giovedì 30 giugno 2011

Altro che Tremonti, Bisogna proprio fare Così

Tremonti ha appena presentato un documento per tagliare i costi della politica; una bella sforbiciata alle auto blu, ai viaggi, ai vitalizi ed agli indennizzi vari. Ottimo. Non che risparmiando sui costi degli apparati si possa ripianare il debito pubblico, ma almeno si muove qualcosa, per quanto demagogico possa essere.

Ma la notizia è che il nostro bel Ministro Potatore ha deciso di prendere in affitto, a spese dello Stato, cioè nostre, chiaramente, ben 30.000 fotocopiatrici da sistemare negli uffici pubblici: oltre 172 milioni di euro da tirar fuori ancora nelle nostre tasche. 172 milioni per 30 mila fotocopiatrici; circa 6000 euro ogni macchina.

Ho così cercato informazioni sul costo di una fotocopiatrice.
Acquistandola in rete, e credo che comunque lo Stato disponga di risorse per averle ad un prezzo ancora inferiore, si arriva a malapena ai 3000 euro. E con questi soldi la compri, non la prendi solo in affitto.

Il Ministro Rotondi giorni fa dichiarava che alcuni Onorevoli sono costretti a fare "i conti della serva" per stare dentro alle spese. Magari, bisognerebbe cominciare a farli per davvero, i Conti della Serva: non lo dico in senso dispregiativo, mi riferisco a quelle brave Casalinghe che sanno come muoversi per economizzare sulle spese, dove e come acquistare razionalizzando tempo e denaro.

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mercoledì 29 giugno 2011

Sì al Ticket Bianco

Un mare di polemiche sta sommergendo il Ministro dell'Economia perchè nella manovra da lui proposta viene anche rispolverata l'idea del ticket per le prestazioni del Pronto Soccorso. Rispolverata perchè l'idea l'aveva già avuta Padoa Schioppa, predecessore di Tremonti al dicastero di via XX settembre.
A quei tempi, Berlusconi tuonò contro il responsabile "Un provvedimento inaccettabile"; “No allo scippo del ticket al Pronto soccorso” rincarava tramite il megafono degli allora neonati Circoli della Libertà della Brambilla, oggi Ministro del Turismo. Da loro partì anche una raccolta di firme, pregustando l'idea di un referendum abrogativo “Gli italiani hanno dimostrato di considerare questo ticket la più clamorosa iniquità tra le tante varate dalla Finanziaria di Prodi”. Sandro Bondi in festa “Sì a un referendum per l’abolizione dell’odioso ticket sul pronto soccorso”.

Per come la vedo io, non credo sia neanche un'aberrazione prevedere un ticket sui codici bianchi che ogni giorno contribuiscono ad intasare le sale d'aspetto degli ospedali. Il Codice Bianco, per definizione, indica un problema che può essere affrontato rivolgendosi al medico curante di famiglia.

Con questa manovra lacrime e sangue, dettata da un'emergenza fiscale non più eludibile, vediamo l'avvento di un nuovo ingranaggio del populismo berlusconiano: la Bidonata Differita. Sì, perchè, a dover affrontare le conseguenze sociali della nuova morsa sarà il prossimo esecutivo, dal 2013. Che dubito sarà di nuovo presieduto dall'attuale Presidente.

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Il Più Grande Esperimento di Censura

E' il bavaglio supremo, l'estrema ratio per il controllo totale dell'informazione.
Il 6 luglio dovrebbe arrivare il via definitivo al provvedimento che scavalca la giustizia dando ad un organo politico come l'AgCom il potere di oscurare o rendere inaccessibili contenuti sul web. La scusa per far questo, chiaramente, è come sempre la difesa del diritto d'autore. Battaglia importantissima, per carità, ma che non può giustificare il mostro giuridico e civile partorito per zittire il dissenso e controllare il mercato mediatico.

Ne parla Luca Nicotra, segretario dell'associazione radicale Agora Digitale, che difende la libertà d'informazione: "Dobbiamo dirlo altrimenti non si capisce perche' stiamo urlando ai bari. Non c'era nessuna partita. L'intera Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è un enorme imbroglio, un gioco di prestigio del potere. E non credo di fare l'eroe nel raccontarvelo. Sono un semplice cittadino che decide che è arrivato il giorno di rischiare seriamente di prendersi una querela per raccontare davvero cio' che ha visto.
Ho visto (ed è diverso da sentirselo dire) che chi dovrebbe vigilare sull'informazione, il cibo che ci e vi permette di pensare o di non pensare, è un ologramma proiettato da qualcun'altro. E c'entrano poco, Enzo Mazza e l'Industria dell'Intrattenimento (i colossi del cinema e della musica) con cui ce la siamo presa fino ad ora. Poveri noi e scusa Enzo, non avevamo capito niente, non avevamo capito che la partita era ben più grande, di un livello che tocca invece quell'enorme conflitto di interesse del nostro Presidente del Consiglio e proprietario di Mediaset e tutti i suoi (ex?)dipendenti all'interno del Ministero dello Sviluppo Economico e nell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. O cominciamo a dire che è questa la partita o non ci capirete, non capirete perchè ci agitiamo e sbraitiamo."

Dell'incontro con Corrado Calabrò, Presidente Agcom, con Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet - Confesercenti, Assoprovider - Confcommercio, col supporto dello Studio Legale Sarzana, Nicotra racconta uno scenario quasi surreale, dove il Potere ha completamente abbandonato il dialogo, blindato dietro il muro della sfacciataggine, dell'arroganza celata dietro vaghe risposte che non ammettevano repliche.
"Speriamo di no" non è dialogo. È la frase che può dire un pezzo di potere perchè sa che non c'e' scelta, non c'e' dibattito, la decisione di far passare il regolamento è già avvenuta altrove e il massimo che può fare è sperare di non essere travolto.

"L'Italia sarà un esperimento, noi saremo un esperimento. Possiamo fermarci?" ha chiuso Calabrò, e senza motivazione, e anzi contraddicendo quanto aveva appena detto circa la complessità della materia si è risposto "No, dobbiamo chiudere subito, dobbiamo chiudere entro l'estate".
Bisogna fare in fretta, perchè a breve l'aria politica dentro l'agenzia si farà troppo irrespirabile per poter continuare. Forse non ci sarà la stessa protezione dei grandi soggetti dominanti il mercato dei media e non sarà così facile spianare la strada ai progetti di conquista che il sistema mainstream ha sull'informazione online. E allora bisogna fare in fretta, approvare tutto il possibile.

Per completezza, riporto anche le annotazioni che fanno i legali presenti all'incontro.

Scrive Guido Scorza, avvocato: "L’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha scelto di lasciarsi tirare dalla giacchetta dei titolari dei diritti e di quanti hanno, oggi più che mai, paura di una Rete libera e strumento di circolazione di idee, informazioni e creatività. (…) Il prossimo sei luglio, il consiglio dell’Autorità approverà una delibera contenente il nuovo regolamento relativo all’enforcement dei diritti d’autore online e si tratterà di una disciplina sostanzialmente conforme a quella che, ormai da mesi, l’AGCOM ha annunciato l’intenzione di varare, sebbene all’esito di un giro di audizioni tra gli addetti ai lavori (…) Siamo alla vigilia del varo di un Regolamento illegittimo – tanto sotto il profilo della disciplina nazionale che sotto quello dell’Ordinamento UE – palesemente inattuabile e suscettibile di ledere in modo irreparabile il diritto all’informazione di milioni di cittadini."

Fulvio Sarzana, dello studio legale omonimo, aggiunge: "Vorrei partire da un caso di questi giorni per farvi capire cosa potrebbe succedere. C’è una associazione di consumatori che ha messo sul proprio canale Youtube dei frammenti video di programmi Mediaset, che rappresentavano delle denunce dei consumatori. Ebbene sulla base della segnalazioni di Mediaset, Youtube ha cancellato l’intero canale dell’associazione dei consumatori, con video prodotti da loro, su categorie protette, disabili. Questo potrebbe accadere semplicemente con il volere dell’AgCom. (…) La libertà deve essere preservata: noi non abbiamo il fair use come negli Stati Uniti: dove è vero che ci sono le major, ma è anche vero che se in America utilizzi pochi frammenti, e se sei un’organizzazione no profit, nessuno ti dirà mai che stai violando copyright. È un uso ammesso (…) Se passasse la delibera AgCom anche cantare Happy Birthday e mettere il video su Youtube sarebbe una violazione del copyright.
Non sappiamo cosa accadrà il 6 luglio, cosa pensino i consiglieri dell’AgCom, sappiamo che è un’autorità che non ascolta la voce della società civile. Qualche settimana fa negli Stati Uniti, per un errore, 84mila siti che non avevano nulla a che vedere con la pirateria, sono stati cancellati, perché qualcuno ha sbagliato. Un soggetto ha premuto un tasto, e via 84mila siti. Cancellati dall’oggi al domani. Molti non sono più apparsi, erano fonti informative autonome. In Italia sembra che ci sia solo la televisione. Ma ci sono soggetti che non possono accedere alla televisione (…) Dobbiamo sempre domandarci se una violazione del diritto d’autore e una cancellazione siano qualcosa che possono interferire col diritto dei cittadini di essere informati. È una pena di morte digitale."

Marco Scialdone, anche lui legale ed esperto di diritti digitali ha aggiunto: "Il diritto d’autore in rete è una cosa un po’ più complessa di quella che immaginano i commissari AgCom, non è quella che gli hanno raccontato i lobbisti. È una cosa complessa che rischia di rendere irraggiungibili siti esteri che hanno unica pecca di fare un uso creativo di contenuti che sono nuove forme d’arte. Tutte forme di arte illegale che non hanno incidenza sul punto economico. Non è così facile e intuitivo andare a capire che cosa è dannoso dal punto di vista economico e cosa non lo è. L’impianto del diritto d’autore classico è completamente inadatto allo scenario digitale (…) C’è un nuovo modo di rapportarsi con la rete, una nuova forma di comunicare è un nuovo linguaggio: quando si parla di inibire linguaggio, si parla di censura.
La cosa che più mi ha amareggiato è stata l’assenza totale di consapevolezza, l’assenza totale di una volontà di confronto: è inaccettabile che una autorità indipendente rifiuti di confrontarsi su queste tematiche o lo faccia solo a certe condizioni."

