lunedì 29 novembre 2010

Giusto il Referendum Svizzero

Con il 52,9% dei voti favorevoli è passata la proposta dell'Unione Democratica di Centro (che, nonostante il nome, è una forza di di destra) di espellere gli immigrati che delinquono.
L'approvazione del referendum introduce nella Costituzione un articolo che stabilisce la revoca automatica del diritto di soggiorno a tutti gli stranieri condannati, con sentenza passata in giudicato, per aver commesso reati quali omicidio, rapina, traffico di esseri umani, stupri, effrazione e altri reati violenti.

Io lo trovo giusto. Se vuoi andare a vivere in uno stato estero, rispetti le leggi locali.
Non è la solita litania infantile "prova ad andare a casa loro per vedere cosa ti fanno" (parlo qui del mio punto di vista in proposito), ma una questione di integrazione.
Poi, per come la vedo io, è ovvio che per quegli stranieri in fuga da una guerra o che in patria rischierebbero la morte, occorrerà studiare pene alternative, ma credo che concetto di fondo sia giusto.

Simonetta Sommaruga, neoministra socialista della giustizia, ha sottolineato che "gli stranieri, nella stragrande maggioranza, non sono criminali e sono ben integrati". Il loro contributo sociale ed economico è molto importante. Secondo gli oppositori l'innovazione rischia di violare le disposizioni di alcuni trattati internazionali e accordi sottoscritti dalla Svizzera, anche con l'Ue.

L'Udc/Svp ha fatto campagna stigmatizzando gli stranieri che abusano degli aiuti sociali ed affermando con insistenza che nel 59% dei casi di omicidi intenzionali gli imputati sono stranieri; senza badare a spese ha affisso manifesti minacciosi in tutto il Paese, ed oggi ha riscosso il successo. Vi ricorda qualcuno questo?

sabato 27 novembre 2010

Discorso di Enea Melandri del 27/11 a Ravenna sulla Libertà d'Informazione

"Il tema della giornata di oggi è la libertà d'informazione, uno dei fondamenti e dei pilastri della democrazia.

Quella che c'è qui in Italia, ce lo sentiamo ripetere da anni, è una situazione anomala, dove il primo ministro è anche il principale detentore dei mezzi d'informazione.
Ma quello del conflitto d'interessi è solo uno degli ostacoli, e nemmeno il più evidente, che concorrono a limitare la libertà d'informazione nel nostro paese.

Quello di fare informazione dev'essere un libero diritto di tutti, ed invece si tenta di limitarlo attraverso strumenti politici, leggi e regolamenti pomposi ed inapplicabili, e corporativi.
L'Albo dei Giornalisti, un registro istituito nel 1925 dal regime fascista, creato proprio per controllare la stampa, è tra questi.
Il mio sogno è un'informazione plurale, libera e democratica, dove tutti possano essere creatori e promotori di flussi informativi.

Ma attenzione, non dobbiamo confondere la libertà d'informazione con la tolleranza a due velocità: difendere la stampa libera significa anche permettere ad un qualsiasi Vittorio Feltri di dedicare 47 prime pagine ad una appartamento di Montecarlo, purchè ovviamente dica il vero, se no diventa un problema legale e ci penserà la Magistratura.
Sono i lettori di quel giornale che poi decideranno di punirlo non acquistandolo, ma lui, nei limiti della verità, ripeto, dev'essere libero di parlare e scrivere ciò che vuole.

E' una stampa vissuta in modo televisivo, quasi: chi acquista quel quotidiano (parlo in generale, poi ovvio c'è caso e caso) è talmente assuefatto dal modus operandi berlusconiano che lo fa quasi per inerzia, e si sorbisce di tutto.
Ma questa è una solo una mia riflessione.

I veri problemi della libertà d'informazione sono i monopoli, e qui rientra anche il conflitto d'interessi, appunto, i lacci e lacciuoli che limitano l'iniziativa e le possibilità di accesso, ma anche la burocrazia ed il digital divide."

