venerdì 28 ottobre 2011

Tutti in Gita!

Un altro scossone fa tremare il sacro ruolo dell'istruzione in Italia.
Dalla scuola che non forma più dei Cittadini, ma dei Lavoratori (suonare Gelmini per altre informazioni), passiamo oggi a quella che forma dei meri Consumatori, rendendo l'apprendimento in una mera esperienza di marketing.
Ecco qua un'altra grande importazione dagli Stati Uniti: con l'apertura dell'Apple Store di Bologna, molte scuole elementari hanno ricevuto un singolare invito (almeno in Italia, perchè come dicevo negli USA sono già una realtà): “Porta i tuoi studenti in gita all’Apple Store per un’esperienza di apprendimento indimenticabile”.
E quale esperienza indimenticabile potrà mai essere fatta in un negozio, per di più monomarca? Ovvio, "creare album fotografici in iPhoto, montare video in iMovie, creare presentazioni in Keynote e persino comporre la loro musica in GarageBand".
Interessante, se non fosse a dir poco spaventoso il contesto in cui si inseriscono.

Intendiamoci, a chi non è capitato, a scuola, di andare in gita in una fattoria o in una fabbrica? Ma qui siamo oltre, non si tratta di studiare le arti ed i mestieri o vedere dal vivo i processi di lavorazione della materia prima, questa è pubblicità bella e buona.
Non ci sarebbe neanche niente di male ad apprendere le potenzialità delle nuove tecnologie, ma sicuramente non è la boutique di un marchio così elitario, snob e chiuso come Apple l'ambiente migliore per imparare cosa siano il mercato e la concorrenza.

Molti genitori sono, giustamente, insorti contro la decisione delle dirigenze scolastiche “La mia idea è che la maestra abbia visto come una bella occasione quella di portare i bimbi in quel tempio della tecnologia, senza (forse un po’ ingenuamente) pensare al fatto che dal punto di vista di un’azienda come la Apple i bimbi non sono solo alunni ma anche figli di clienti”, e, guarda caso, questa cosa succede proprio poco prima di Natale!
Spero a questo punto presidi e docenti abbiano un rigurgito di buon senso e ricordino qual'è il loro ruolo, quale sia la fondamentale missione per la crescita e lo sviluppo della società per cui si sono impegnati accettando l'incarico di educare i bambini.

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Uso Abusivo di Fede

Benedetto XVI è riuscito a trasformare il meeting di Assisi, che doveva essere un'occasione di riflessione e dialogo (tant'è che aveva invitato anche quattro non credenti, ndr), nell'ennesimo attaco ateofobico: sarebbe "l'assenza di Dio" la causa sovrana della violenza, la negazione del divino “corrompe l'uomo, lo priva di misure, gli fa perdere l'umanità"; invece, l'uso della violenza in nome della religione sarebbe soltanto “un utilizzo abusivo della fede cristiana”.
Lo scrive la UAAR in un comunicato stampa, e per bocca del suo segretario, Raffaele Carcano, sottolinea che "in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra" (a differenza, per dirne una a caso, delle Crociate, ndr) e che "i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore".
Ma la chicca arriva ora, perchè nei suoi esempi, il Pontefice porta anche i campi di concentramento come conseguenza dell'ateismo.
C'è di che strofinarsi le mani, per Carcano (senza offesa, ma io al suo posto non avrei creduto alla ghiotta occasione servitami su un piatto d'argento, ndr) e ricordargli come i campi “sono il frutto del millenario antisemitismo cristiano. Adolf Hitler credeva in Dio, mentre gli atei erano fuorilegge durante il nazismo. Il motto della Wehrmacht era 'Dio è con noi'" e la stoccata finale "Ratzinger lo sa benissimo, avendo servito nell’esercito tedesco”.

Eh, caro Benny16, è finito il tempo in cui il Clero poteva permettersi di raccontare qualsiasi patacca al popolo bue, ignorante e servile. Se l'ateismo si va sempre più diffondendo nel mondo, cosa che ammette e preoccupa lo stesso Papa, è anche per colpa di questa Chiesa sempre più autoreferenziale, chiusa, arcaica, retrogada ed avversa al dialogo e all'apertura.
E sia chiaro, prima che qualcuno si senta offeso, non mi permetterei mai di criticare la Fede o la Religione, solo osservo come ancora una volta in sua vece si pretende di distorcere la realtà, di demonizzare chi non crede o crede in modo diverso.

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giovedì 27 ottobre 2011

Quale Reato ha Commesso?

La miccia l'ha accesa il Presidente della Camera Gianfranco Fini l'altra sera a Ballarò, commentano le posizioni del Carroccio in tema di previdenza, e ricordando come la moglie del Ministro Bossi, Manuela Marrone, sia una baby-pensionata dall'età di 39 anni, in virtù del suo lavoro di insegnante.
E le bombe collegate a questa miccia sono esplose, la più fragorosa nell'aula di Montecitorio, con una rissa tra i deputati Barbaro (FLI) e Rainieri (Lega Nord). Era stato il capogruppo leghista Reguzzoni il primo ad attaccare Fini per la 'caduta di stile' in tv, e tutto il gruppo poi ne chiedeva le dimissioni.
Ed ecco scattare la 'caccia alle streghe' contro la Marrone: "LEGA LADRONA!" si sente tuonare in rete.

Ma scusate, qual'è la sua colpa? Lei ha semplicemente seguito le leggi vigenti al tempo; critichiamo piuttosto chi quella legge l'ha concepita e realizzata (credo l'istituzione delle baby-pensioni derivi dal DPR n.1092/73, durante il IV° Governo Rumor, Presidente della Repubblica Giovanni Leone).
Poi vogliamo dire che la legge era ingiusta? Certamente, diciamolo, ma se adesso diventa 'ladro' anche quello che onestamente si comporta secondo le leggi, siamo proprio alla frutta. Dal mio punto di vista, poi, ce ne sono tante di leggi ingiuste, e allora che facciamo, critichiamo tutti quelli che seguono delle leggi ingiuste?

