo 2, punto i) vanta anche lo scopo di "battersi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni", potrebbe fare da testimone nelle classi per raccontare e diffondere l'importanza della storia e dei suoi valori.
Punto terzo, partecipazione. La madre di tutte le banalità, il coinvolgimento, che crea socialità ed affiatamento. Non è certo facile e neanche immediato dar vita ad occasioni di questo genere, ma ricostruzioni, rappresentazioni teatrali, spazi di discussione, paragoni che attualizzino il problema, ponti con lo studio del Diritto che illustrino la nascita ed i collegamenti tra la Resistenza e la Costituzione, sono cose che l'ANPI ha la forza di fare.
Punto quarto, l'antifascismo oggi. L'associazioni non dovrebbe limitarsi solo a commemorare, ricordare e raccontare il passato;deve impegnarsi anche a plasmare le coscienze partigiane delle nuove generazioni, affinchè sappiano opporsi culturalmente ai rigurgiti autoritari che ciclicamente si riaffacciano nella storia.

Ma tutto questo, deve essere associato ad uno studio ancora più importante, quello del Fascismo, non come identità politica, ma come atteggiamento socioculturale oppressivo ed arrogante. Istruire al rispetto delle differenze, all'accettazione ed alla comprensione.

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lunedì 14 maggio 2012

Questi li Prendono, però... Giustamente

A quanto denuncia Franco Bechis su Libero, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che tanto si vantano e riempiono la bocca di critiche e dell'aver rinunciato ai rimborsi elettorali, non disdegnerebbero però i 'contributi ai gruppi consiliari' erogati ai consiglieri regionali.
Nel 2010, risulta da un'indagine, pare che in Emilia Romagna abbiano incassato oltre 190.000€. "Questi sì li hanno presi e pure spesi" scrive Bechis, illustrando le spese a cui hanno fatto fronte i grillini: quasi la metà per pagare personale aggiunto al gruppo; più di 28.000€ in consulenze; oltre 4.000€ in spese di rappresentanza; quasi 8.350€ sotto la voce 'spese varie'; i due consiglieri si sono inoltre elargiti quasi 11.000€ di rimborsi extra status regionali (oltre al loro rimborso fisso mensile).
Eccolo qui, il virus della 'mala informazione': accomunare, come fa il fazioso giornalista, i rimborsi elettorali alle spese di funzionamento del gruppo in Consiglio Regionale è scorretto: mentre i primi sono contributi per il sostentamento delle formazioni, inclusa la campagna elettorale, le seconde rappresentano i costi gestionali della Democrazia locale. E comunque, sia chiaro, io non sono contrario ai rimborsi elettorali (ne parlo qui e qui).
Resta da capire se questi grillini abbiano anche ben documentato le spese che sono andati a farsi rimborsare.

E, sì, li chiamo grillini, perchè come risulta dalla domanda di registrazione del marchio "Movimento 5 Stelle" (MI2012C002891), depositata in data 20 marzo 2012, esso appartiene al sig. Grillo Giuseppe.

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venerdì 11 maggio 2012

Sentenza Storica, Non Siamo Clandestini

La Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze di primo grado e d'appello contro Carlo Ruti, blogger siciliano, per il reato di "stampa clandestina". I blog non sono testate giornalistiche e non devono essere registrati in tribunale, il sunto; e di conseguenza non possono incorrere nel reato di stampa clandestina previsto dalla legge 47 dell'8 febbraio 1948, meglio conosciuta come legge sulla stampa.
"Il quadro normativo" spiega l'avvocato Guido Scorza sul suo blog "interpretato ed applicato dai Giudici di Modica e da quelli di Catania è, ancora, quello, ambiguo e confuso, sulla cui base questi ultimi sono pervenuti alle conclusioni ora travolte dalle decisione della Cassazione".
Una decisione storica e molto importante, quella della Cassazione, che, a logica, direi che cassa anche parecchi spunti bavagliaroli messi in cantiere dalla politica per fermare le voci libere del web.
I media ora auspicano la riforma della legge sulla stampa, e forse cogliere l'occasione dei tecnici al Governo per proporla potrebbe essere una scelta sensata.
Tempo fa feci anch'io le mie di proposte per liberare l'informazione e la comunicazione, il giornalismo e la libera espressione (qui).