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giovedì 25 novembre 2010

Uno Slogan inadeguato contro la Violenza sulle Donne

Il 25 novembre è stata proclamata Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Una causa importantissima, per combattere un fenomeno disumano e terribile.
Ma in Cile smacchiano il latte col caffè, scegliendo uno slogan da osteria che tra le righe incoraggia ad un'altra forma di violenza, quella verso gli omosessuali.

"Chi picchia una donna è frocio", questa la frase scelta da Carol Schmidt Zaldivar, il ministro del Servizio Nazionale Femminile, per promuovere l'iniziativa.
In molti sollevano il dubbio che cercare di fermare un tipo di violenza promuovendone un altro non possa essere un mezzo accettabile. Lo stato cileno sta proponendo un'immagine negativa dei gay, 'qualcosa' che dovrebbe generare ribrezzo nei violenti.
Il gruppo 'Soy Hombre Soy Mujer' sottolinea come quel messaggio non stia facendo altro che incrementare l'omofobia, considerando che negli ultimi anni si sia già registrato un aumento del 600% dei casi di violenza nei confronti degli omosessuali nel paese.
E' stata creata anche una raccolta di firme per chiedere al ministro di pensare ad una nuova campagna a sostegno della sua nobile causa, ma tenendo in considerazione il rispetto verso altre minoranze: ogni categoria di cittadino cileno dovrebbe essere tutelato dalla violenza, sia esso donna, bambino, gay, compresi gli uomini.

Contro Natura sarà Lei!

Nuovo affondo del Papa: "Omosessualità mai giustificabile: è contro la natura".

La prima domanda che mi viene naturale pormi è 'ma chi la deve giustificare?'. E' come se io mi dovessi giustificare perchè ho i capelli neri, o perchè mi piacciono gli spaghetti al tonno..!
Quando poi ho letto 'è contro la natura', sono inorridito.
Contro Natura è vietare si ricerchino nuove cure contro terribili menomazioni, disabilità o patologie genetiche, Contro Natura è coprire e nascondere suoi emissari coinvolti in episodi di pedofilia, e permettergli di continuare a perpetrare tali violenze, Contro Natura è condannare la prevenzione contro malattie sessuali o gravidanze indesiderate, Contro Natura è voler inculcare negli altri il proprio pensiero come unico giusto ed ammissibile, Non Amare.

martedì 23 novembre 2010

Documenti Senza Valore

"Tre ministri e un sottosegretario si sono scomodati per scrivere una circolare che non ha un fondamento giuridico" spiega Margherita Miotto, capogruppo Pd nella commissione Affari sociali di Montecitorio. Sacconi, Fazio e Maroni, infatti, hanno redatto un documento in cui è ribadito che i registri comunali che raccolgono il cosiddetto biotestamento non solo sono 'privi di effetti giuridici' ma non sono neanche legittimi, e i promotori di tali iniziative potrebbero anche essere chiamati a risponderne.
Continua l'On. Miotto "Potremmo discutere sull'efficacia dei registri, anzi dovremmo farlo in parlamento con uno spirito aperto, non di crociata" e aggiunge "Forse, dietro l'iniziativa dei quattro esponenti del governo si nasconde solo la cattiva coscienza per gli ingenti tagli alla sanità e alle politiche sociali che hanno imposto al paese".

Anche Silvana Mura, deputata dell’IDV, sulla difensiva “La circolare sui registri comunali per il 50% assomiglia a un'intimidazione mentre per la restante metà sembra un atto puramente propagandistico” e sottolinea “Più il governo si avvicina alla fine, più aumenta la sua arroganza come dimostra questo tentativo di tornare all'assalto in tema di testamento biologico. Ancora una volta, come spesso accade nei temi etici e sociali, si tratta di una posizione ipocrita volta ad impedire con gli atti amministrativi quello che hanno tentato di impedire con una legge talmente pessima in tema di testamento biologico che neppure la maggioranza ha avuto il coraggio di approvarla”.
I Radicali, principali sostenitori delle dichiarazioni di fine vita, rispondono per le rime: ad essere senza valore è invece la circolare del ministero. “Le sentenze Welby, Englaro e Nuvoli” spiega Marco Cappato, segretario dell'associazione “stabiliscono in modo chiaro il diritto costituzionale a interrompere le terapie anche attraverso le dichiarazioni anticipate” registrate dai Comuni.