Vi prego, non fatemi fare il difensore della Lega!
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mercoledì 26 ottobre 2011

Ecco Come Funziona

Nella puntata di lunedì de 'La Zanzara', su Radio24, l'Onorevole Pirovano, Deputato e Presidente della provincia di Bergamo, ci spiega come funziona la 'democrazia interna' della Lega Nord: "Quando nel 1996 entrammo in Parlamento Umberto Bossi ci disse a tutti: 'voi siete delle pedine e non dovete pensare, dovete fare quello che vi dico io, e basta'. Nella Lega Nord ha sempre funzionato così, ha deciso tutto lui, e siccome va bene, non vedo perché dovrebbe cambiare. Meno si agisce in funzione delle proprie idee, meglio è."

Ovviamente, non c'è da stupirsi, la Lega è nata e cresciuta proprio sotto l'impulso dei 'capi-popolo' (o sarebbe meglio dire capi-mandria), non è frutto di un organico lavoro ideologico di gruppo. Ed anche per questo, al suo interno, nel cosiddetto 'cerchio magico', qualcuno sta già preparando la 'lista nera dei maroniani', di quelli cioè che vorrebbero un partito più democratico ed autonomo rispetto all'ingombrante alleato berlusconiano.

martedì 25 ottobre 2011

Ad Ognuno il Suo

Ucciso Gheddafi, subito hanno preso a circolare in rete (e sui giornali) le macabre foto del cadavere del tiranno. E tutti ora hanno un sussulto di democrazia, dicendo che bisognava fargli un regolare processo per i crimini di cui era accusato.
Giusto, certo, ma anche Mussolini fu giustiziato senza processo, come ci ricorda spesso la nipote Alessandra, e non mi pare che il Popolo Italiano si sia allora espresso con lo stesso sdegno.
Quello che voglio dire è che, anche se condivido questi sospiri giustizialisti e sinceramente democratici, non posso non capire la voglia del Popolo Libico di liberarsi, finalmente e definitivamente, del loro dittatore, e abbiano preferito sparargli a sangue freddo. Come Noi facemmo con il Nostro. Anzi, il nostro dittatore fu anche esposto al pubblico ludibrio nel celebre Piazzale Loreto, dove fu preso di mira da spari e lanci di ortaggi.
Poi forse, in Libia passeranno dalla padella alla brace, ma è ancora un po' presto per giudicare.

Chiudo con una freddura satirica presa dall'eccelso Spinoza, perchè la morte di un essere umano non dovrebbe mai essere qualcosa da festeggiare, ma vi prometto che è la penultima volta.

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lunedì 24 ottobre 2011

Loro Sì e Lui No?

Quando 'Er Pelliccia' ci ha raccontato che stava lanciando un estintore per spegnere un incendio, credo che tutti ci siamo lasciati scappare un sorrisetto sarcastico e, ovviamente, incredulo.
Ma quando l'exministro Scajola ci ha raccontato che la casa dove abitava era stata 'pagata da altri a sua insaputa', o quando Bossi ha detto di non riferirsi a Brunetta quando parlava di 'quel nano di merda di Venezia che sta nel governo', o quando Frattini si lascia andare ad un "non so spiegare come il signor Lavitola sia finito in quelle foto, forse si trovava a passare per caso in Albania", o Berlusconi che nega l'evidenza trasmessa in mondovisione dell'Editto Bulgaro, o al TG1 il direttore Minzolini ci dice che il Presidente del Consiglio è 'sempre stato assolto' dai suoi processi (una rettifica che i compagni -non so se siano comunisti, ma di certo sono anche loro dei Nuovi Partigiani- di ValigiaBlu aspettano da oltre 600 giorni), vorrebbero farci credere che quella è davvero la verità.

Ora, lungi da me difendere i violenti del 15 ottobre a Roma, ma perchè ai personaggi elencati sopra è concesso il diritto di sparare balle galattiche anche davanti all'evidenza, e soprattutto dall'alto del loro rango di privilegiati, mentre quelle di Er Pelliccia vanno archiviate come insostenibili cavolate?

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venerdì 21 ottobre 2011

In Chiave Responsabile

Si è aperto oggi a Roma il primo congresso del Movimento di Responsabilità Nazionale, la formazione, rappresentata alla Camera dal gruppo Popolo e Territorio, nato per sostenere il Governo dopo le fuoriuscite di Futuro e Libertà. Sull'origine di questa componente si sono sprecate le definizioni quantomento sospette, come raccontavo qui.
"Stato, Cristianità, Famiglia" questo lo slogan dell'evento, che evoca buie similitudini: "Dio, Patria, Famiglia" era infatti la salmodia dei valori nientemeno che del Partito Fascista; ma già alla nascita del MRN i promotori furono accusati di aver copiato il loro manifesto da quello originario del PNF. I contatti tra i rappresentati del MRN (in particolare la sua incarnazione assoluta, l'Onorevole Scilipoti) e l'estrema destra sono stati frequenti ed intensi negli ultimi tempi: Gaetano Saya, segretario del Partito Nazionalista Italiano, ha tenuto una conferenza stampa con Scilipoti il 29 settembre scorso alla Camera dei Deputati.
Sarà presente, ovviamente, anche il Presidente del Consiglio, che a loro deve la tragicomica prosecuzione del suo Governo.