Gian Battista Frontera, vice presidente di Assoprovider spiega dal punto di vista tecnico come potrebbe avvenire l’oscuramento minacciato dalla delibera AgCom: "L’impatto tecnico è devastante, ci sono soltanto due vie d’uscita: o l’inibizione dell’indirizzo ip dove è ospitato il contenuto incriminato - parliamo di siti esteri in questo caso - perché per i siti italiani una volta che il provvedimento è partito dall’AgCom, ci sono il sequestro e la rimozione. L’operatore deve agire entro 48 ore e chi è parte lesa da questa rimozione in buona sostanza ha tempo cinque giorni per reagire.
La cosa gravissima è che viene saltata l’autorità giudiziaria, la valutazione che qualcuno chieda la rimozione di un certo contenuto non viene presa in considerazione dal provvedimento, c’è un esautoramento del potere giudiziario e una delega all’esterno."

Mentre il Web si sta mostrando in tutta la sua magnficenza, in tutta la sua capacità di mobilitazione, in tutto il suo potenziale di sviluppo per la società, dobbiamo tentare di raccontare all'Italia l'incubo in cui stiamo per finire. Dobbiamo riuscire a mettervi un tarlo nella testa. A voi che avete usato la rete per far passare contro ogni probabilità i referendum, voi che leggete questo post.

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martedì 28 giugno 2011

Abbasso l'Autonomia, se no facciamo Brutta Figura!

In Friuli Venezia Giulia, la giunta Tondo aveva predisposto un regolamento riguardante la "Disciplina relativa alle indennità ed ai gettoni di presenza, nonché ai rimborsi delle spese di viaggio, vitto ed alloggio per gli amministratori degli Enti locali della Regione Friuli Venezia Giulia" che, fra le altre cose, consentiva a sindaci e presidenti di Provincia di ridursi l'indennità, anche solo temporaneamente, per favorire il taglio della spesa pubblica.
Nessun obbligo, la norma che lasciava agli amministratori locali la possibilità di farlo, secondo libertà e coscienza. Ma l'Anci, l'associazione dei Comuni, stringe i pugni, e si butta contro la norma, schierando la maggioranza dei suoi sindaci per stralciare il tanto contestato articolo dal provvedimento.
Con un voto di massa, quindi, è vietato ai politici della regione abbassarsi lo stipendi.
"Siamo al ridicolo" si ribella Ettore Romoli (Pdl), sindaco di Gorizia, che da più di un anno invoca la facoltà di ridursi l'indennità, senza tuttavia riuscirci "costretto per raggiungere l'obiettivo a devolvere parte del mio stipendio, dopo aver comunque pagato le tasse sull'intera somma, così ci perdiamo sia io che l'ente o l'associazione che ne usufruisce".
"Siamo al ridicolo, altro che casta. Hanno espulso la norma che consentiva di abbassarsi la paga, come avviene nel resto d'Italia e credo in tutto il resto del mondo. Una difesa corporativa da parte dei politici per paura che le opposizioni potessero obbligare i sindaci ad avvalersi di questa facoltà e ridursi il compenso. Siamo l'unico posto del mondo dove succede una cosa del genere. Se questa è l'autonomia, beh..." tuona Romoli, unico assieme al primo cittadino di Pordenone a schierarsi contro la decisione dell'Anci.

Ricapitoliamo: al Governo del Paese abbiamo un partito che si dice liberale ed uno che vuole rivendicare l'autonomia e l'indipendenza delle amministrazioni locali. Perchè non dicono niente? Dove sono qui la Libertà e l'Autonomia?

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lunedì 27 giugno 2011

Circhi senza Animali, in Gran Bretagna esultano gli Animalisti

Approvata una mozione al Parlamento inglese che entro un anno vieterà gli animali selvatici nei circhi. Più spazio a trapezisti, acrobati, fachiri, prestigiatori, al massimo qualche cane a rallegrare la scena, e fuori dai tendoni tigri, leoni, gazzelle ed elefanti.
La proposta, presentata dal conservatore Pritchard, arriva al culmine di tante proteste e messaggi al Premier Cameron contro la permanenza degli animali selvatici nei circhi.

Affinché la mozione venga definitivamente formalizzata, è necessario che diventi legge nei prossimi mesi. L’associazione Animal Defender è tuttavia persuasa che il grosso sia già stato fatto e che imminenete sia il lieto fine. Gli animali eventualmente sequestrati ai circhi dovrebbero, poi, essere trasferiti in riserve naturali o, se impossibile, in giardini zoologici adeguati.

Una grande prova di rispetto e civiltà, che spero stimoli anche le coscienze di altre nazioni. Gli animali nei circhi vengono maltrattati, spesso picchiati e torturati, costretti in gabbie anguste ed in condizioni disagevoli. Auspico un provvedimento legale in questo senso anche in Italia, in cui la tradizione artistica e circense è molto sentita.

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Intanto, li Spaventiamo

Il Presidente dell'Anm Luca Palamara non ha dubbi "E' cominciata la stagione per punire le toghe".
Non ci sono altri commenti per giudicare il blitz della maggioranza per introdurre un emendamento nella legge Comunitaria che riguarda la responsabilità civile dei magistrati.
Alza la voce Giulia Bongiorno (Fli), presidente della commissione Giustizia, secondo la quale "è sì necessario intervenire sulla responsabilità" ma è sbagliato il modo scelto perchè la norma così com'è stata scritta "è solo illogica e ha sapore punitivo". In più, aggiunge, non ha senso che una riforma del genere sia stata presentata alla Comunitaria e non in commissione Giustizia ("dove si stanno esaminando due testi sull'argomento").
Tutto comincia quando il relatore della Comunitaria, il leghista Gianluca Pini, presenta un emendamento a sorpresa che estende la responsabilità dei giudici ad ogni "violazione manifesta del diritto" (ora è solo "per dolo o colpa grave") compresa l'errata interpretazione della norma (viene soppressa la parte della legge che esclude questa fattispecie).
L'opposizione tenta una mediazione, per mano degli Onorevoli Ferranti (PD), Rao (UDC) e Palomba (IDV) per "cercare di ridurre al massimo i danni", ma la mossa viene respinta. Solo una piccola parte della proposta di minoranza viene accolta, per essere inserita nell'osservazione non vincolante che viene data al parere: è vero che il magistrato potrà essere considerato responsabile per ogni violazione manifesta del diritto, ma perchè ciò avvenga si dovrà provare prima la sua intenzionalità; indicare con chiarezza qual è la norma violata; accettare se c'è scusabilità o meno dell' errore; provare che sia stata ignorata manifestamente la giurisprudenza Ue.

"E' solo un golpe" sintetizza Palomba, IDV "la maggioranza vuole solo punire e minacciare i magistrati italiani".

Credo, ma parlo da non esperto di legge, che se la proposta della minoranza verrà approvata, il testo finale ne risulterà talmente annuacquato da renderlo inapplicabile.
La responsabilità civile dei magistrati già c'è, l'idea iniziale di Berlusconi era che a risarcire gli eventuali danni fossero i colpevoli di tasca propria. Con quest'emendamento, però, non si farà altro che aumentare le cause contro la giustizia, che per legge devono essere rifuse dallo Stato.

Volare con Olio Fritto

La compagnia aerea KLM ha annunciato che da settembre i suoi voli della tratta Amsterdam - Parigi (200 voli) saranno alimentati da biokerosene derivato da oli usati in cucina.
Il biocarburante che sarà usato è prodotto dalla Dynamic Fuels con SkyNRG, consorzio nato per sviluppare biocarburanti e fondato nel 2009 da KLM, North Sea Group e Spring Associates; con loro anche la sezione olandese del WWF,Solidaridad e l’Istituto Copernico dell’Università di Utrecht. Il prodotto ha ricevuto la certificazione ASTM, un organismo di normalizzazione e certificazione di qualità statunitense.
Secondo l’Energy Report del WWF sarebbero proprio i biocarburanti l’alternativa ai combustibili fossili per l’aeronautica.

"Nel novembre del 2009 abbiamo dimostrato che era tecnicamente possibile volare con alimentazione a biokerosene ed ora, un anno e mezzo dopo il nostro primo volo test alimentato con carburante derivato dalla pianta della Camelina, siamo passati ad una nuova fase, certificata, di biokerosene." he dichiarato Camiel Eurlings, managing director per KLM "L’obiettivo del 100% di biocarburante è ambizioso. I costi dei biocarburanti devono abbassarsi significativamente ed in maniera definitiva e questo può essere fatto solo tramite l’innovazione, la collaborazione ed un impianto legislativo che ne stimoli lo sviluppo e garantisca un’onesta competizione."

Un altro grande passo in avanti nel trasporto ecocompatibile, in un settore finora tabù come quello aereo. Questo particolare biocarburante, poi, essendo ricavato da olii già esausti, non impatta sull'agricoltura come invece quelli derivanti da particolari coltivazioni.

venerdì 24 giugno 2011

Fregati!