Il diritto costituzionale a cui fa riferimento Cappato è quello sancito dall’Articolo 32:“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

domenica 21 novembre 2010

Roma come Hiroshima

I risultati della perizia tecnica sull'inquinamento elettromagnetico provocato da Radio Vaticana, realizzata per il tribunale dal perito Andrea Micheli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, attesterebbero che le antenne dell'emittente della Santa Sede provocherebbe tanti morti quanto quelli di un'esplosione nucleare.
"Dati così allarmanti si riscontrano solo in zone dove ci sono effetti da bomba atomica" commenta il coordinamento dei Comitati di Roma Nord.
Il rischio di leucemia entro i 12 chilometri dalla Radio sarebbe di circa 5 volte superiore, dice la perizia. In risposta, la Santa Sede ha presentato una contro-perizia realizzata dal famoso oncologo Umberto Veronesi (appena nominato presidente dell'Agenzia Sicurezza Nucleare, ndr) che esclude effetti negativi per la salute dall'inquinamento elettromagnetico.
Stefano Pesci, il pm che tratta la causa, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili dell'emittente. I comitati cittadini romani chiedono l'immediata sospensione delle trasmissioni.

martedì 16 novembre 2010

Come Diceva Lowell

Un putiferio dopo le dichiarazioni di Rosy Bindi: “Gli elettori democratici capirebbero. Un’alleanza con Fini e Casini sarebbe in nome della Costituzione per battere la degenerazione politica a cui ci ha condotti Silvio Berlusconi”.
'Allearsi con un ex-fascista?!' tuonano molti utenti su Facebook.
Premesso che non voterei mai una coalizione di questo genere (anche se credo servirebbe, per raggiungere lo scopo di cui parlo qui), io credo che questo Fini non sia più il discepolo di Almirante e dell'MSI.
Come per i comunisti più sfegatati, ritengo anche a destra valga il detto "da piccolo incendiario, da grande pompiere", e che Gianfranco Fini miri a costruire una formazione conservatrice e liberale moderna.
Un pensiero di cui non mi sento parte, ma degno di rispetto come ogni altro.

"Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione" questo diceva James Russel Lowell.
Anche D'Alema era comunista, poi ha cambiato idea. Perchè gli elettori rossi che lo votavano negli anni 80 ora non lo votano più? Lui può cambiare e Fini no?

lunedì 15 novembre 2010

Tolleranti a Due Velocità

Il fatto è avvenuto a Berlino, dove un chirurgo, di origine ebrea, scopre in sala operatoria che il suo paziente ha un tatuaggio del Terzo Reich sull’avambraccio, e si rifiuta di operarlo.

Il comportamento del medico è comprensibile.
Ma non eticamente giusto. Lui deve fare il suo lavoro indipendentemente da chi ha di fronte. Non si può decidere chi operare e chi no in base a una valutazione morale. Sul tavolo operatorio non esistono criminali, ma solo persone. (ne parlo anche qui)

Inoltre, va sottolineato che il tatuaggio in questione non implica un comportamento criminale del paziente stesso. Può rappresentare l'adesione a idee orribili e disumane, ma neanche questo è certo: molti si tatuano o vestono o pettinano solo per conformarsi, senza essere nemmeno tanto consapevoli del significato di quei simboli, a destra come a sinistra.