Chi fa parte di questo surreale schieramento? Deputati di ogni estrazione:
Scilipoti Domenico (ex IDV)
Calearo Ciman Massimo (exPD)
Moffa Silvano (exPDL)
Soglia Gerardo (exPDL)
Ruvolo Giuseppe (exUDC)
Squilini Maria Grazia (exPDL)
Stasi Maria Elena (exPDL)
Grassano Maurizio (exLNP)
D'Anna Vincenzo (exPDL)
Pionati Francesco (exUDC)
BelCastro Elio Vittorio (exMPA)
Catone Giampiero (exPDL)
Caseario Bruno (exPD)
Gianni Pippo (exUDC)
Guzzanti Paolo (exPDL)
Iannaccone Arturo (exMPA)
Lehner Giancarlo (exPDL)
Marmo Roberto (exPDL)
Milo Antonio (exMPA)
Mottola Giovanni Carlo Francesco (exPDL)
Nola Carlo (exPDL)
Orsini Andrea (exPDL)
Pisacane Michele (exUDC)
Polidori Catia (exPDL)
Porfidia Americo (exIDV)
Razzi Antonio (exIDV)
Romano Francesco Saverio (exUDC)
Taddei Vincenzo (exPDL)

Questi sono i nomi di chi tiene in piedi questo esecutivo; pensateci, prima di accusare i Radicali (ne parlo qui).

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giovedì 20 ottobre 2011

Fatte coi Piedi


Quello delle poste, dopo una privatizzazione un po' incauta a fine millennio, è un esempio calzante del ragionamento che voglio esporvi. Servizi come questo si avvalgono di infrastrutture fisiche non facilmente replicabili, come ad esempio gli uffici, o più semplicemente le cassette postali: vi immaginate se si liberalizze ora il settore, cosa succederebbe?
Decine, centinaia di cassette postali di ogni forma e colore attaccate ad ogni metro di muro libero... una situazione paradossale che mi fa venire in mente uno dei primi spot della Infostrada con le cabine telefoniche dei due diversi gestori.
Comunque, il punto è che bisogna (bisognava) scorporare le strutture prima di liberalizzare (o privatizzare) un servizio, per evitare si crei una situazione di monopolio (come ora è quello postale; ci sono i corrieri, è vero, ma non è proprio la stessa cosa..).
Un ufficio postale universale, in cui tu vai per spedire qualcosa, scegli l'operatore epistolare che preferisci, l'impiegato mette timbro o francobollo e smista al postino giusto. Sarebbe stato facile, no?

Invece ora abbiamo un monopolista, imbrigliato nelle partecipazioni statali, che ha trasformato l'ufficio in una banca/ufficio turistico/libreria/bazar... c'è di tutto, tranne le libertà di scegliere.

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mercoledì 19 ottobre 2011

E' Colpa Vostra, Non Sua

Michele Iorio si è riconfermato alla guida della regione Molise. Per una volta, come facevo notare qui, hanno vinto Iorio ed il PdL, non il brand Berlusconi. E' stata una vittoria di misura, con un margine addirittura inferiore all'1%, ed ancora una volta gli sconfitti del PD, invece di farsi un esame di coscienza, giocano allo scaricabarile e rimpallano le responsabilità.
“Per un pugno di voti in Molise vince il candidato di destra (...) grazie ai voti di Grillo, tolti al centrosinistra. Come in Piemonte” dichiara a sproposito Franceschini. Il Movimento 5 Stelle ha infatti conquistato il 5,6% dei consensi, ma non li ha sottratti a nessuno: come in ogni democrazia degna di questo nome, li ha regolarmente ottenuti alle consultazioni.
Se il PD ha perso, forse, è perchè ha scelto di candidare un ex-berlusconiano (ed ex di Iorio) come Paolo Frattura. Poi possiamo accusare Grillo di essere un esasperato populista, qualunquista e vomitare demagogie inutili, tutto vero, ma ha pieno diritto, come qualunque altro cittadino, di fare politica ed impegnarsi attivamente per il suo paese. Non è stato il M5S a far perdere il PD, è meglio dire che è stato il PD, con la sua offerta politica incostintente e la sua immagine incerta, ma purtroppo con un bagaglio storico di consensi, a far perdere il M5S e vincere il PdL.

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martedì 18 ottobre 2011

Questa l'ho Già Sentita

Parliamo di televisione: ha chiuso con due puntate di anticipo la trasmissione di mediaset Baila!
Per dirla tutta, quella andata in onda era una versione diversa dall'idea originale, modifica imposta per via delle troppe somiglianze con Ballando con le Stelle, programma di successo sulla Rai.
Che poi Baila! sia anche stato un floppone storico, c'entra e non c'entra.

Nel comunicato stampa che annuncia la fine anticipata della trasmissione si accusa “una conduttrice e un’azienda concorrente” (che poi sarebbero Milly Carlucci e la Rai, appunto, che avevano presentato ricorso contro il clone), ma soprattutto, e qui sta il deja-vu (o deja-ecoute), si dà la colpa ai GIUDICI!
Anche stavolta le toghe rosse ci hanno messo lo zampino.

Niente paura, però, Mediaset annuncia di essere pronta al grande ritorno: "E’ già infatti allo studio un nuovo programma Mediaset dedicato al ballo che, magistratura permettendo, saprà incontrare i gusti dei telespettatori".
Eh già, la colpa è dei magistrati, che scelgono addirittura cosa mandare in onda e cosa no... comunque, se si partorissero idee originali invece che questi insulsi scopiazzamenti, magari nessuno avrebbe niente da dire.

lunedì 17 ottobre 2011

Tutti Addosso ai Radicali

Ha destato scandalo la scelta dei deputati Radicali di partecipare al voto sulla fiducia al Governo Berlusconi; nelle ore successive tutti a dar loro la colpa per l'esito della votazione, che ha riconfermato l'esecutivo. Il loro rappresentante storico Pannella è stato anche preso di mira da diversi contestatori, che hanno bollato come 'venduti' e 'servi' lui e i colleghi della delegazione.
Ora, capirei gli insulti se avessero votato Sì alla fiducia, ma loro hanno votato CONTRO. E allora qual'è il problema?