Ecco che, come un prestigiatore che tira fuori la colomba dal cilindro, rispunta il DDL Mastella sulle intercettazioni, datato 2007. Quando la maggioranza era il centrosinistra.
I guai giudiziari da occultare erano allora quelli del Ministro della Giustizia (Mastella, appunto), oggi sono le intercettazioni relative al Governo Ombra della loggia P4. Il disegno di legge fu approvato dalla Camera con 447 sì e 7 astenuti. Il Pdl rispolvera il vecchio progetto proprio per fregare l'opposizione; l'avete votato anni fa, ora che le fughe di notizie riguardano noi invece votate contro?
Una mossa subdola, che rischia di sputtanare (ancora di più) il centrosinistra.
Come disse qualcuno in aula molti anni fa, "lo fanno tutti". (Bettino Craxi, travolto dalle inchieste di Mani Pulite)

Un'altra immagine della vicenda che mi è venuta in mente, è quella di un personaggio di un film a cartoni animati che, tirato via per i piedi, si aggrappa al tappeto trascina tutti con sè nel baratro. Se l'opposizione ora voterà contro, ci perderà la faccia in quanto a coerenza, e se voterà a favore la perderà comunque per aver ostacolato la giustizia ed il diritto all'informazione.

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giovedì 23 giugno 2011

Un'Altra Scemenza Così

Mi ero già scagliato contro le strumentali accuse di razzismo della modella Naomi Campbell verso lo spot di un'azienda dolciaria (qui), ed ora faccio lo stesso contro le esagerate accuse del comitato nazionale "Se non ora quando" contro la campagna pubblicitaria della festa romana del PD.
"cambia il Vento" lo slogan, e nei manifesti si vede una donna tenersi la gonna, sollevata da una corrente d'aria, come Marilyn Monroe nella famosa scena del film 'Quando la moglie è in vacanza'.
"L'abbinamento (...) ci lascia stupite e attonite. Il comitato protesta ancora una volta di fronte all'uso del corpo delle donne come veicolo di messaggi che nulla hanno a che fare con esso e invita il Partito democratico romano a ritirare la campagna, anche per rispetto verso milioni di donne italiane il cui voto è stato fondamentale nelle amministrative e nei referendum nazionali del 12 e 13 giugno" si legge in una nota.

Potrei capire se la pubblicità fosse stata di una delle 'cene eleganti' del Premier a Villa Martino, o se il manifesto mostrasse nudi o volgarità; il Partito Democratico ha certamente molti difetti, ma qui si esagera e si sfiora il ridicolo.

Forse il problema nasce proprio perchè è l'elettorato moderato, moralista, baciapile, mediamente bigotto e bacchettone che il PD tenta da sempre di corteggiare, e questa volta ha superato il suo (debole) limite morale. Nessuno avrebbe gridato allo scandalo se una cosa del genere l'avessero fatta i Radicali o i Leghisti, proprio perchè loro sono gli 'eversivi' e gli 'scandalosi'.

Quella del PD romano voleva solo essere un'immagine provocatoria, per attirare l'attenzione sull'evento, e non ci vedo niente di così offensivo, anzi trovo la pubblicità molto originale ed azzeccata.
Se al posto della gonna di una donna, ci fosse stato il kilt di uno scozzese (tralasciando il fatto che un'immagine del genere non ha niente di romano o italiano), sarebbero scoppiate le stesse polemiche?
Queste si chiamano 'Manie di Persecuzione', care le mie Bacchettone.

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Bologna ha Davvero Cambiato Faccia

Era questo lo slogan del candidato del PD Virginio Merola, eletto sindaco del capoluogo emiliano.
Ed ora possiamo dire che era vero: la Dotta, la Grassa e la Rossa (!!!) Bologna è davvero cambiata. In peggio però.
Sono due le questioni nell'occhio del ciclone, ed entrambe fanno impallidire ('arrossire' mi pare fuori luogo, ndr) il millantato profilo progressista del carrozzone democratico.

Ribaltando le affermazioni del Presidente della Regione, suo collega di partito, Vasco Errani, che puntava a garantire parità tra coppie sposate e di fatto, Merola darà la precedenza alle unioni matrimoniali nelle graduatorie comunali per l'accesso ai servizi municipali. Ovviamente, il comportamento del sindaco trova l'approvazione dell'opposizione pidiellina e democristiana.
Il secondo scontro riguarda il finanziamento delle scuole cattoliche.
Il comitato Articolo 33 chiede alle istituzioni di cessare queste erogazioni, e chiede addirittura un referendum sulla questione; il Primo Cittadino fa melina "la prorogheremo di un anno, del resto le scuole aprono a settembre". Un anno in cui, secondo lui, possiamo rifletterci e discuterne. Di cosa, lo sa solo lui: i finanziamenti all'istruzione privata sono incostituzionali (art. 33, appunto) e basta.
"Senza il servizio pubblico svolto dai privati la domanda complessiva non potrebbe mai essere soddisfatta" commenta Maria Cristina Marri, coordinatrice Udc, contraria al referendum, la cui ammissibilità è all'esame del collegio dei garanti del Comune. Ed in quest'affermazione potrei anche ravvisarci una tiepida giustificazione, ma i finanziamenti a quel punto dovrebbero essere solo uno strumento temporaneo, in attesa di risolvere il problema, e non un palliativo per trascinare questa situazione di illegalità all'infinito.

Credo ormai inutile ribadire cosa ne penso del PD (qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui).

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martedì 21 giugno 2011

Poter Scegliere

Sull'ultimo numero di Vanity Fair è stata pubblicata un'intervista a Ricky Martin.
Il celebre cantante, come quasi tutti sapranno, ha di recente dichiarato la sua omosessualità. Nell'intervista, ha parlato del rapporto tra lui, il suo compagno ed i figli nati dal precedente matrimonio, dichiarando inoltre di volerne altri, di figli.

Ricky: A casa nostra ci sono due padri, ma questo non vuol dire che non siamo una famiglia. Proprio questo voglio insegnare ai miei figli: che ognuno è diverso, e che bisogna accettare se stessi e gli altri nella rispettiva unicità.

E già questa frase sarebbe da incorniciare.
Ma il passaggio che trovo cruciale, perchè evidenzia lo spirito laico e liberale di una cosa come il diritto al matrimonio per le coppie gay, è questo:

Intervistatore: Il matrimonio per i gay è solo una questione di pari diritti o è anche una possibilità che ha preso concretamente in considerazione?
Ricky: Non ora, non per me, ma dammi la possibilità di farlo. Si tratta di diritti umani, di parità, nient’altro.

E' quest'affermazione che riassume la lotta del movimento LGBT per il diritto al matrimonio: il Poter Scegliere.
Non tutti i gay si sposerebbero, come non lo farebbero tutti gli eterosessuali, e per ampliare la questione ci metto anche i fratelli, che allo stato di legge attuale non possono convolare a nozze.
Quella che si vuole è la possibilità di farlo, questa è Libertà.

"Ah, ma i figli..." partono le obiezioni. I figli sono un'altra cosa, ne parlerò poi.

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Manifestanti Anonimi

Per sensibilizzare i cittadini ai temi del referendum, e spingerli ad andare a votare, si sono organizzate migliaia di manifestazioni, cortei e concentrazioni in tutta Italia. Milioni di persone hanno marciato, urlato slogan, distribuito volantini, ed il referendum, dopo 16 anni che non accadeva, è passato.
Ma non è di questo che voglio parlare. Passata la sbornia festante per il risultato, voglio ora dire la mia sulle manifestazioni che hanno attraversato il paese, non solo oggi ma anche negli anni precedenti, in occasioni di 'missioni di pace', manovre economiche, leggi vergogna o quant'altro.

Molto spesso, si chiede che queste manifestazioni siano apolitiche, apartitiche e non si vuole vengano esposte o sventolate le bandiere. Io non sono d'accordo con queste richieste.
'Non vogliamo dare un colore politico alla nostra causa' è generalmente la motivazione ufficiale degli organizzatori. Ma, dico io, non sarebbe ancora più sentita ed ancor più rappresentativa l'iniziativa se ci fossero invece decine di bandiere di altrettanti colori e realtà politiche?
Se a perorare una causa, a sostenere un voto ad esempio, vedessi insieme democristiani, liberali e comunisti, l'importanza dell'iniziativa aumenterebbe, significherebbe che è davvero sentita e vitale.
E invece no, anche alle ultime battaglia sull'acqua pubblica, veniva chiesto di non esibire le bandiere di partito. Ho trovato d'accordo con il mio disappunto anche persone di altre estrazioni politiche, a dimostrazione che la mia non è una di quelle critiche 'di sinistra'.
E' una questione di Democrazia e di Libertà d'Espressione.

Il problema è anche di mentalità e coscienza civile: ormai siamo così abituati a starcene raggomitolati su noi stessi, a coltivare il nostro orticello ed a guardare con diffidenza tutto quello che è diverso da noi, che non abbiamo più la laicità morale di ammettere l'altrui espressione o lottare per le cause che non ci riguardano.

Faccio un esempio, io non sono comunista, ma sarei il primo a scendere in piazza se venisse formalizzato il reato di 'apologia del comunismo'.

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Enea Vs PMLI


Dopo la discussione (puramente formale, non politica) con un esponente della Federazione della Sinistra (qui), ho trovato da ridire anche con un rappresentante locale del Partito Marxista Leninista Italiano. Questa formazione, una delle più antiche esistenti nel nostro paese, ha dalla sua una linea politica rigorosa ed antirevisionista, ma talmente esasperata e folkloristica, che si riduce ad una sequela di populismi, demagogie, canti e salmodie che ne fanno quasi una setta.
Ho nel cassetto, e spesso ci pesco anche qualche spunto interessante, il loro programma, ovviamente rilegato con una copertina rosso fuoco, la falce ed il martello e i profili dei loro 5 maestri, Marx, Engels, Stalin, Lenin e Mao. Questo lo dico perchè voglio sia chiaro che il mio non è un giudizio dato 'a freddo'.