Anche questo caso, comunque, dimostra che quando la politica non riesce a stare al passo coi tempi e dare risposte moderne alle questioni, è compito della Magistratura infondere quella spinta propulsiva per cambiare la società (come più o meno avvenne qui).

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Qualcuno Parla d'Altro

Non mi piace esercitarmi in vuoti esercizi di "benaltrismo", però, con i disoccupati quantificati dal Ministro Passera in almeno 5 milioni, i suicidi per la crisi degli ultimi mesi (anche se da confronti statistici non sembra ci sia un aumento, ndr), qualcuno sente la necessità di tirare fuori ancora la separazione delle carriere dei Magistrati (Pierluigi Battista sul Corriere, ndr).
Separare Giudici e Pubblici Ministeri non sono categorie così diverse, anzi. Come scriveva Bruno Tinti, il pm è una figura imparziale il cui compito non è sostenere l'accusa, ma fare le indagini per scoprire la verità. Il pm, se accertata l'innocenza del suo accusato, può e deve schierarsi per il suo proscioglimento.
Battista chiama inoltre in causa, come padre nobile e teorizzatore della cosa, Giovanni Falcone, Lo stesso che, appunto, da giudice istruttore, divenne pubblico ministero. Come quasi sempre si dice ultimamente, arriva anche a dire che è il modello della "stragrande maggioranza dei Paesi europei".
Non so se sia vero, ma l'Europa ci chiede qualcos'altro (anzi lo chiede agli altri): il 30 giugno 2000 il Comitato dei ministri al Consiglio d'Europa approvò una 'raccomandazione' che invitava gli Stati membri ad "adottare misure per consentire alla stessa persona di svolgere successivamente le funzioni di pm e poi di giudice, e viceversa" per "la similarità e la natura complementare delle due funzioni". Cioè proprio ad adottare il modello italiano.
E la separazione delle carriere, col divieto di passare dall'una all'altra, non esiste in quasi nessun Paese del continente: in Francia giudici e pm appartengono a un'unica carriera, come in Italia, in Belgio e in Olanda; in Germania la formazione di pm e giudici è unitaria, dopodiché le loro strade si biforcano, ma nulla vieta il passaggio dall'una all'altra; in Gran Bretagna poi non esiste il pm, e l'iniziativa penale è affidata alla polizia. In Portogallo erano divise, poi furono unificate dal dittatore Salazar per controllarle meglio, e successivamente nuovamente divise; ultimamente, però, si pensa di riunificarle, dato che si sta venendo a creare uno scontro di fama tra caste, inquisitrici e rabbiose. Sapete dove le carriere erano separate? Nella dittatura comunista dell'Unione Sovietica, "nota culla del diritto", ironizza Travaglio.
Già tempo fa feci le mie proposte in tema di Giustizia (qui), per snellirne e veocizzarne l'azione, e trovo l'idea della separazione delle carriere non solo inutile, ma anche dannosa e controproducente.

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giovedì 10 maggio 2012

A Cosa Servite, Allora?

Dopo le elezioni amministrative del weekend, con l'exploit del Movimento 5 Stelle, i rappresentanti di questa nuova forza politica sono spesso ospiti di interviste e salotti televisivi (nonostante il Guru del M5S Beppe Grillo li abbia ammoniti e ripresi per questo; volete continuate a dirmi che lui non c'entra niente con il Movimento?).
Comunque, nell'intervista ad un grillino c'è sempre il momento in cui salta fuori una misteriosa entità superdemocratica che tramite la rete potrà decidere su quali direttive dare ai suoi rappresentanti. "Saranno i cittadini che tramite internet interagiranno con chi li governa consigliando, votando e dicendo loro cosa fare e cosa serve" è una frase tipo del candidato del M5S.
Una riproposizione in chiave moderna dei soviet, quindi, se posso ardire il paragone.