Le altre opposizioni avevano deciso di non partecipare alla prima chiama del voto, per tentare di far mancare il numero legale. Loro invece hanno scelto di votare subito, scatenando le reazioni degli altri deputati, in particolare quelli del PD che li ospitano nel gruppo. Una scelta forse impopolare, viste le conseguenze, ma fatta in virtù della loro legittima opinione di sacralità delle istituzioni.
"Sono degli stronzi che galleggiano senz'acqua" è arrivata a tuonare la Bindi. Cara Rosy, vogliamo parlare del PD e come le sue assenze siano state determinanti svariate volte? (ad esempio, qui)
I numeri: i presenti erano 617, per cui il numero legale era 309; supponendo i favorevoli (316) abbiano votato tutti alla prima chiama, sarebbe comunque fallito l'agguato delle opposizioni.
Ma se anche non si fosse raggiunta la quota minima al primo appello, è solo UNA PRASSI quella per cui il Presidente del Consiglio si debba dimettere in caso di mancato raggiungimento del numero legale, ma come sappiamo con le prassi Silvio ci fa quello che fa Bossi col tricolore. La legge impone solo di stabilire una nuova data per il voto, e Silvio avrebbe continuato a ricalendarizzarla anche fino alla fine del mandato pur di non dimettersi.

Maurizio Turco, Deputato Radicale, in una nota diffusa dopo il voto, non manca di lanciare una frecciatina agli altri colleghi dell'opposizione: "(...) i Radicali non sono stati in alcun modo determinanti: né al raggiungimento del quorum né a quello della fiducia (e comunque hanno votato NO, ndr). Al contrario dei due deputati del PD e dei due deputati dell’IDV passati alla maggioranza da qualche mese".

Lei Non ne ha Paura

In una società in cui siamo abituati ad una schiera di aspiranti monopolisti, che preferiscono erigere cartelli piuttosto che misurarsi con la concorrenza, ci sono ancora persone di talento, che sanno innovare, imporsi in settori statici e saturi, e sicure della loro offerta. Sabato ho avuto il piacere di conoscere un'imprenditrice che non ha paura del libero mercato.

Tutto comincia in un chiosco di piadina romagnola a Milano Marittima (non sono adorabili i cliché?); la titolare è frizzante, si sente professionalmente all'apice e racconta di essere già proprietaria di due chioschi e socia in un terzo.
Con ironia faccio il mio commento politico "Lo so che punti ad avere il controllo di tutte le piadinerie per poi portare i prezzi alle stelle... 20€ per una squacquerone e rucola.." sempre con il sorriso sulle labbra, aggiungo "Bisognerebbe impedire questi monopoli...".
Scatta la tipica obiezione da manager muffo e polveroso che si sente strappare il mercato da sotto i piedi "Beh, se una persona ha idee, spirito ed ambizione, perchè la devi fermare?".
Ovviamente, me l'aspettavo. "Certo, però liberalizziamo le licenze" rispondo in tono fermo.
Ed ecco la miglior risposta liberale degli ultimi 150 anni, altro che i corporativismi assortiti di questo centrodestra: "Per me puoi mettere anche una fila di chioschi uno accanto all'altro, che tanto vinco io, la gente li prova tutti poi viene da me perchè il mio prodotto è il migliore!". Rimango basito, piacevolmente stupito ed ammirato.
Annuisco senza parole, e le stringo la mano con soddisfazione.

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venerdì 14 ottobre 2011

Giornalista in Carcere ad Enna, il problema sono le Regole

Ecco che le regole vacillano, e si rischia un arroccamento ancor più limitativo per la libertà d'informazione.
La storia viene da Enna, dove una giornalista è stata condannata a 20 giorni di carcere per essersi avvalsa del "segreto professionale" circa le sue fonti.
Giulia Martorana, 51 anni, è una collaboratrice dell'agenzia Agi e del quotidiano La Sicilia, ma è una pubblicista; ossia, secondo la legge italiana, svolge attività giornalistica non occasionale e retribuita ma che esercita altre professioni o impieghi (legge 69/1963, art. 1, IV comma) a differenza del giornalista professionista "che esercita in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista".
Apro una parentesi, perchè ci tengo a sottolineare che nella pagina relativa al percorso professionale del famigerato Ordine dei Giornalisti non si fa menzione di 'altre occupazioni o impieghi', ma ci si trova rimandati a corsi autorizzati, praticantati presso redazioni ed esami di idoneità.

Sia chiaro che il giudice monocratico di Enna che ha emesso la sentenza ha solo applicato la legge, contro la quale ora insorgono FNSI ed Assostampa "sentenza ingiusta e incomprensibile che ripropone il problema di una urgente e non più rinviabile riforma della legge istitutiva dell'Ordine dei giornalisti, che oggi non è più in grado di rappresentare correttamente la realtà della professione".
Amareggiata ed incredula, la stessa Giulia riconosce che "il giudice ha applicato, se pure con molto rigore, una norma che non consente ai giornalisti pubblicisti di avvalersi del segreto professionale. Spero che questa vicenda serva a far aprire un dibattito sull'etica del giornalista e sulla sua tutela estendendo il segreto professionale anche ai pubblicisti che sono la categoria grazie alla quale, ogni giorno escono i quotidiani in tutta Italia".

Mi ero già espresso sul ruolo mediaticamente censoreo e liberticida dell'Ordine dei Giornalisti (qui), nonchè corporativo e lobbista economicamente. La situazione appena raccontata mette in evidenza un altro profondo limite di quest'istituzione, che crea al suo stesso interno un'altra casta ancor più elitaria.
Il giudizio e la concessione di diritti per i giornalisti non deve avvenire per "chi si è" o "per la qualifica che si ha", ma per "cosa si fa", ossia si informa e si contribuisce alla crescita civile. Poi, chiaramente, il magistrato ha tutto il diritto di chiederne le fonti, ed il giornalista ritengo dovrebbe avere l'obbligo di rivelarle, seppur in via confidenziale.