In estrema sintesi, sono dei sotenitori (credo gli ultimi in Italia) del comunismo sovietico e della filosofia marxista; sono per la nazionalizzazione di quasi tutto, da ottenere con l'esproprio e la rivoluzione proletaria. Sono avversi alla democrazia parlamentare, giudicata borghese ed al servizio dei padroni. I loro miti, inutile dirlo, sono i DIRITTI DEI LAVORATORI, con cui si riempiono la bocca ad ogni pié sospinto, spesso anche a sproposito.
Ora, non mi permetterei mai di criticare un legittimo modo di pensare, nonostante non lo condivida, però non ho potuto fare a meno di rilevare alcune incoerenze che non fanno altro che accrescere l'immagine ridicola che traspare di loro all'esterno del partito.

Prima di riportarvi il dialogo (non con un semplice militante ma un dirigente nazionale), non tentiamo di minimizzare o banalizzare le mie critiche, perché credo sia lecito aspettarmi un minimo di impegno e serietà da un gruppo che porta avanti una linea così ortodossa e granitica.

"Vedo che hai i jeans scoloriti" noto con una punta di sarcasmo "ma tu che difendi tanto i diritti dei lavoratori, lo sai come fanno a scolorire i jeans?!".
All'espressione interrogativa di risposta, continuo "Gli sparano contro della sabbia, e gli operai addetti alla lavorazione si ammalano di silicosi" (ne parlo qui).
"Siccome non credo siano di Prada (marchio che ricordavo utilizza tecniche alternative per raggiungere lo scopo, ndr), invece che strillare tanto i vostri slogan, sarebbe meglio cominciare a fare davvero qualcosa per difendere i lavoratori."
Mi ha risposto parlando del suo lavoro, e di come anche quello sia usurante.
Hai tutta la mia solidarietà, ci mancherebbe, ma cosa c'entra? I jeans potevi acquistarli non invecchiati, e non avevi dei lavoratori malati sulla coscienza.
A quel punto, ormai lanciato nella critica, mi sono buttato anche sui libri che ad ogni banchino o manifestazione cui partecipano vendono al pubblico: il programma e lo statuto del partito, il Capitale, il Libretto Rosso di Mao ed altre raccolte di pensieri sul tema.
"E come mai non usate carta riciclata per i vostri libri?" attacco "Disboscate l'amazzonia per diffondere i pensieri ecologisti di Engels... si starà rivoltando nella tomba!".
"Quando mi farai pagare la carta riciclata allo stesso prezzo di quella nuova, allora li stamperemo con la carta riciclata" la risposta. Non credo che chi è davvero interessato ai pensieri del PMLI tirerebbe indietro la mano se i loro testi costassero un euro in più.
Io, per stampare i miei volantini o manifesti, utilizzo sempre carta riciclata, anche per dare un segnale di coerenza al lettore. Spendo qualche centesimo in più, è vero, ma è ipocrita chiedere di rispettare l'ambiente, incentivare raccolta differenziata e riciclo, da un foglio bianco appena strappato dall'albero.

Comunque, la diatriba è finita lì, per il momento, ma mi riservo di tornare sull'argomento qualora mi si voglia imporre una millantata superiorità politica.

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lunedì 20 giugno 2011

Il PD dribbla il Referendum e difende Hera

I nodi vengono al pettine, cari i miei democratici. Prima vi permettete di cavalcare il referendum e saltare sul carro dei vincitori senza alcun titolo (qui), poi però volete difendere dal suo esito una società che avete militarizzato.

E scoppia il caos. Il responso del 12 e 13 giugno ha messo in difficoltà il colosso Hera Spa, che in Emilia Romagna opera in regime di monopolio: votare sì al secondo quesito ha significato abrogare la possibilità di remunerare gli investimenti fatti. E mentre emerge l’esigenza di una legge nazionale che colmi il vuoto normativo creatosi, c’è chi fatica a rimboccarsi le maniche e si gode il clima della festa. È Virginio Merola, il sindaco di Bologna, che non pare preoccuparsi troppo dei rapporti con la multiutility: “Per adesso godiamoci il buon risultato del referendum, le conseguenze del voto popolare su Hera le valuteremo. Devo ancora incontrare l’azienda e bisogna vedere anche quali decisioni assumerà il Parlamento”.
Quindi per ora non cambia niente, le convenzioni restano. "E' il parlamento che deve intervenire", dicono i sindaci della regione. "Vogliono solo prender tempo" è la risposta di Idv, M5S e Comitati.

Liana Barbati, capogruppo regionale dell’Idv, ha chiesto le dimissioni di Andrea Viero, direttore generale di Iren Spa, azienda che coordina l’attività delle società territoriali dell’Emilia Romagna per la gestione operativa del ciclo idrico integrato e di Maurizio Chiarini, amministratore delegato di Hera, che prima del voto aveva detto: “Se vincerà il sì, il referendum bloccherà gli investimenti con effetti pesanti per l’occupazione e pericolosi per i consumatori”.
Le parole di Barbati sono “solo fumo negli occhi” per il Movimento 5 Stelle che in un comunicato accusa direttamente il partito di Di Pietro: “L’Idv vuole scaricare le sue responsabilità politiche visto che governa con il Pd e ha avvallato le scelte di Hera. Si vuole davvero cambiare e rispettare il voto degli italiani? Si scorpori l’acqua da Iren ed Hera e si dia in mano ai consorzi pubblici eletti direttamente dai cittadini e non dai partiti con le solite spartizioni”.
Roberto Balzani, primo cittadino di Forlì, tenta una mediazione: “L’abolizione dell’articolo 23 bis, che avrebbe imposto la gestione ai privati per decreto, ci permette di ragionare sulla possibilità di affidare il servizio oggi svolto da Hera a Romagna Acque. È una società interamente pubblica, capitalizzata, che se impiega bene i mezzi che ha, può essere in grado di assicurare una buona gestione pubblica dell’acqua. Certo, è una sfida, ma è una possibilità che dobbiamo valutare”.

Vandini, capogruppo del M5S di Ravenna, ha depositato un’interrogazione con richiesta di discussione in consiglio comunale per sapere “come farà il Pd a districarsi, dopo aver appoggiato l’abrogazione della quota di remunerazione del capitale, quando è noto che i suoi uomini sono dentro al management di Hera, la multiutility che ha affermato a mezzo stampa che il referendum non potrà avere alcun effetto pratico”.
Vandini spiega poi la contromossa “Pare infatti che già sia pronta una proposta di legge targata Pd che, all’abrogato articolo 154 del d.l. 152/2006, voglia sostituire una norma secondo cui un 4 per cento della tariffa venga assegnata all’azienda erogatrice nella forma della copertura del rischio d’impresa”. Il Movimento 5 Stelle valuta questa strategia del Pd come una chiara volontà di “ripristinare la remunerazione del capitale abrogata dal referendum, una proposta che si colloca nella scia della politica liberista che -dicono- ci perseguita da 20 anni e che il vertice del Pd è il più coerente ad incarnare”.

Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci dovrà trovare una risposta convincente anche un’altra interrogazione depositata in Comune, firmata Nereo Foschini e Alberto Ancarani, capogruppo e vice del Pdl locale: “Grazie alle opportunità previste dal decreto Ronchi, Hera aveva assicurato investimenti rilevanti per il miglioramento del servizio idrico e ad oggi gli investimenti realizzati, in corso di realizzazione o da realizzare sono finanziati e remunerati con la tariffa approvata da Ato 7 Ravenna, in contraddittorio con il gestore Hera e di conseguenza pagati dai cittadini con le bollette”. Tenendo conto di ciò i consiglieri del Pdl ritengono che “l’esito referendario ponga in serio dubbio la realizzazione degli investimenti programmati, come peraltro dichiarato pubblicamente dal management di Hera”.

Daniele Manca, sindaco di Imola e presidente del patto di sindacato dei soci pubblici di Hera: “E’ opportuno e utile, tenere conto che ci sono convenzioni in essere con le aziende, contratti vigenti che vanno rispettati e che non vengono messi in discussione dai referendum” e la palla passa di nuovo alla holding Hera. Il direttore generale Roberto Barilli ha convenuto con Emanuele Burgin, assessore provinciale all’ambiente in rappresentanza dell’autorità d’ambito (Ato), la “piena disponibilità a proseguire gli investimenti già previsti dalla vigente convenzione, che per il 2011 ammontano a 26,5 milioni di euro”. “Ato ed Hera concordano" riporta una nota "sulla validità dell’attuale convenzione, nell’attesa di poter riprendere detto percorso anche alla luce della nuova normativa che sarà definita in seguito al referendum”.

Colpire Tutti per Favorire Pochi, la “Grande” Riforma del Fisco

di Leonardo Maga
Dopo la doppia scoppola subita alle elezioni amministrative ed al referendum abrogativo, il governo Berlusconi nella persona del ministro Tremonti ha deciso di annunciare la “grande” riforma del fisco, richiesta da Confindustria e sindacati e cavallo di battaglia del Cavaliere fin dalla sua “discesa in campo” nel 1994.
Fin qui le premesse sembrerebbero ottime, ma solo perché ancora la manovra non la si è analizzata: cosa comporta, in sostanza, il piano di Tremonti? L'obiettivo è quello di abbassare di tre punti percentuali (dal 23% al 20%) l'IRPEF, cioè in sostanza la tassazione sui redditi, compensandola con l'innalzamento di un punto percentuale (dal 20% al 21%) dell'IVA, cioè l'imposta sul valore aggiunto che colpisce lo scambio di beni e servizi.
Se è positiva l'idea di abbassare l'IRPEF, anzi direi quasi fondamentale, lo stesso non si può dire della scelta di alzare l'IVA, che colpendo i beni di consumo anche di prima necessità diminuisce il potere d'acquisto della famiglie, e soprattutto di quelle più disagiate. Avete capito bene, in parole povere quel poco di più che ti entra in tasca al ritiro dello stipendio finisce nelle casse del supermercato quanto vai a fare la spesa!
In pratica siamo di fronte alla classica situazione in stile Tomasi di Lampedusa: si sceglie di cambiare tutto affinché nulla cambi, e alla fine il giro di vite, quando serve diminuire le tasse ad una categoria, colpisce sempre gli stessi.