Mi ero già espresso contro idee come queste, non perchè reputi i cittadini incapaci di operare le scelte giuste per amministrarsi, ma perchè ognuno deve fare il proprio, di lavoro. Già mio padre, inossidabile comunista, mi parla delle assemblee popolari come la giusta via da seguire per la politica e l'amministrazione della città, ora ci si mettono anche loro.
Ve lo immaginate voi un operaio, che dopo 8 ore di lavoro in fabbrica, arriva a casa stremato, e deve anche andare alla riunione cittadina (nella versione comunista) o sedersi al computer (nella versione grillina) per discutere (telematicamente o no) con altri operai, commessi ed impiegati, altrettanto stanchi, su dove per esempio piazzare il semaforo pedonale?
"Che palle" vien da dire passata la sbornia democratica per la novità "allora a cosa servono tutti questi parassiti pagati in Consiglio (Comunale, Provinciale, Regionale o addirittura in Parlamento) se poi dobbiamo decidere noi?".
Quella della Democrazia Diretta è certamente una delle idee più proficue, facendo il netto tra conseno riscosso ed impegno spesoci, ma mi sembra anche la meno responsabilizzante: "Io faccio quello che Voi decidete". Insomma, non sei un politico, sei solo una marionetta da ventriloquo.

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mercoledì 9 maggio 2012

Che Idea!

Alziamo l'iva! Mettiamo l'imu! No, meglio alzare l'accisa sui tabacchi! Anche quella sugli alcolici! Una nuova lotteria! Una tassa sugli animali da cortile! Sul mangime per gatti! Sui peli superflui! Meglio la patrimoniale alla francese! No, alla svedese!
Insomma, è tutta una rincorsa tra le dichiarazioni dei politici per individuare dove andare a prendere i soldi. O meglio, non dove, perchè alla fine quelle prese di mira sono sempre le nostre tasche, ma come, con quale nuovo e creativo escamotage.
Ma è possibile che questi geniali tecnici e politici strapagati sappiano solo inventare nuovi balzelli per raccogliere qualche spicciolo in qua e in là? Allora basta un semplice ragioniere, un contabile che metta sul bilancino le entrate e le uscite e le metta in pareggio.

I problemi sono più profondi e strutturali, e spero che adesso che è partita la 'caccia alla crescita' si comincino a considerare altri tipi di misure. Se no cambierà poco o niente.
Alla fine tocca anche a me dirlo: BASTA tasse, BASTA (e lo dico a tutti i leader politici che ultimamente si cimentano in questa pratica) continuare ad esercitarsi per trovare i modi più astrusi per depredare il contribuente, basta ad uno Stato vampiresco e soffocante che chiede, succhia e riscuote, per dirla come Oscar Giannino.
Servono soluzioni coraggiose, che aprano e liberino il mercato dal cappio di lobbismi e corporativismi vecchi di secoli. Scelte che rivalutino i nostri patrimoni, turistici, ambientali, artistici e culturali. Garanzie che salvaguardino il modello di Stato Sociale che negli anni abbiamo faticosamente conquistato. Infine, una giustizia efficiente e puntuale, intransigente, ma che conservi connotati umani, correttivi e solidali.

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martedì 8 maggio 2012

In Sardegna ci Provano

In questo weekend superelettorale europeo si è anche tenuto anche un referendum in Sardegna, una consultazione importante che, a livello regionale, ha tentato di porre un freno ai costi della politica, ed ha anticipato anche la tanto sospirata e richiesta abolizione delle province (che proprio sull'isola proliferano come funghi, ndr).