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mercoledì 12 ottobre 2011

Un PM inarcherebbe un Sopracciglio per Questo

In un paese normale aprirebbe anche un fascicolo per questa frase, forse, in Italia per ora no.
Parla Alessandra Mussolini, riguardo al ko del Governo sul voto di ieri alla Camera: "Io lo prendo a calci nel sedere Scilipoti: ora deve restituire tutto quello che ha avuto."
Quello che ha avuto? Io credevo e sapevo avesse semplicemente cambiato idea... anche se ormai espressioni come "Shopping di Parlamentari" hanno sostituito la più consona "Corruzione". In un paese normale l'uso di parole del genere da parte di rappresentanti delle istituzioni provocherebbe più d'un prurito alle mani di qualche magistrato, ma da noi ormai l'uso personale ed il disprezzo per il potere sono cose sdoganate e date per assodate.

'Il Parlamento' si dice 'voterà qualsiasi cosa perchè ha bisogno di arrivare a fine legislatura per maturare l'idennità e continuare a mangiare'.
Ci pensavo proprio ieri sera, senguendo i dibattiti a Ballarò: gli stipendi ai Parlamentari sono alti anche proprio per evitare i casi di corruzione. Come si può fare allora per evitare che la bomba sotto la poltrona diventi un'arma per compromettere il corretto lavoro delle Camere?
La mia proposta è quella di alternare il rinnovo delle Aule, ogni 3 anni, una volta la Camera, una volta il Senato.
Certo, non sarebbe la definitiva panacea dei mali della politica, ma almeno alzarebbe il livello di controllo che svolgono uno sull'altro i due rami del Parlamento. Sarebbero da rivedere i regolamenti su fiduce e sfiduce, perchè un'aula conquistata dall'opposizione non diventi in automatico motivo di caduta del Governo in carica, ma la possibilità di discutere una legge da due diversi punti di vista arricchirebbe il dibattito.
C'è il rischio di paralizzare il lavoro delle Aule, ma basterebbe, e qui torniamo al problema iniziale, non mettere a fare il parlamentare il primo che capita. Appunto.

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L'Ora del Quiz, Chi l'ha Detto?

Oggi apro con un indovinello. Siete pronti?

1) (I limiti al potere politico servono solo a impedire che) “le forze nuove che sono l'espressione del popolo manifestino la loro volontà”

2)“Il principio della divisione o della separazione dei poteri è superato (…) la radice della sovranità sta esclusivamente nel popolo, da cui emana ogni potere (…) i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario non siano separati”

A chi appartengono queste due affermazioni?

Se avete risposto colui che si definisce un Moderato, un Liberale, colui che rivendica l'eredità di De Gasperi come il baluardo che fermò la corsa dei comunisti al potere, nel '94 come nel '48, allora avete sbagliato.
La risposta esatta farà stropicciare gli occhi a molti: le citazioni di cui sopra non sono altro che gli interventi all'Assemblea Costituente rispettivamente del deputato Laconi e del deputato La Rocca, esponenti del Partito Comunista Italiano.
Il PCI voleva evitare che l'Italia diventasse una “democrazia borghese” con tutti quei fastidiosi pesi e contrappesi, come la tripartizione dei poteri di Montesquieu, in grado solo di sovvertire la Volontà Popolare.

Vuoi vedere che il più grande anticomunista della storia dai tempi di De Gasperi si ispira ai Comunisti?

Grazie a Leonardo per la collaborazione.

martedì 11 ottobre 2011

Detrazioni, come le Rifarei

Attualmente, il calcolo delle tasse avviene più o meno così: in base al tuo reddito si calcola l'imposta e la relativa quota da pagare, e da essa viene sgravata l'iva di fatture mediche, di manutenzioni e ristrutturazione di immobili, spese di lavoro, assicurazioni etc.
Vorrei ora proporre un nuovo modo di detrarre le spese, non necessariamente allo scopo di abbassare le tasse (anche se dai miei conti risulterebbe un risparmio quasi del 7% sul saldo finale), ma almeno di rendere più onesto e veritiero il calcolo. L'idea di fondo è semplice: non paghi le tasse sul reddito scontando le tasse sulle spese, ma paghi le tasse sul reddito dopo averlo scontato delle spese.

Facciamo un esempio (Premetto che non sono un commercialista, e tutti questi calcoli vanno presi col beneficio del dubbio):
Supponiamo io abbia un reddito di 21.000€ annui; attualmente, in totale, ossia calcolando i la percentuale complessiva nei vari scaglioni, ho una tassazione del 24,778%, pari a circa 5.203,38€.
Nel corso dell'anno fiscale, ho accumulato un totale di spese detraibili pari a 3.000€, tra visite mediche, ammodernamento degli elettrodomestici in casa per un più efficiente risparmio energetico e RC auto. Di questi 3.000€, calcoliamo siamo detraibili il 21%(che è l'iva attuale), cioè 630€. Alla fine dell'anno, quindi, il mio monte tasse da pagare sarà 4.573,38€ (5.203,38 - 630).
Con la procedura che sto valutando, invece, dal mio reddito verrebbero scorporate le spese, riducendo il saldo da tassare a 18.000€, che, allo stato attuale, avrebbero un'aliquota del 23,667%, pari a 4.260,06€.
Il risparmio è di circa 313€, pari, come dicevo, a poco meno del 7% sul totale tasse, ma più che una questione di risparmio o mero qualunquismo, "Basta tasse!", mi pare questo un atteggiamento più onesto verso il contribuente, che vede così ripagato nell'immediato il suo ruolo nel ciclo del mercato, ed inoltre verrebbe tassato nel GUADAGNO (o quasi) e non nel RICAVO (ricordate Guadagno = Ricavo - Spesa?).