La più grande obiezione alla mia critica potrebbe essere quella dell'inesistenza di altre possibilità di azione, considerando che la manovra non può essere compiuta in deficit, ma la realtà è assolutamente un'altra. Se l'obiettivo di fondo dev'essere quello di diminuire le tasse sul lavoro trovando altre fonti di sostentamento per le casse statali, non si può non notare come in Italia abbiamo una tassazione sulle rendite finanziarie posta al 12,5%, decisamente più bassa del 27% francese e del 31,25% tedesco, che se alzata colpirebbe essenzialmente i grandi giocatori in borsa. Giocatori in borsa che verrebbero colpiti anche dalla nuova affascinante proposta sollevata dal movimento ¡Democracia Real YA!, e cioè l'introduzione della Tobin Tax, che colpisce le transazioni sui mercati valutari; è stato calcolato che ponendo in tutto il mondo l'aliquota allo 0,1% si otterrebbero 166 miliardi di dollari, quindi una valida scelta sarebbe quella di porla per la sola Italia all'1%.
Oltre a queste imposte miranti più che altro a colpire la speculazione, un'altra possibilità sarebbe quella della tassa patrimoniale sui grandi patrimoni per attuare una vera redistribuzione della ricchezza, in un momento dove il paese soffre fortissime diseguaglianze sociali; l'ipotesi della patrimoniale è già stata scartata da Tremonti perché mirerebbe a colpire i risparmi degli italiani, e infatti è da considerare sciagurata la proposta arrivata al Ministro, dal momento che non limitava questa tassa ai patrimoni più cospicui. Va comunque segnalato che oggi gli stessi risparmi cui il tributarista finge di interessarsi vengono erosi dalla sempre maggiore difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese, a causa della stagnazione economica dovuta alla crisi ma anche e soprattutto all'assenza di riforme da parte del Ministero dell'Economia.
Tornando alle possibili riforme, rimangono due suggestioni che stanno prendendo sempre più piede nel dibattito recente, più che altro in rete, e cioè la legalizzazione delle droghe leggere e la regolarizzazione della prostituzione; è stato calcolato che alla Germania la tassazione delle droghe leggere frutterebbe 900 milioni di euro l'anno, una cifra che pur detraendo un 25%, che andrebbe eticamente investito in politiche di sensibilizzazione, costituirebbe un bel tesoretto. Con questo ho provato a dimostrare che, attuando una vera riforma “epocale”, affiancata possibilmente da una norma blocca debito inserita in Costituzione, forse si troverebbe addirittura il modo di abbassarla l'IVA, invece che usarla come strumento per reperire i fondi necessari all'abbassamento dell'IRAP, e magari si otterrebbero anche i fondi per tentare l'introduzione del reddito di cittadinanza, altra nuova suggestione proveniente dalla rete mai presa in considerazione dai nostri Governi.

venerdì 17 giugno 2011

L'Aria Nuova di Napoli

Dopo l'articolo sui primissimi passi di Pisapia a Milano (qui), è ora il turno di De Magistris a Napoli.
Il primo atto della nuova giunta è dedicata all'annoso problema dei rifiuti. La delibera, a firma dell'assessore Tommaso Sodano punta in alto, ed in tempi brevi:
"Estendere immediatamente, e comunque entro il termine di 90 giorni, il sistema di raccolta porta a porta… Estendere la raccolta differenziata a tutta la città… Definizione di un Piano operativo per la Prevenzione e Riduzione dei Rifiuti… Primi interventi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti come: stop all’usa e getta e riciclaggio totale nelle mense scolastiche; divieto pubblicità postale non indirizzata; vendita di prodotti ortofrutticoli defoliati; incentivazione alla vendita di prodotti sfusi o alla spina; coinvolgimento della grande distribuzione organizzata nel recupero di prodotti freschi invenduti prossimi alla data di scadenza; progettare almeno 10 beverini-fontane di acqua, refrigerata e addizionata di anidride carbonica, per valorizzare l’acqua pubblica e ridurre i rifiuti da bottiglie di plastica; attivare impianti per il compostaggio, la selezione della carta, il recupero del legno dei mobili… Bloccare la realizzazione dell’inceneritore."

Altra novità degna di nota, è l'interruzione dei contratti con cui il comune di Napoli noleggiava le auto blu di servizio; a breve, i nuovi assessori e i dirigenti del comune andranno al lavoro con le biciclette elettriche.
Nell’ottica del rispetto ambientale e dei tagli alle spese della politica - ha spiegato il primo cittadino - è più appropriato utilizzare solo i mezzi a disposizione dell’amministrazione.

Anche per De Magistris direi che il lavoro è cominciato col piede giusto.
Ripeto l'adagio con cui ho chiuso l'altro articolo, a quanto pare non ben interpretato: anche una lunga marcia comincia a piccoli passi.

Ed ora tocca alla Legge Elettorale. Però...


Ringalluzziti dal buon esito della tornata referendaria, è scoppiata la febbre da referendum, tutti a fare comitati, raccogliere firme, per cambiare questo o abrogare quello.
E' di pochi giorni fa l'iniziativa 'Io Firmo, Riprendiamoci il Voto', con lo scopo di indire un referendum per cambiare la tanto criticata legge elettorale. Criticata in primis, bisogna dirlo, dal suo creatore, che l'ha definita una 'porcata'; questo solo per chiarire come i nostri politici prendano sul serio il loro lavoro.

Gli obiettivi del comitato sono 4, e tra parentesi ho messo le mie annotazioni:
- Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio.
(particolare sempre contestato di questa legge, d'accordo al 100%)
- Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività.
(attribuire i problemi della stabilità e della frammentazione al premio di maggioranza mi sembra un po' una forzatura; è vero però il contrario, un parlamento troppo eterogeneo fatica ad accordarsi)
- Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo, un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche di forze decisamente minori
(e qui casca l'asino: se al punto precedente avete criticato le coalizioni 'improvvisate' per rastrellare voti, perchè lo stesso non dovrebbe valere per le liste uniche? L'unico sbarramento che mi sentirei di giustificare è una misura 'batteriologica' all'1 o al 2% per evitare che un piccolo comune (come ad esempio Ceppaloni) s'improvvisi ago della bilancia nel decidere le sorti di un paese)
- Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato come Capo del governo interferirebbe, dicono, con le prerogative del Presidente della Repubblica che può e deve scegliere in assoluta autonomia. Io non la vedo così: indicare il candidato premier è semplicemente una "scorciatoia" su un nome già condiviso per velocizzare la fase delle consultazioni post-voto. Poi il capo dello Stato può tenerne conto o no.

Concludendo, ottima l'iniziativa, anche se non ritengo quello della legge elettorale un tema 'appassionante' per i cittadini, e dubito fortemente raggiungerà l'agognato quorum. Quando sarà e se sarà.

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Imprevisti di Regime: l'Ondata del Web 2.0

di Leonardo Maga

Dopo le vittorie di Pisapia e De Magistris alle elezioni amministrative e il successo dei referendum abrogativi del 12 e 13 giugno, una pletora di giornalisti ed opinionisti si è subito affrettata a scrivere articoli dove decantare i grandi meriti del Web 2.0, molto spesso dopo averne completamente ignorato il peso durante la campagna elettorale e referendaria, fallendo di conseguenza completamente le previsioni sugli esiti. Non utilizzerò, però, questo articolo per decantare le mie doti divinatorie nel pronosticare il superamento del 55% sia nei consensi dell'avvocato milanese al ballottaggio sia nell'affluenza alle urne referendarie, perchè in fondo bastava aprire Facebook per notare come molti utenti, in una logica quasi bipartisan, usassero tutti gli strumenti concessi dal social network per tirare la volata ai due candidati progressisti e, successivamente, per propagandare le ragioni dei sì ai referendum. Non utilizzerò, fra l'altro, questo articolo neanche per limitarmi a constatare l'efficacia dei blog e dei social network in campagna elettorale, altrimenti sarebbe più comodo rimandare a cinquanta altri papielli simili presenti in rete. Vorrei più che altro dimostrare come il Web 2.0 ha la forza di poter scardinare completamente il castello mediatico su cui si è retta la telecrazia berlusconiana. Non si può dimenticare la passata appartenenza del Presidente del Consiglio alla loggia P2, famosa per aver stilato il Piano di Rinascita Democratica, un piano eversivo mirante, in particolare, ad assoggettare i media al controllo del Governo per distorcere la realtà, indirizzando l'opinione pubblica e producendo consenso. Una volta “sceso in campo”, infatti, Berlusconi ha utilizzato i telegiornali delle sue reti, e progressivamente anche quelli RAI, per fornire notizie distorte o per imbottire gli ascoltatori di cronaca nera e rosa al fine di coartare il loro consenso e gettare fango sulle opposizioni. Questa forma di regime mediatico gli ha consentito, a parte brevi periodi, di detenere il potere per 17 anni, riuscendo a imbarbarire i costumi della società italiana, in quella che è una vera rivoluzione delle coscienze, e ad insabbiare i pur numerosi insuccessi dei suoi Governi. Il Piano di Rinascita Democratica, però, è un capolavoro di bavaglio all'informazione risalente agli anni 70, e quindi non può materialmente prendere in considerazione il Web come strumento di circolazione di notizie e conoscenza. Se anche lo comprendesse, fra l'altro, dovrebbe prendere coscienza del fatto che non può essere controllato nella sua vastità, se non con manovre da regime puro come quella cinese di oscurare Google, che però vanno contro l'obiettivo di mantenere formalmente attive le libertà fondamentali. Una dittatura strisciante attuata mediante il controllo dei media, quindi, non può avere successo se la cittadinanza ha libero accesso alla rete e al flusso costante di notizie, e ancor meno può avere successo in seguito all'affermazione del Web 2.0, cioè dei blog e dei social network, dove gli utenti oltre a poter accedere alle notizie possono anche contribuire con le proprie conoscenze instaurando dibattiti sulle varie tematiche e propagandando i propri ideali, riuscendo oltretutto a svelare piuttosto facilmente le pratiche di manipolazione della realtà attuate nei telegiornali. L'abbattimento del monopolio televisivo dell'informazione consente quindi di ottenere quella libertà di stampa da troppo tempo agognata nel nostro paese, facendo venir meno le fondamenta del regime della menzogna del nano di Arcore. Ed è solo l'inizio...