I risultati dello scrutinio dei dieci quesiti nelle 1.826 sezioni confermano la posizione dei sardi contro gli sprechi.
Referendum n. 1: "Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 2 gennaio 1997, n. 4 e successive integrazioni e modificazioni recante disposizioni in materia di Riassetto generale delle Province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove Province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali?" Si 96,94% - No 3,05%.
Referendum n. 2: "Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 1 luglio 2002, n. 10 recante disposizioni in materia di Adempimenti conseguenti alla istituzione di nuove Province, norme sugli amministratori locali e modifiche alla legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4?" Si' 97,60 - No 2,39;
Referendum n. 3: "Volete voi che sia abrogata la deliberazione del Consiglio regionale della Sardegna del 31 marzo 1999 (pubblicata sul BURAS n. 11 del 9 aprile 1999) contenente La previsione delle nuove circoscrizioni provinciali della Sardegna, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 2 gennaio 1997, n.4?" Si' 97,71 - No 2,28;
Referendum n. 4: "Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 12 luglio 2001, n. 9 recante disposizioni in materia di ''Istituzione delle Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio? Si' 96,87 - No 3,12;
Referendum n. 5: "Siete voi favorevoli all'abolizione delle quattro province 'storiche' della Sardegna, Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano?" Si' 65,98 - No 34,01.
Con questi primi 5 quesiti, i cittadini della Sardegna hanno deciso di eliminare le province dal territorio regionale; quello però relativo alle province 'storiche', era solo consultivo, e nonostante la vittoria dei "sì" per una vera riforma degli enti 'storicì occorre una norma costituzionale con la doppia lettura in Parlamento.

Referendum n. 6: "Siete voi favorevoli alla riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna da parte di un' Assemblea Costituente eletta a suffragio universale da tutti i cittadini sardi?" Si' 94,42 - No 5,57.
Referendum n. 7: "Siete voi favorevoli all'elezione diretta del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, scelto attraverso elezioni primarie normate per legge?" Si' 96,85 - No 3,14.
Questi quesiti mi lasciano un po' scettico: riscrivere lo statuto per arrivare dove? Poi, primarie per la scelta del Presidente, d'accordo, ma dovrebbero essere i partiti a far concorrere persone di loro fiducia; se si converge su un nome che però poi è inviso alla sua maggioranza siamo da capo.

Referendum n. 8: "Volete voi che sia abrogato l'art. 1 della legge regionale sarda 7 aprile 1966, n. 2 recante ''Provvedimenti relativi al Consiglio regionale della Sardegna'' e successive modificazioni?" Si' 97,17 - No 2,82;
Referendum n. 9: "Siete voi favorevoli all'abolizione dei consigli di amministrazione di tutti gli Enti strumentali e Agenzie della Regione Autonoma della Sardegna?" Si' 97,06 - No 2,93.
L'Assemblea sarda, durante la discussione sulla Finanziaria 2012, ha già bocciato un emendamento sul tema, e dovrà dire la propria sull'eliminazione dei Consigli di amministrazione di enti e agenzie regionali. Il referendum è solo consultivo e quindi non vincolante per definire i nuovi assetti degli enti strumentali.

Referendum n. 10: "Siete voi favorevoli alla riduzione a cinquanta del numero dei componenti del Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna?" Si' 98,27 - No 1,72.
Un corteggiamento anticasta, ormai immancabile in ogni tornata, per ridurre gli stipendi dei consiglieri regionali, agganciati a quelli dei parlamentari italiani (circa l'80%), e per ridurre il numero degli stessi (da 80 a 50); soluzione su cui, almeno a livello nazionale, non sono molto d'accordo (come dicevo qui). Dovrà essere ora l'Aula di via Roma a dettare le nuove norme decidendo quale sarà il nuovo 'compenso'.

Una lezione di democrazia diretta dal basso (credo costituzionalmente inapplicabile su base nazionale) che lambisce l'antipolitica in maniera secondo me analitica e seria, senza scadere nella demagogia e nel qualunquismo.
I quesiti consultivi non sono vincolanti, ma rimangono comunque un segnale importante ed una traccia della volontà del popolo sardo. Anche il Presidente Cappellacci (PdL) ha cavalcato la tornata, vedremo ora se si batterà con la stessa passione per attuarne l'esito.