C'è chi, come me, non giustfica il medico, che non può sottrarsi ai suoi doveri morali e deontologici, anche in una situazione sgradevole come quella. Ma ci sono anche quelli che appoggiano la scelta del medico, cioè quelli che sostengono la libertà di pensiero quando la pensi come loro, che sono contro i reati di opinione fino a che si parla di falci e martelli, ma non appena spunta qualcuno con una svastica tatuata (nessun reato giuridico, ndr) sono pronti a lasciarlo morire.

domenica 14 novembre 2010

Saluto di Enea Melandri all'Assemblea Nazionale 2010 del Movimento Radicalsocialista

Cari Compagni e Compagne del Movimento Radicalsocialsta,
purtroppo per motivi di salute non posso partecipare al Vostro congresso nazionale, ma ritengo importante farvi sapere che appoggio e condivido il vostro progetto, di cui anch'io, seppur attraverso altri strumenti, faccio parte e sostengo.
Insieme peroriamo la causa di una nuova alternativa di sinistra libertaria e progressista, e con interesse e soddisfazione vedo nascere in Italia diverse iniziative in tal senso.
Con Voi e con il Nuovo Partito d'Azione, ho partecipato a diverse iniziative, trovando amici, alleati e compagni che si muovono nello stesso alveo culturale laico, ecologista e liberalsocialista.
Confido nella volontà di crescere, unire e costruire insieme questa nuova identità per la sinistra del futuro, lontana dal dogmatismo e dall'asservimento ai poteri forti, Chiesa, Lobbies, delle altre realtà italiane che appartengono allo stesso fronte politico.
L'ambizione di dar vita ad una nuova sintesi progressista, laica, radicale, socialista, liberale, libertaria, radicale, azionista e sinceramente democratica, è un sogno comune per cui dobbiamo combattere ed impegnarci insieme, oltre gli steccati e le nomenclature, oltre la frammentazione ed il protagonismo.

Per questo, Vi auguro un buon lavoro, e Vi faccio i miei migliori auguri per una proficua e costruttiva evoluzione.

Enea Melandri, Nuovo Partito d'Azione e curatore del blog FareProgresso.

venerdì 12 novembre 2010

Posate a Noleggio, solo in Italia

Una questione e che ritengo molto importante in tema di trasparenza e di politica per i consumatori, è quella del 'coperto' nei ristoranti.
Un'anomalia tutta italiana. Neanche nel ristorante più chic di New York fanno pagare l’uso di forchetta e coltello; certo, c’è sempre il 10 per cento da lasciare come mancia, ma almeno è calcolato in base a quello che si è deciso di mangiare.
Questo balzello trova origine nelle antiche osterie dove era possibile portare il companatico, ed a volte anche il vino; l'oste chiedeva il giusto compenso per il servizio, il tavolo, la sedia, la tovaglia, le posate, il bicchiere e i costi di gestione.
I commercianti, così bravi a difendere i loro interessi, non hanno più abbandonato l'abitudine, ed il coperto è rimasto come voce obbligatoria nei menù di quasi tutti i ristoranti.

Nel Lazio, con una legge regionale, la numero 21 del 29/11/06 (articolo 16, comma 3), si è provveduto a sopprimere il costo fisso del coperto, ed il sindaco di Firenze del Partito Democratico Matteo Renzi sta pensando di fare lo stesso nell'area da lui amministrata.

Ritengo un furto l'imposizione di una spesa aggiuntiva obbligatoria sul conto della clientela. In essa spesso rientra anche il pane, ed allora è quasi giustificabile, ma credo, per onestà, debba essere volontaria e facoltativa.

Sei d'accordo con me o vuoi farmi sapere cosa ne pensi? Scrivimi o collegati alla mia pagina Facebook per diventare sostenitore di FareProgresso ed essere sempre aggiornato.

giovedì 11 novembre 2010

Biocarburanti: c'è chi dice NO

Greenpeace lancia l'allarme: se l’Europa dovesse rispettare i suoi propositi in fatto di biocarburanti una superficie di terreno pari a quella dell’intera Irlanda verrebbe convertito a coltivazioni energetiche; per questo ha realizzato, in collaborazione con altre associazioni ambientaliste, il dossier “Biocarburanti: l’impatto delle strategie UE. Quando bio non è sinonimo di verde”.