giovedì 16 giugno 2011

L'Aria Nuova di Milano

Nel capoluogo lombardo, è cominciata ufficialmente L'Era Pisapia.
Va citato, prima di tutto, il patrocinio gratuito che il sindaco, e tutta la sua giunta, all'unanimità, hanno voluto dare al Gay Pride cittadino, che si terrà il 25 giugno. L'annuncio, segna una netta inversione di tendenza rispetto all'Era Moratti, che mai aveva acconsentito alla medesima richiesta.
“Quel vento di cambiamento che tanti a Milano cercavano ha davvero portato a un cambiamento. Dopo 18 anni Milano ha finalmente un’amministrazione che risponde alle nostre domande e risponde positivamente come tutte le città europee. La comunità Lgbt (lesbica, gay, bisessuale e transgender) è una parte di Milano ed è bello che il Comune finalmente lo riconosca” plaude Marco Mori, presidente Arcigay di Milano.
Più critico il PdL “Non so se i tanti cattolici che hanno applaudito al vento che è cambiato alle prime conseguenze di questo nuovo vento siano ancora convinti di aver ben ponderato la loro scelta” (evidentemente qualcuno crede ancora che l'omosessualità sia una religione..).

Ma non è tutto qui: davanti ad un pronostico di 500 milioni di buco al bilancio comunale, eredità della passata amministrazione, il sindaco Giuliano Pisapia intende procedere sulla via dell’austerità, del contenimento dei costi. A partire dai compensi dei dirigenti comunali, con tagli agli stipendi e tagli al numero degli incarichi per risparmiare, indicativamente, 2 milioni di euro all’anno. Inoltre il primo cittadino dimezzerà i dirigenti esterni: dai trentadue ancora a contratto, scenderanno a 14.
Pesa però l'affaire Tabacci, assessore e parlamentare che ha deciso di non mollare la poltrona in aula. Da notare però che non percepirà entrambe le retribuzioni, ma questo per legge, non per coscienza.

Un buon inizio per il capoluogo lombardo, segnali di progresso, apertura alle minoranze, e, finalmente, una lezione di politica sana contro il poltronismo e la casta.
"Capirai che cura!" sentenzierà qualcuno. Anche una lunga marcia comincia a piccoli passi.

Qui invece i primi passi di De Magistris a Napoli.

Ma Anche No, Come Volevasi Dimostrare

Ne riparleremo poi. Questa la risposta dell'aula di Montecitorio alla proposta dell'Idv, appoggiata dall'Udc, di abolire le province. Un rinvio votato bibartisan, che ha visto alleati PD, PdL e Lega.
Un bel trio accomunato dalla fame di poltrone, che ha bisogno di tanti, troppi enti inutili per sopravvivere e continuare a mangiare sulle spalle degli italiani. Me lo segno, un altro ottimo motivo per non votare il Partito Democratico.

Nel 2008, in campagna elettorale, Berlusconi aveva promesso di abolirle, e così anche l'allora segretario democratico Veltroni. Fumo negli occhi, mera propaganda elettorale, ad uso e consumo del potere per allisciarsi i favori dell'elettorato.
"La Provincia non serve quindi non la voto", una campagna messa in piedi da Libero nel 2009, con l'obiettivo di costruire una proposta di legge popolare per abolire questi enti inutili.

Cosa rimane, oggi, di tutte queste promesse?
Il mio timore è che quando arriverà qualcuno che ci crede davvero, nessuno gli crederà; stanno distruggendo la credibilità della Politica, come perno di Civiltà e Democrazia.
Altro che nuovo vento (qui), serve un nuovo ciclone, per spazzare via questo sistema irrancidito e fossilizzato, e ricostruire la speranza e la dignità dell'Italia.

mercoledì 15 giugno 2011

Purtroppo ha Vinto il Sì

Col successo del Sì al primo quesito dei referendum, si è anche abrogata una norma interessante, che impediva di 'riciclarsi' nei cda delle società partecipate a chi, nei 3 anni precedenti, aveva avuto un ruolo (in giunta o in consiglio) nelle amministrazioni locali.
Il regolamento sulla composizione di queste società era inserito nell'articolo 23-bis della legge 133/2008, quello appunto cancellato dal referendum, e tentava di porre un freno al vecchio vizio dei poltronifici municipali, in cui venivano parcheggiati i 'trombati' alle varie elezioni.

Per ottenere quel regolamento c’era stata una battaglia durissima, con politici di ogni schieramento costretti obtorto collo ad accettare la norma anticasta. I sostentori del NO avrebbero avuto una buona carta da giocare per sostenere le loro posizioni (uno specchietto per le allodole, in confronto al resto), che probabilmente avrebbe anche fatto breccia in qualche coscienza grillina o rottamatrice.

Mano libera alla politica che tornerà famelicamente ad occupare le migliaia di poltrone libere nelle municipalizzate, fregandosene in tranquillità dell’incompatibilità cancellata.

Illegittimo Rifornimento?


Dopo la bocciatura del legittimo impedimento, si potrebbe pensare sia questa la nuova trovata del Ministro Alfano.

I processi ora saltano perchè gli imputati non vengono portati in tribunale. A Vibo Valentia la polizia penitenziaria non riesce a trasportare i detenuti fino al Palazzo di Giustizia.
Perchè? Sermplicemente manca la benzina.
I tagli lineari imposti al ministero della Giustizia hanno colpito i serbatoi dei blindati, ed i distributori che di solito accettano le loro 'tessere carburanti', iniziano a chiedere i contanti visto che già da gennaio si verificano ritardi nei pagamenti.
"Caro dottore, le comunico che non ci forniscono più la benzina a credito per i nostri mezzi, i fondi sono finiti da tempo", è l'amara telefonata del direttore del carcere al procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo. Per cui, le udienze con i detenuti rischiano di saltare ogni giorno perché l’imputato viene messo in condizione di non partecipare al processo.
"Per i mezzi della procura, tra cui un’auto blindata destinata a un magistrato sottoposto a misure di protezione, abbiamo ricevuto per i 2011 20 buoni benzina da cinque litri ciascuno" spiega il procuratore.

Avevo già denunciato la situazione delle forze dell'ordine in Italia (qui), e questi nuovi episodi confermano come giustizia e sicurezza siano solo degli slogan di mera propaganda sbandierati da chi ci governa.

martedì 14 giugno 2011

Ovviamente, ha Vinto il Governo

E' chiaro, il referendum si allinea alle scelte dell'esecutivo. Lo dice Daniela Santanchè, che fa notare come loro abbiano "già abrogato quella che era la costruzione dei siti nucleari. Quindi" ha aggiunto "il referendum in parte è già stato fatto dal Governo".
E' quanto sostiene anche Paolo Romani, Ministro dello Sviluppo "Alla fine, il referendum conferma la linea che il governo aveva già fatto propria". Ma, e il nucleare? "I cittadini hanno confermato le scelte che il governo aveva fatto dopo Fukushima."

Non solo non hanno perso, hanno addirittura vinto.
Sono insieme sbigottito e perplesso. Cosa cavolo siamo andati ad abrogare allora domenica?

Ma Cosa Ridete, Idioti?!

Passata l'enfasi per la vittoria delle consultazioni, torniamo a fare i doverosi distinguo.
Il Segretario del PD traccia l'iter da seguire ora: "Crisi, Quirinale, verifica rapida sulla possibilità di riformare la legge elettorale e se no si va a votare". Dopo il risultato del referendum Bersani torna a chiedere le dimissioni del Governo. Che speriamo non segua le sue indicazioni.

Credete forse di vincerle voi le elezioni se si votasse oggi?!
O meglio, può anche essere, ma non certo in virtù della vostra 'valida offerta politica'. Vincereste, forse, come segno di rivolta al berlusconismo (e non mi sembra una vittoria molto onorevole), o grazie a dei validi alleati che però vi provocherebbero non pochi mal di pancia.
Non avete vinto a Napoli, dove il vostro candidato Morcone è stato doppiato da quello dell'IDV De Magistris; non avete vinto a Milano, dove è stato un candidato proposto da Vendola a vincere le primarie e lo scontro con la Moratti (ne parlo anche qui).
Ed ora pretendete anche di ipotecare il risultato del referendum? Per coerenza, questa per voi dovrebbe essere una sconfitta, visto che nel 2009 all'Europarlamento avete sostenuto una relazione sul ritorno al nucleare (qui).

lunedì 13 giugno 2011

Bentorata, Passione!

Dal 1995 non si raggiungeva più il quorum ad un referendum (almeno abrogativo). L'11 giugno di quell'anno furono ben 12 i quesiti su cui i cittadini furono chiamati ad esprimersi. L'affluenza, in quel caso, fu circa del 57%.
Da allora, vi sono state 6 consultazioni referendarie (per un totale di 22 quesiti), che purtroppo sono state invalidate dalla bassa affluenza e dal distacco dei cittadini dalla politica.

Sono in corso gli spogli e le rilevazioni delle affluenze per i 4 quesiti proposti quest'anno, e le percentuali si attesterebbero tra il 56 ed il 57%. Valori lontani da quell'87,7% di affluenza che registrò nel '74 il referendum sul divorzio, ma comunque sufficienti a convalidare la consultazione, e forse primo passo della rinascita della passione civile per la politica.

"Dopo Berlusconi" mi diceva un amico "credo verrà una stagione di grande partecipazione ed entusiasmo, come fu dopo il fascismo". Tutto lo lascia sperare, per ora. (ne avevo già parlato qui)

Siete Ancora Qui?