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lunedì 7 maggio 2012

Farete la Stessa Fine

Ieri sera seguivo via Twitter i primi spogli elettorali di Francia e Grecia. Quello più interessante era il secondo, che rappresentava anche una sorta di referendum sulla permanenza in Europa.
Ma l'attenzione, invece, era tutta puntata su quanto accadeva oltralpe. Non solo in rete, anche sui media tradizionali; su sei canali d'informazione all-news, neanche uno era dedicato da SkyTG24 alle consultazioni elleniche.
Via Twitter ho visto tutti i miei contatti del PD esultare per la vittoria di Hollande. E qui mi è sorto il primo dubbio: ma che c'entrate voi con il PS francese?
Voi che avete addirittura preteso di cambiare il nome del gruppo al Parlamento Europeo per aderirvi (da 'Gruppo del Partito del Socialismo Europeo' ad 'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici'), che c'entrate con i socialisti?
Voi che vi inginocchiate ad ogni colpo di tosse del Vaticano, che siete contrari ai matrimoni per gli omosessuali o anche solo al diritto di scegliere che fare della propria vita, che c'entrate con i socialisti e con la laicità?
Molto più caotica la situazione in Grecia: i partiti che finora hanno sostenuto il governo tecnico di Papademos, che ha imposto l'austerità ed il rigore europeista nel paese, sono stati di molto ridimensionati, a vantaggio delle ali più estremiste, i neonazisti di Alba Dorata ed i neocomunisti di Spyriza.

E così, su Twitter è comparsa un'Anna Finocchiaro tutta gasata per gli exit-poll su Hollande "La sua vittoria è una buona e bella notizia per noi, per l'Italia e per l'Europa" alla quale ho risposto "meglio che pensiate alle elezioni in Grecia, perché è quello il vostro futuro".
Non pensino, lei ed il PD, alle prossime consultazioni di raccogliere consenso a piene mani, perchè faranno la stessa fine (visto che vogliono fare i socialisti) del Pasok, il partito socialista greco, che paga il suo appoggio al governo tecnico e viene scavalcato dalla sinistra.

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'Compagni che Sbagliano' li Chiamavano

Mi ha lasciato un po' stupito, e non solo me, la decisione della Lega (per bocca dell'exministro leghista Calderoli) di offrire assistenza legale al signor Martinelli. Si tratta di quell'uomo di Bergamo che venerdì scorso si è barricato all'interno di un ufficio dell'Agenzia delle Entrate tenendo in ostaggio 14 persone.
Quando un partito politico offre l'assistenza legale a qualcuno, generalmente lo fa perchè lo considera un prigioniero politico e ne condivide la lotta.
Viene naturale accostare l'odierno atteggiamento leghista al 'soccorso rosso' del PCI degli anni '70 in aiuto dei compagni accusati di terrorismo.
Se la rivolta sociale contro Equitalia può essere un sentimento comune, è bene ricordare a Calderoli che lui e la Lega hanno contribuito alla ratifica di tutti i provvedimenti per l'agenzia di riscossione, nelle ere Tremonti.

La domanda che rimane è "Martinelli è un Prigioniero Politico per la Lega Nord?". La Lega Nord giustifica il prendere in ostaggio 14 persone (e non con un cutter, ma con due pistole ed un fucile, più quelli sequestrati nella sua abitazione) come strumento di lotta verso uno strapotere che anche lei ha contribuito a dare alla riscossione dei debiti?

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venerdì 4 maggio 2012

Come Scoprire l'Acqua Calda

L'idea del segretario del PdL riguardo i debiti che lo Stato ha con le aziende a me pare un'ovvietà.
Sento Giannino ogni sera (lo ascolto in replica) inveire contro uno Stato vampiresco che quando c'è da riscuotere è zelante come una tata inglese, molto meno quando deve ripianare i suoi debiti con i privati.
Già il Ministro Passera aveva avanzato un'ipotesi, quella di ripagarli utilizzando i Titoli di Stato, che comunque possono servire da garanzia allo sportello di una banca per avere prestiti; ma di questa proposta non se ne è più saputo niente.
L'idea di Alfano, stranamente però uscita solo ora, non quando era al Governo e poteva farlo benissimo, è quella di scontare questi crediti dalle tasse che i privati beneficiari sono chiamati a pagare. E questo, per me, è come scoprire l'acqua calda.