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lunedì 10 ottobre 2011

Smettila di Parlarne

Evidentemente non ha capito che ormai fa più bella figura a tacere sull'argomento; e invece no, continua a tornarci su, aggiungendo danni e gaffe.
Tutto inizia il 23 settembre, quando viene resa pubblica la notizia che un fascio di neutrini, sparati dal CERN di Ginevra, hanno impiegato per arrivare al Gran Sasso una frazione di secondo tale da far pensare abbiano superato la velocità della luce. Sempre quel giorno, sul sito del Ministero dell'Istruzione compare un comunicato delirante, in cui si parla di un TUNNEL scavato tra Ginevra e Gran Sasso alla cui costruzione l'iItalia avrebbe contribuito con 45 milioni di euro (ne parlo qui). In un secondo comunicato, il MIUR parla di polemica "strumentale" e "destituita di fondamento", aggiungendo altra ignoranza ed arroganza.
Dopo queste due mosse azzeccate, si dimette il portavoce del Ministro, e si ricicla come superconsulente di Barbara Berlusconi, allo scopo dichiarato di "rilanciare la sua immagine".
Il 4 ottobre, la svolta, il comunicato scompare misteriosamente dal sito, lasciando intendere che forse la 'polemica' non era poi del tutto così 'priva di fondamento'.

Ed arriviamo così al 9 ottobre, quando la Gelmini rilascia un'intervista a Repubblica in cui torna ancora sull'argomento:
"(...)Sono serena e determinata. E abituata a portare a termine i compiti che mi vengono assegnati. Certo, per l'incidente del tunnel dei neutrini sono stata colpita in ogni modo, e ferita. Ma non mi fermo, so che fare politica non è un giro di valzer." (...) "Al primo incidente di percorso ho pagato un prezzo alto, sono stata travolta dalla velocità di internet e dalla replica sbagliata: il secondo comunicato parlava di polemiche strumentali e non erano parole mie. Bastava chiedere scusa, e farci su un po' d'ironia. So che non esiste un tunnel da Ginevra al Gran Sasso, ho visitato il Cern e non ho visto tunnel."
Ha visitato il CERN e non ha visto tunnel? Allora l'ha visto solo da fuori. Al CERN è situato il Long Hardon Collider, l'acceleratore di particelle più grande mai realizzato, utilizzato appunto per lo studio della fisica delle particelle; è costruito all'interno di un tunnel sotterraneo lungo 27 km situato al confine tra la Francia e la Svizzera, in una regione compresa tra l'aeroporto di Ginevra e i monti Giura.
E la Gelmini dà la sua soluzione: "Bastava mettere quella parola tra virgolette e aggiungere tecnologico, il "tunnel tecnologico" dentro il quale sono viaggiati i neutrini". Forse voleva dire 'teorico' o 'virtuale', andava bene tutto ma non 'tecnologico'.
Che altro? Ah già, "sono viaggiati".

venerdì 7 ottobre 2011

Come Vanno le Esportazioni?

Oggi la guerra in Afghanistan compie 10 anni. Ops, scusate, la 'missione di pace' in Afghanistan compie 10 anni.
Ricapitoliamo: noi siamo là per per combattere il terrorismo internazionale, l'integralismo islamico, e soprattutto per portagli Democrazia e Civiltà.
Vediamo come vanno queste esportazioni di civiltà:
negli ultimi 10 anni ci sono stati almeno 67.000 morti;
la povertà assoluta è salita dal 23 al 36% della popolazione;
l'aspettativa di vita è scesa da 46 a 44 anni;
l'alfabetizzazione dal 31 al 28%;
la mortalità infantile è passata dal 14,7 al 14,9%;
solo negli ultimi 5 anni, inoltre, ci sono stati 730.000 sfollati.

E non è tutto: se con i talebani (che comunque continuano a controllare l'80% del territorio) erano vietate le droghe, ora ci sono 350.000 tossicodipendenti, vengono ogni anno esportate 400 tonnellate di eroina, l'oppio viene coltivato su quasi 130.000 ettari.
L'Italia, dal 2001, ha speso 4 miliardi per la missione militare, e solo 168 milioni, cioè il 4,2%, per la ricostruzione.

Che dire? Auguri.

Crescita o Sconfitta?

E' quando sento parole come queste che credo davvero possa esistere un'altra cultura a destra che non sia bigotta, clericale o fascista. Come dicevo qui, da noi la situazione è falsata dall'anomalia 'Berlusconi', che in questi anni ha sputtanato la dignità della destra politica.
Poi, sia chiaro, non sono d'accordo con la logica corporativista e conservatrice che generalmente si muove in quel versante politico, ma come ogni coerente modo di pensare merita rispetto.
E' il Premier inglese David Cameron (attenzione, il loro è un PREMIER, il nostro, sebbene lo si chiami spesso così, è solo il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ndr) a segnare un cambio di passo del partito conservatore dei Tory, intervenendo al congresso: "A chiunque nutra delle riserve sul matrimonio gay dico questo: sì, è una questione di uguaglianza, ma anche di qualcos’altro: di impegno. I conservatori credono nei legami che ci tengono uniti; credono che la società è più forte quando promettiamo di badare l’un l’altro. Ecco perché non sostengo la necessità dei matrimoni gay 'nonostante' sia conservatore. Ma li supporto proprio in quanto conservatore".

Però, io, da progressista liberale di sinistra, in quest'affermazione non ci vedo (solo) una messa al passo del pensiero conservatore con l'evoluzione della società, ma anche un allentamento dei valori tradizionalisti, una sconfitta per i Tory. Prima il conservatorismo era il 'matrimonio tra uomo e donna ai fini della procreazione', mentre nelle parole di Cameron è solo il 'matrimonio': per potersi allineare al progresso civile e democratico hanno dovuto cedere la parte più filoreligiosa della loro ideologia.
Una vittoria del Progresso, non dei Conservatori.

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giovedì 6 ottobre 2011

Credevate Avessimo già Toccato il Fondo, vero?