Spulciando tra le varie consultazioni referendarie, mi sono imbattuto in quella del 18 e 19 aprile del 1993, in cui i cittadini furono chiamati ad esprimersi su 8 quesiti.
Tra questi, gli ultimi due in particolare mi hanno colpito:
- Abrogazione della legge che istituisce il Ministero dell'Agricoltura;
- Abrogazione della legge che istituisce il Ministero del Turismo e dello Spettacolo.
I due quesiti sono passati entrambi con un'affluenza del 76,9%, ed i Sì hanno stravinto con il 70,2% e l'82,3%.

Consultando la cronologia delle cariche di Governo, trovo che invece questi ministeri esistono ancora (e sono esistiti anche dopo il '93) e sono tutt'ora funzionanti, ricoperti rispettivamente da Saverio Romano di Iniziativa Responsabile e da Michela Vittoria Brambilla del Popolo della Libertà.

Ma non erano abrogati?

Difendere l'Amore

“La prima volta che mi sono avviata in questo viaggio artistico e musicale ero una semplice donna americana, ero figlia di una 2 generazioni di americani. Non sapevo ancora la passione e il fervore per le uguaglianze e la giustizia sociale che mi sarebbe cresciuta dentro dal profondo del cuore. Mano a mano che mi sono avvicinata a voi con la danza, l’arte e la moda, la celebrazione della nostra individualità mi è apparso chiaro che la mia più grande missione era di diventare parte della mobilitazione della comunità Lgbt. Oggi e ogni giorno noi combattiamo per la libertà per la giustizia, chiediamo compassione comprensione e sopratutto vogliamo piena uguaglianza ADESSO!

Sono arrabbiata come tanti di voi oggi ma noi dobbiamo trasformare questa piazza italiana in una vera e propria piazza elettrica. Dobbiamo dare prova della nostra rabbia della nostra pena ma questo ci deve rende più forti, oggi, nel proclamare la difesa dell’amore. Per alcuni governi i diretti non sono una priorità sociale, sono ambigui. Nel mio Paese la trasparenza della democrazia è diventata confusa in seguito a procedure politiche. Navigo su Google, Internet per cercare questa verità politica, questa giustizia sociale. Io voglio vedere, come voi, le argomentazioni e parte di questo dibattito della democrazia, voglio avere voce in capitolo in questo dibattito.

In Usa si possono celebrare diritti dei gay ma in qualche modo il problema politico esiste sempre. Ma adesso parliamo di Europride. Alzate le mani, voglio vedervi tutti… Non è una festa o manifestazione pacifica ma noi siamo qua per difendere l’amore. Voglio dire grazie a tutti colori che sono qui in questa bellissima piazza: Ciao Roma! Mi sono svegliata stamattina nel mio albergo ho dato un’occhiata a questa città bellissima e subito ho iniziato a sentire i mashup di Paparazzi, Judas e Born This Way… Grazie grazie tantissimo per aver permesso alla mia musica di far parte di questa manifestazione. È un onore per me essere qui oggi. A tutti gli organizzatori dell’Europride che combattono per i diritti Lgbt , voglio dire grazie Grazie, abbiamo bisogno di voi!

Bravo Alemanno, lo ringraziamo per aver coordinato questo evento che ci ha consentito di essere qui oggi per celebrare tutto pacificamente. (seppur con parecchie critiche, ne parlo qui)

Per me è un onore essere qui inoltre e vorrei ringraziare Donatella Versace. Lei ha praticamente realizzato questo vestito sul palco. Ho un abito dell’ultima collezione di Gianni Versace. Guardo nella folla e vedo che ci sono così tanti cittadini europei che lottano per la loro libertà, Per quei diritti che in molti paesi sono ancora illegali. Viaggio molto nel mondo, stringo loro la mano e voglio dire che è il vostro coraggio che mi ha ispirato. Le storie di tutti i miei carissimi fans, soldati, dei senzatetto, di coloro che cercano di perorare la causa dei diritti della comunità Lgbt, queste sono le storie e devono essere raccontato al mondo, le storie che hanno cambiato il mondo e che hanno parlato a difesa dell’amore

Noi siamo qua oggi non certo perché non abbiamo meno valore! Siamo qua per proclamare la nostra forza e la nostra intelligenza. Non vogliamo essere trattati se non da essere umani. Il 26 giugno 1969 nel West Village è nato il movimento gay: noi eravamo tutti insieme quella notte come eravamo qui questa sera per la solidarietà. Siamo qui per riunirci insieme. E lo dico ancora una volta: dobbiamo andare avanti nella difesa dell’amore. Siamo qui insieme per chiedere e difendere diritti umani, per porre fine alla discriminazione e all’intolleranza. Abbiamo fatto tanti progressi progressi anche per la visibilità Lgbt, abbiamo fatto tanto contro la violenza e l’omofobia.

Ho parlato di queste cose in tutto il mondo, ho sempre ricordato queste versioni e mi viene chiesto perché parli così tanto dei gay. Mi chiedono “Perché sei così gay?” Perché mi fanno queste domande? Perché è così importante questa cosa per te? Io sono figlia della diversità. Sono una della generazione che sente obbligo morale di esercitare questa potenzialità rivoluzionaria e fare del mondo un mondo migliore. E, su una scala “gay” da uno a 10, io sono una Judy Garland di 42 (icona gay storica), Sono consapevole del fatto che molti governi non consentono ai concittadini di avere questi consensi per me è terribile. C’è censura nella comunicazione e vorrei dire che in qualche modo queste barriere dobbiamo abbatterle . Conosco tante storie e spero che possano sempre essere messe più in luce. Noi del resto siamo fatti e nati così.

È la quantità di queste storie che hanno subito tanta discriminazione non permettono alla gente che la diseguaglianza è un effetto che ancora si sente adesso e in futuro. Vorrei nominare alcuni governi: Lituania, Russia, Polonia, Budapest, Libano, i Paesi del Medio Oriente. Non c’è un unico esempio di paese o legge per parlare degli effetti e della gente che arriva a gesti estremi per queste forme di isolamento: arrivano anche al suicidio. Io sono qui oggi, non solo perché sono una donna, ma perché cittadini europea. E chiedo ai governi di fronte al mondo di facilitare il nostro sogno di uguaglianza: Aiutateci a trovarci insieme nella pace, non divideteci!

So delle religioni, ho rispetto a chi crede ma credo che sia importante rivendicare il cambiamento, riconoscerlo. Sono tante le questioni sociali, reali, serie. E io credo che in qualche modo tutto questo non debba avere un effetto nefasto sull’uminità. A volte i Presidenti dei governi sono così influenti… noi siamo qui perché spero riescano a capire che noi Lgbt non abbiamo accesso al dibattito politico. Lottiamo per la nostra identità. Quanto arriverà il giorno del nostro matrimonio, il giorno in cui porre fine a questa discriminazione? Come trasformare l’oppressione del passato nella liberazione del futuro? Facciamo nascere una nuova ideologia internazionale, siamo insieme per riassumere la nostra storia, lo vogliamo fare oggi. Dobbiamo essere rivoluzionari, farci voce dell’amore, della potenza umana, essere forti, per salvare vita e incoraggiare unità in tutto il mondo. Grazie!”. Parla Lady Gaga dal palco dell'Europride 2011 a Roma l'11 giugno.

Un discorso profondo, maturo e serio.
Pulito e generico al punto giusto, senza riferimenti al Vaticano o alla legge contro l'omofobia; nessun attacco alla Costituzione come temuto nei giorni scorsi dagli Onorevoli Buttiglione e Binetti.
Ancora una volta Lady Gaga rivela un'anima nobile ed una coscienza sociale più evoluta di molti dei fossili che invece siedono in Parlamento.
Musicalmente non è il mio genere, ma ho acquistato il suo ultimo album perchè ammiro un'artista capace di utilizzare il suo potere e la sua influenza per fare veramente qualcosa (come ha fatto qui).

venerdì 10 giugno 2011

Via un Altro Nemico dell'Ambiente

In Italia è già molto se siamo arrivati a togliere di mezzo le buste per la spesa in plastica.
In California si guarda già oltre: dal 2014, via dagli scaffali i contenitori per alimenti in polistirolo. Secondo alcuni dati, questo materiale rappresenta il secondo più disperso nelle spiagge (della California), a causa, e questo lo rende ancora più pericoloso in ogni ambiente, della tendenza a sbriciolarsi nei piccoli pallini che compongono la sua struttura.

La proposta, anche se è data per certa la sua ratificazione, contiene una scappatoia per i produttori di polistirolo, già sul piede di guerra: il polistirolo potrà continuare ad essere immesso sul mercato, ma per farlo dovrà rispettare alcuni standard ambientali, come quello di essere riciclabile almeno per un 60%.

Un altro passo avanti nella difesa dell'ambiente, che spero possa fare da esempio anche per altri paesi.

Chiedi la Rettifica e ti Accompagnano in Questura

Per contestare la disinformazione in Rai, è nata attorno ad Arianna Ciccone l'associazione Valigia Blu.
Il nome deriva dalla valigia utilizzata dalla stessa Ciccone per consegnare le firme raccolte allo scopo di chiedere la rettifica al TG1 che aveva parlato di assoluzione per Berlusconi riguardo alla vicenda Mills, quando invece si trattava di prescrizione.
Da quell'episodio, il gruppo si batte per un'informazione corretta nel servizio pubblico, al di là delle appartenenze politiche, prendendo posizione riguardo alle vicende più sensibili, come la legge bavaglio o gli ultimi errori riguardo alle date dei referendum.
Proprio su quest'ultimo tema era incentrata la manifestazione di Valigia Blu davanti alla sede Rai.
Il loro striscione recitava: "CARA RAI, L'IFORMAZIONE SUL REFERENDUM E' UN TUO DOVERE E UN NOSTRO DIRITTO (SE POI AZZECCATE LE DATE NEI TG E' MEGLIO)". Una guardia privata della Rai ha chiamato la Polizia che ha condotto il gruppetto in Questura, dove sono stati identificati e lo striscione sequestrato. Solo dopo oltre un'ora sono stati tutti rilasciati.