Poi, si dirà, non si può trattare lo Stato al pari di un comune industriale, e su questo sono d'accordo, ma questo non può e non deve poterlo mettere in condizione di mancare ai suoi doveri fiscali.
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giovedì 3 maggio 2012

Libertà di Stampa, qualcuno Dice Ancora che non c'entrava Niente?

Esce oggi, come ogni anno, il rapporto dell'ong Freedom House, secondo cui nel nostro paese il sistema dei media è leggermente più indipendente dopo le dimissioni del Cavaliere.
L'Italia resta l'eccezione "parzialmente libera" dell'Europa occidentale, con solo la Turchia a livello più basso. Migliora di un punto nella classifica, a livello di Hong Kong e Guyana.
È quanto si legge nel rapporto annuale relativo alla libertà di stampa pubblicato da Freedom House, organizzazione indipendente statunitense che si occupa di monitorare il grado di libertà civili e politiche nel mondo.
Con le dimissioni del Cavaliere, scrivono i relatori, “è significativamente diminuita la concentrazione dei media nel Paese (…) Berlusconi è infatti uno dei principali proprietari di mezzi d’informazione e la sua posizione politica gli aveva anche garantito il controllo dei media di Stato, compresa la capacità di influenzare le nomine dei dirigenti e dei giornalisti chiave”.

Cresce la preoccupazione per la situazione in paesi come Siria, Yemen, Somalia, Baharain. Dal primo gennaio del 2012, Reporter sans frontieres ha documentato l’uccisione di 21 giornalisti e 6 cittadini che si occupano d'informazione. Uno ogni cinque giorni.
I reporter incarcerati sono 162, ma la cifra sale a oltre 280 se consideriamo anche i blogger o chi si occupa della diffusione di notizie in rete. Solo il 14,5% della popolazione mondiale vive in paesi con un’informazione libera.

I tre paesi scandinavi guidano come ogni anno la classifica chiusa da Bielorussia, Cuba, Guinea equatoriale, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Turkmenistan e Uzbekistan. Gli Stati Uniti restano tra le prime posizioni ma perdono punti.
“Diverse democrazie" si legge ancora "hanno minato l’ambiente ideale per la libertà di stampa", come Cile e Ungheria, che passano da 'liberi' a 'parzialmente liberi'. La Cina resta 'il paese con il più sofisticato sistema di repressione' in materia, intensificato con il sorgere dei nuovi sistemi di comunicazione, così come in Russia, Iran e Venezuela. Inoltre, il Messico, con dieci omicidi nel 2011, si conferma “uno dei posti più pericolosi al mondo per i giornalisti”.

Quello della Libertà di Stampa può sembrare un problema secondario della Democrazia, dopo il Lavoro, la Dignità, i Diritti, eccetera eccetera, ma ritengo sia invece uno di quei pilastri da cui dipendono gran parte delle altre libertà civili e sociali del panorama democratico. Senza l'Informazione, la Conoscenza e la Consapevolezza non si riuscirà mai a lottare per qualcosa Insieme, in modo Compatto, Armonico e Coerente.