Leggendo i resoconti della mattinata alla Camera, si respira un clima teso da Ok Corral, mentre si discute su come fronteggiare l'emergenza. La crisi economica? Ma no, le intercettazioni e la libertà di stampa!
L'atmosfera diventa scherzosa quando entra il Presidente del Consiglio che intrattiene un piccolo capannello di colleghi tra barzellette e battute. La deputata del PD Lucia Codurelli chiede affanosamente di smetterla, e per tutta risposta, a coronare il sacro clima di rispetto che dovrebbe vigere in aula, alza la voce un deputato leghista "Fatti scopare, che è megio!".
E' la prima pietra del nuovo manifesto politico di Berlusconi: sembra una delle freddure di Spinoza o Zelig, invece è lui stesso ad annunciare l'idea del progetto "Forza Gnocca".

Qualcuno mormora che le fronde ex-dc di Scajola e Pisanu stiano preparando un agguato a Governo e maggioranza, magari proprio in occasione del voto di fiducia, quasi scontato ormai, sul DDL intercettazioni.
Ormai la situazione è talmente grottesca ed imbarazzante, soprattutto a livello internazionale, dove siamo guardati con aria incredula da tutto il mondo, che forse un po' comincio a sperare anch'io che cada il Governo (però resta valido quello che dicevo qui).

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mercoledì 5 ottobre 2011

Non ho Capito Bene

In rete impazza la protesta contro il famigerato comma 29 "ammazzablog" al DDL intercettazoni, che imporrebbe l'obbligo di rettifica per i blog entra 48 ore dalla richiesta, con le stesse modalità grafiche, di accesso etc etc. (avrete letto il testo un po' ovunque, suppongo). Ora, premesso che 48 ore sono effettivamente poche per un blog personale, che non ha una redazione o una viglianza permanente e può restare inattivo per giorni, settimane o mesi (nel caso di una vacanza, o, com'è successo a me, in caso di infortuni o convalescenze, ndr), l'architrave ideologico del testo mi pareva anche sensato. (dici e diffondi qualcosa di errato -> io te lo segnalo e te lo provo -> tu ti scusi e correggi)
Grazie agli amici di ValigiaBlu, che vigilano sull'integrità della libertà d'informazione sui media, mi sono schiarito le idee sulla 'rettifica':
"La rettifica prevista per i siti informatici è sostanzialmente quella della legge sulla stampa, la quale chiarisce che le informazioni da rettificare non sono solo quelle contrarie a verità, bensì tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni “da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”, laddove essi sono i soggetti citati nella notizia. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia. Non si tratta affatto, in conclusione, di una valutazione sulla verità, per come è congegnata la rettifica in sostanza si contrappone la “verità” della notizia ad una nuova “verità” del rettificante, con ovvio scadimento di entrambe le “verità” a mera opinione (Cassazione n. 10690 del 24 aprile 2008: “l’esercizio del diritto di rettifica… è riservato, sia per l’an che per il quomodo, alla valutazione soggettiva della persona presunta offesa, al cui discrezionale ed insindacabile apprezzamento è rimesso tanto di stabilire il carattere lesivo della propria dignità dello scritto o dell’immagine, quanto di fissare il contenuto ed i termini della rettifica; mentre il direttore del giornale (o altro responsabile) è tenuto, nei tempi e con le modalità fissate dalla suindicata disposizione, all’integrale pubblicazione dello scritto di rettifica, purché contenuto nelle dimensioni di trenta righe, essendogli inibito qualsiasi sindacato sostanziale, salvo quello diretto a verificare che la rettifica non abbia contenuto tale da poter dare luogo ad azione penale”)."
Anche se io dico quindi che Andrea è un ladro, e documento la mia affermazione con una sentenza di condanna di furto, lui può comunque chiedermi la rettifica, ed anzi obbligarmi a dichiarare il falso. Perfetto, insomma.

Quello che non ho capito bene, è se in tutto questo debba comparire o meno un giudice. Mi spiego, la vecchia litania da educazione civica a scuola dice che 'il Parlamento fa le leggi e i Giudici le applicano', perchè allora qui si scavalca proprio la Magistratura? Visto che non riescono ad ostacolarla la ignorano proprio?
La mia conclusione, avvalorata da quella di uno studioso del diritto, è l'INCOSTITUZIONALITA' di questa norma. Solo un consiglio però voglio dare ai vari suonatori ed amplificatori di tam tam mediatici: comma 29 di che?! Di quale articolo? Firmatari? (comma 29, art.1, DDL n.733, i firmatari dell'emendamento non li ho trovati..) E' anche la vaghezza delle informazioni in rete che depotenziano la protesta consapevole...

Comunque, ai loro tempi i fascisti ed i comunisti almeno avevano un po' di stile nell'imporre il loro controllo egemonico su tutto, questi qui invece buttano idee alla rinfusa fregandosene di tutto il resto...

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Evviva il Libero Mercato Europeo

Buone notizie dal fronte della concorrenza: la Premier League che gestisce i diritti televisivi del campionato inglese ha intentato causa ad alcuni pub che, per aggirare dli elevati prezzi praticati da Sky in Inghilterra, utilizzavano decoder ed abbonamenti acquistati in Grecia.
La Corte di giustizia della Ue ha pubblicato una sentenza che stabilisce che le leghe calcio dei singoli paesi non possono più vendere i diritti televisivi su base territoriale perchè "contrario al diritto della concorrenza" nell'Unione europea. I privati avranno diritto a comprare l'abbonamento di una qualunque emittente satellitare indipendentemente dal loro luogo di residenza in Europa. I giudici di Lussemburgo hanno rilevato quindi che "vietare l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere è contrario alla libera prestazione dei servizi", in quanto gli incontri sportivi "non possono essere considerati creazioni intellettuali proprie di un autore".
In virtù di questa sentenza e di questi concetti, credo sarebbe a questo punto lecito l'acquisto di pacchetti in ogni lingua dell'unione (con decoder e scheda greca, ovviamente, vedi le partite in greco, e se questo non è un problema in un caotico pub inglese, lo è in un'abitazione).

Questa è una prima stoccata a tutte quelle multinazionali che credevano che il Libero Mercato Europeo valesse solo per loro, quando tagliavano le spese, ampliavano i mercati e decuplicavano i guadagni. La libertà è vera solo se lo è per tutti, come diceva Roberto Gervaso, anche per i consumatori quindi.