Perchè?
Sarebbe troppo facile attaccarmi alla libertà costituzionale di esprimere le proprie idee ed opinioni, per cui chiedo un'altra cosa: cosa giustifica quest'atto intimidatorio contro un gruppo di cittadini che chiedevano solo il rispetto della legge?

giovedì 9 giugno 2011

Senza Preservativo

Quei pericolosi bolscevichi del The Economist ci avevano messo in allarme varie volte negli anni.

Nel 2001 ci avvertirono che 'Berlusconi è inadatto a governare l'Italia'.
Nel 2006 ci dissero che 'è ora di scaricare Berlusconi'.
Nel 2008, quando fu rieletto, erano allibiti: 'Mamma mia, di Nuovo!'.
Oggi, 2011, non possono che constatare i danni, 'L'uomo che si è fottuto un intero paese'.

Ma perchè ce l'hanno tanto con lui?
1) ha infangato un intero paese: 'la fosca saga del Bunga Bunga e dei festini a base di sesso, uno dei quali ha portato al ben poco edificante spettacolo di un Primo Ministro che finisce in tribunale, accusato di aver pagato una minorenne per farci sesso.';
2) per i suoi guai giudiziari, e l'uso ad personam del potere: 'Nel corso degli anni, è finito sotto processo più di una dozzina di volte per frode, falso in bilancio o corruzione. I suoi difensori affermano che non è mai stato condannato, ma ciò non corrisponde al vero. In molti casi ci sono state condanne, in seguito annullate con contorti procedimenti, prescrizioni, e in due casi perché Berlusconi ha cambiato le leggi';
3) ma è il terzo quello più rilevante, politicamernte parlando: 'il suo totale disinteresse per le condizioni economiche del suo Paese. Forse distratto dalle sue noie legali, ha fallito per quasi nove anni da primo ministro in carica, non ha trovato un soluzione, né si è forse accorto della debolezza sul fronte economico dell’Italia. Come risultato, si lascerà alle spalle un Paese in ginocchio'.

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum 2011, Un NO?

Voilà, Monsieur, il Dubbio.
A farmelo venire è stato un dipendente dell'Hera, società partecipata (a maggioranza pubblica) che gestisce gli acquedotti nella mia zona. Al centro del dubbio, il secondo quesito, quello posto su scheda gialla:
"Volete voi che sia abrogato - Art. 154, comma 1 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 'Norme in materia ambientale', limitatamente alla seguente parte: 'dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito'?".

E cosa dice il comma 1 del suddetto articolo?
"La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo."

Anch'esso riguarda il delicato tema della privatizzazione dell’acqua pubblica e dei servizi che la gestiscono e, in particolare, il sistema di remunerazione dell’azienda privata cui tale servizio è stato affidato che sarebbe effettuato in base al capitale investito. In sostanza, chi vota “Sì” è contrario alla norma che consente ai privati che gestiranno il servizio idrico di conseguire degli utili. Chi vota “No”, è favorevole al profitto per queste imprese.
In parole povere, 'si impedisce di fare profitti sull'acqua'.
Giusto, giustissimo. Ma in questo modo anche gli investimenti fatti sarebbero a fondo perduto, compresi quelli necessari, come manutenzioni e migliorie.

Ecco che, posta in questo modo, mi suona già più giustificato barrare il NO al secondo quesito. Mi riservo di sentire altri pareri prima di elaborare la mia decisione finale.
Comunque, qualunque cosa decida di votare, io andrò ai seggi, ritirerò tutte e 4 le schede e metterò per iscritto le mie volontà, come ho sempre fatto, senza nascondermi dietro l'ombra del quorum.

Facciamo Due Conti

"Azzerato Annozero" titola trionfalmente in prima pagina il Giornale, "Ora Santoro è Gratis" gli fa eco Libero, "finalmente non pagheremo più i suoi comizi in tv".

Pagare? Veramente, a me risultava che Annozero fosse una delle poche trasmissioni in Rai che in termini di ricavi pubblicitari facesse guadagnare più di quanto facesse spendere.
Direi che c'è ben poco da esultare, allora, se si stronca una trasmissione di successo, lo dovrebbero capire anche i fantomatici liberali che ci governano: se spendi 50 e ricavi 100, vuol dire che guadagni 50; è questione di aritmetica elementare, mica di opinioni.
Che poi, ecco, anche le opinioni: io non sono credente, ma mi avete mai sentito sbraitare perchè col mio canone si pagano anche gli stipendi di chi si occupa ogni domenica di trasmettere l'angelus del Papa? No, perchè io sono liberale nel pensiero, e rispetto chi vuole vedere la Messa o i reportage sul cavolfiore di Velletri.

"Cacci Santoro e ti tieni Paragone?" ironizzava Crozza ieri sera "E' come se i Beatles cacciassero John Lennon e tenessero Pupo".

Ma con questa mossa inoltre la maggioranza porta a casa anche un altro traguardo: molti degli ascolti di Santoro probabilmente verranno dirottati verso le emittenti private, di proprietà - ma toh - del Presidente del Consiglio.
Tornando ai conti, sarei curioso di sapere i bilanci di Ferrara e del suo pippone serale quotidiano.

martedì 7 giugno 2011

La Costituzione Buttata a Mare

Giro su FareProgresso un interessante articolo di Leonardo Maga sull'IVA applicata al leasing nautico.

Sollecitato da mio padre, fortemente appassionato di nautica da diporto, son venuto a conoscenza della normativa riguardante l'acquisto di imbarcazioni in leasing, che secondo me contravviene in maniera smaccata allo spirito della Costituzione, e che oltretutto sta portando il settore nautico italiano sull'orlo del lastrico.
Con l'art. 46 della Legge 21/11/2000 n. 342 si decise che i corrispettivi per le prestazioni derivanti da contratti di locazione, anche finanziaria, noleggio e simili di mezzi di trasporto, non dovessero essere assoggettati ad IVA se i mezzi stessi fossero stati utilizzati al di fuori dell'Unione Europea, introducendo quindi agevolazioni fiscali sull'acquisto di imbarcazioni in locazione finanziaria (leasing); questa formula, il cui fondamento fatica ad essere condivisibile, porta però a conseguenze ancor meno condivisibili: sulla base del ragionamento del legislatore, infatti, la percentuale di tempo trascorsa al di fuori dell'Unione Europea aumenta all'aumentare della lunghezza dell'imbarcazione, con la conseguenza che le agevolazioni fiscali son sempre più forti all'aumentare della lunghezza dell'imbarcazione, come illustrato di seguito:
(Legenda di lettura: UNITA' è la tipologia di unità da diporto; TASSATI: è la percentuale da assoggettare ad IVA 20%; IVA: l'aliquota IVA equivalente)

UNITA': Unità appartenenti alla categoria D (meno di 7,50 metri)
TASSATI: 100%
IVA: 20%

UNITA': Unità a motore di lunghezza fino a 7,50 metri
TASSATI: 90%
IVA: 18%

UNITA': Unità a vela di lunghezza fino a 10 metri e unità a motore di lunghezza tra i 7,5 e 12 metri
TASSATI: 60%
IVA: 12%

UNITA': Unità a vela di lunghezza tra i 10,01 e 20 metri e unità a motore di lunghezza tra 12,01 e 16 metri
TASSATI: 50%
IVA: 10%

UNITA': Unità a vela di lunghezza tra i 20,01 e 24 metri ed unità a motore di lunghezza tra 16,01 e 24 metri
TASSATI: 40%
IVA: 8%

UNITA': Unità a motore o a vela di lunghezza superiore a 24 metri
TASSATI: 30%
IVA: 6%

Una “progressività” dell'imposta esattamente contraria rispetto a quella prospettata dai nostri padri costituenti, che porta a conseguenze pratiche assolutamente irrazionali. Chi potrà usufruire del vantaggio maggiore, cioè il pagamento del solo 6% di IVA, saranno infatti gli acquirenti di vere e proprie navi, che potendosi permettere codesto acquisto saranno sicuramente molto danarosi e non bisognosi di agevolazioni fiscali; chi invece potrà usufruire in maniera solamente irrisoria delle agevolazioni saranno gli acquirenti di imbarcazioni medio-piccole, che magari sono famiglie sicuramente benestanti, ma che hanno disponibilità economiche neanche paragonabili ai grandi miliardari di cui sopra, e che quindi potrebbero essere invogliati all'acquisto di una piccola imbarcazione, da utilizzare per la pesca o per un weekend in relax, proprio dalle agevolazioni fiscali. La normativa, come già detto, è del 2000, quindi questa non è una novità, ed addirittura nei primi tempi si pensava che tutto questo avrebbe agevolato il mercato della cantieristica nautica, settore in cui l'Italia è ai vertici a livello mondiale. Nel 2011, però, non si può dire che le previsioni si siano avverate. Abbiamo assistito in questi giorni alla crisi di Fincantieri, specializzata in cantieristica navale, segno che anche una normativa ingiustamente favorevole non è riuscita a salvare un settore che naviga in cattive acque. Non solo Fincantieri, però, è in crisi, perchè la crisi ha colpito anche il cantiere Ferretti, specializzato nella produzione di imbarcazioni di medie dimensioni: in questo caso la quasi assenza di agevolazioni fiscali, unita ad una minore disponibilità di denaro da parte della medio-alta borghesia ed alle “minacce” di controlli fiscali a tappeto da parte del ministro Tremonti a chiunque acquistasse un natante, ha portato i tradizionali acquirenti di mezzi di questo tipo a rinunciare, trasformando un settore che dovrebbe essere un fiore all'occhiello dell'economia italiana in un settore esangue e in punto di morte.