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Ho il Vaffanculo sulla Punta della Lingua

Il Governo dei Tecnici assume altri SuperTecnici per individuare le sacche di spreco nella politica dove poter andare a tagliare. Trattasi di Enrico Bondi, superesperto di risanamenti societari, Francesco Giavazzi, economista, e, udite udite, Giuliano Amato.
“Giuliano Amato nominato super-consulente (...) sui soldi pubblici ai partiti" scrive Grillo sul suo blog "è uno schiaffo agli italiani. Una pernacchia. Un potente vaffanculo della Casta. Una provocazione. È come buttare un fiammifero acceso in un pagliaio”. E non posso che dargli ragione.
Ex-Presidente del Consiglio, ex-Ministro dell'Economia, dell'Interno, delle Riforme, delle Riforme Costituzionali, 5 legislature in Parlamento, Cavaliere di Gran Croce, 31 mila e passa euro di pensione al mese. Nel 2008 disse "sono in politica da 50 anni: mi ritiro".
Amato, il cassiere di Craxi che non sapeva mai niente, uno dei protagonisti del ciclone Mani Pulite uscito praticamente illeso dalla tempesta; 20 anni fa, quando tentò di salvare il PSI dallo tsunami-Tangentopoli, affermò: "Non so quanto realmente costino i partiti. Certo molto più di quello che ricevono come contributo statale". E' LUI L'UOMO CHE SALVERÀ L'ITALIA?!

Ma non è tutto, perchè i nostri tecnici "al quadrato" hanno anche dato vita al nostrano 'Cahiers de doléances', in cui i cittadini potranno fare da delatori e segnalare essi stessi gli sprechi della pubblica amministrazione.
Cioè capite? Non solo hanno nominato (pagati dagli Italiani) tutti questi nuovi supertecnici, commissari e controllori, ma noi cittadini e lavoratori dovremmo anche perdere tempo per spiegare ad AMATO dove andare a tagliare?
A parte che io ho altro da fare, cosa dovrei dirgli? Tipo "Ho saputo al Senato spendono in media 58.000 euro al mese per fare le fotocopie, non è il caso di intervenire?". Perchè lui che è lì da più di 50 anni magari non lo sa.

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mercoledì 2 maggio 2012

Neanche gli Opportunisti sanno Fare

Ieri il Governo è stato battuto sulla votazione di un testo riguardante le pensioni dei manager pubblici.
"Grazie alla Lega, affossato il decreto salva-vergogna. In aula al Senato il governo è andato sotto sull'emendamento riguardante la norma che prevedeva di non toccare le pensioni dei grandi commis di stato. E' stato così approvato un emendamento soppressivo di questa disposizione" spiegano dal Carroccio. Si trattava nello specifico del comma 2 dell'articolo 1 al dl correttivo del decreto liberalizzazioni.
Hanno votato a favore del provvedimento PdL, Lega e IdV (124 voti a favore, 94 contrari e 12 astenuti.).

Il giornalista David Parenzo ha definito quello del Popolo della Libertà puro opportunismo pre-elettorale, visto che questo weekend si andrà alle urne.
Ecco, forse è così, e meno male che l'ennesimo cavillo vergogna è stato corretto, ma il PD e il Terzo Polo, nella loro cieca fedeltà alla non-politica rappresentata dall'esecutivo tecnico, non riescono neanche a cogliere la palla al balzo per tentare di lustrarsi un attimo la faccia votando una cosa come questa.

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martedì 1 maggio 2012

E per Lui, invece?

In questo periodo di austerità, si cerca di risparmiare su tutto, e finisce al centro delle polemiche sui tagli anche il Concertone del Primo Maggio. Ed il Sindaco di Roma Alemanno chiede ai sindacati di dare il loro contributo per le spese di pulizia, sicurezza ed assistenza sanitaria.
"I Sindacati si impegnano ogni anno per trovare gli sponsor all'evento" spiegano i rappresentanti "per le normali spese di gestione se ne è sempre occupata l'amministrazione cittadina" e rilanciano "Roma dovrebbe sentirsi onorata di ospitare il concerto".

Ora, a prescindere dalle diverse opinioni che si possano avere in proposito, come mai lo stesso ragionamento non si è mai neanche accennato per le visite del Papa in giro per le città italiane? (ad esempio, la visita a Milano del mese scorso è costata 3 milioni di euro a Palazzo Marino, soldi dei parcheggi, della ZTL, dell'imu degli abitanti spesi per la visita di un Capo di Stato straniero, ndr)

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