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martedì 4 ottobre 2011

Griffes Fuori Moda

Il marchio BERLUSCONI è sempre stato il vero fattore calamita dei vari simboli elettorali, da Forza Italia alla Casa della Libertà fino al Popolo della Libertà. Anche alle elezioni locali, era sempre quello il nome da votare, non Moratti o Cappellacci, ma Berlusconi per Milano o Berlusconi per la Sardegna. BERLUSCONI era il marchio per cui si votava, PDL era lo 'sponsor'. Era quella scritta che attirava i consensi e creava quell'aura di carisma che per quasi 20 anni ha inquinato le coscienze politiche degli italiani.
Ma quel tempo è passato: ora anche nel PDL si vergognano di quel nome, simbolo dei più grandi scandali e leggi vergogna della seconda repubblica, e non lo sventagliano più ai quattro venti. Alle prossime elezioni per il Molise non ci sarà BERLUSCONI PER IORIO o PER IL MOLISE, ma IORIO PRESIDENTE.
Lo stesso Berlusconi dice di voler "de-berlusconizzare" il partito, e lasciarlo in eredità alle future generazioni; pare anche che stia studiando i tempi e il modo per annunciare la sua volontà di NON ricandidarsi alle prossime elezioni. Ma è possibile questo? Il PDL è nato, nelle intenzioni, al solo scopo di creare una trincea politica che mettesse Berlusconi al riparo dai guai giudiziari, e senza di lui al vertice, cosa fa, a cosa serve, come si posiziona sullo scacchiere? Sarà possibile avere un PDL senza l'uomo che l'ha rappresentato ed impersonato fino ad ora? Sarà possibile un PDL slegato da Mediaset e dal conflitto d'interessi?

Non credo, il PDL non ha mai avuto una piattaforma politica definita e coerente, nei confronti o ai comizi ci si limitava sempre ad attaccare gli avversari o la Magistratura ed a riempirsi la bocca di LIBERTA', per poi comportarsi come una delle peggiori formazioni conservatrici e corporativiste, a volte persino reazionarie ed illiberali verso chi ne ostacolava il cammino; ha assecondato le lusinghe vaticane, leghiste o industriali per necessità e strategie elettorali.
Forse, dopo Berlusconi, il PDL diventerà veramente un nuovo partito liberale e si ricongiungerà ai transfughi di FLI; ma per fare questo dovrà anche togliersi di dosso la mantella religiosa che si è cucito addosso, se no diventerà solo un'altra formazione democristiana come l'UDC; oppure verrà ideologicamente assorbita dalla Lega, e con le varie destre in Italia riaccenderà una Fiamma.
Oppure, via Berlusconi, nessuno vorrà perdere la faccia accettando di riciclare i vari Gasparri, Cicchitto e Bonaiuti, ai quali allora non rimarrà che andare a zappare la terra.

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lunedì 3 ottobre 2011

La Lega Demolita

Spassosissima la puntata de La Zanzara su Radio24 andata in onda venerdì. Ospite un senatore leghista, Piergiorgio Stiffoni, e argomento del dibattito, le parole del Presidente della Repubblica Napolitano per cui "non esiste un popolo padano"; e si torna a parlare della sempre sbandierata 'secessione'.
Incalzato dalle sempre argute e dirette domande di Parenzo e Cruciani, Stiffoni è riuscito in poche decine di minuti a distruggere l'immagine che la Lega si è costruita in questi anni. Tentando prima di deviare la conversazione, "Napolitano si riferiva ad Andrea Finocchiaro Aprile quando parlava di leader separatisti messi in carcere", il senatore è stato messo con le spalle al muro sul tema dell'autonomia della Padania.
"Non sarà la Lega a fare la seccessione" ammette infine "saranno i popoli, SE e QUANDO lo vorranno".
Ma ce n'è ancora, quando David Parenzo ricorda l'affermazione di Stiffoni sui 'Fucili Caldi Padani', questi è costretto a capitolare "i nostri fucili sono le penne con cui votiamo".
Un'altra chicca viene alla fine, quando arriva a dire ''Il popolo del nord vuole gestire la secessione con le proprie forze e siamo disposti ad accollarci il debito italiano''; sarei proprio curioso di sentirle le reazioni del fantomatico popolo del nord a questa proposta.

Niente seccessione quindi, niente Lega rivoluzionaria, in marcia verso Roma a pretendere l'indipendenza. Ovviamente, aggiungo.
Potete riascoltare la puntata de La Zanzara in podcast sul sito di Radio24, qui.

Premiamo le Aziende

Oggi vi lancio una provocazione su come intendo io il premiare le aziende per i loro comportamenti virtuosi (ne parlavo qui).
Partiamo con l'imporre un'iperbolica tassazione per le imprese dell'80% sui guadagni; a questa aliquota, poi, andremo a sgravare i 'premi' meritati.
Ad esempio, per ogni 10% di personale dipendente a tempo indeterminato tagliamo le tasse di 3 punti percentuali.
Ad esempio, hai il 50% di lavoratori a contratto fisso? Paghi solo il 65%.
100%? Ottimo, lo Stato premia la tua correttezza verso i dipendenti facendoti pagare solo il 50% di tasse.

E con lo stesso meccanismo si possono valutare anche altri meriti:
1 punto in meno per ogni 10% investito in ricerca o nella crescita aziendale (supponendo un 50% reinvestito, arriviamo al 45% d'imposta);
1 punto per ogni 20 ore di formazione (100 ore sono un altro taglio del 5%, e siamo al 40%);
1 punto per ogni quintale di materiale correttamente smaltito o riciclato, e così via.

Operando in questo modo, si ridurrebbe forse il gettito fiscale proveniente dalle imprese, è vero, ma si premierebbe il loro impegno verso la società, la riqualificazione o l'ambiente, così che poi lo Stato non debba intervenire con sovvenzioni o sussidi.

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