Insieme a Greenpeace, si schierano ActionAid, Bird Life International, Client Earth, European Environmental Bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Wetlands International, Transport & Environment per chiedere lo stop ai biocarburanti, perché se realmente nel 2020 l’Europa dovesse arrivare alla miscelazione di almeno il 9,5% di biocarburanti in ogni serbatoio il territorio verrebbe stravolto.
Un po’ di numeri: verrebbero convertiti in piantagioni fino a 69.000 km² di ecosistemi naturali, pari alla superficie dell’Irlanda, a due volte la superficie del Belgio, a tutta la superficie agricola della Spagna. Tutto trasformato in un deserto verde di piantagioni oleose.

Ma non finisce qui: ci sarebbero tra l’81 e il 167% di emissioni di gas serra in più rispetto a combustibili fossili, a causa della trasformazione di boschi e foreste in distese agricole.

Vanno inoltre considerati altri problemi: se una grossa parte di questi biocarburanti venissero importati dall’estero, ci sarebbe la distruzione delle foreste nei luoghi di produzione ed una consistente emissione di gas serra a causa del trasporto.

mercoledì 10 novembre 2010

L'Avvenire contro Fini

Un discorso come quello di Gianfranco Fini, pronunciato domenica a Bastia Umbra per la convention di Futuro e Libertà, non avrebbe fatto per nulla notizia in nessuna democrazia degna di questo nome; nel nostro paese, invece, è qualcosa di rivoluzionario, specie nell'ambito della destra italiana.
Parole umane e civili, in difesa di cristiani, musulmani, ebrei, italiani, immigrati, eterosessuali e omosessuali. Solo parole, per ora, ma che già segnano un'inversione di rotta rispetto all'atteggiamento osceno e da osteria del Premier:
"Su questi temi, sui temi dei diritti civili, non c’è in alcuna parte d’Europa un movimento politico così arretrato culturalmente come mi sembra essere il Pdl a rimorchio della peggior cultura leghista".

Proprio il tema dei diritti civili, visto dagli estremisti cattolici come il male assoluto, ha fatto sobbalzare il quotidiano dei vescovi, Avvenire:
Marco Tarquini, direttore del giornale, attacca il presidente della Camera, parlando di un “rischioso futurismo familiare“.

"Spiace, infatti, constatare che il primo a fare le spese lessicali e programmatiche del riproporsi di un Fini-pensiero purtroppo già noto sia stato l’istituto della famiglia costituzionalmente definita (articolo 29), cioè quella unita regolarmente in matrimonio e composta da un uomo e una donna e dai figli che hanno messo al mondo o accolto in adozione. Il neoleader di Fli e attuale presidente della Camera si mostra, insomma, pronto a ridurre la “famiglia tradizionale” a una possibilità, a una mera variabile in un catalogo di desideri codificati, manco a dirlo, secondo gli “standard europei”."

La solita tiritera falsa sull'articolo 29, che non impone alcuna limitazione sessuale sui coniugi (ne parlo anche qui). Ve lo riporto qui:
"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare."

Quello che manca è il riconoscimento pubblico, che anzi dovrebbe derivare proprio dalla Costituzione. E che invece i sedicenti sostenitori della famiglia si ostinano a negare.

martedì 9 novembre 2010

Picconate al Diritto allo Studio

Il Governo ci aveva già provato nel 2009, salvo poi reintrodurre le risorse necessarie in extremis nel decreto di Natale. Se le cose resteranno come sono, le famiglie che mandano i bambini alle elementari saranno costrette a sborsare i soldi per i libri di tasca propria.

Niente più fondi per i libri di scuola.
Nel 2011 il governo non ha previsto i fondi per rendere gratuiti i libri di testo delle scuole dell’obbligo: ridotto a zero il capitolo di bilancio della legge Finanziaria che prevede lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri scolastici.

E non solo, il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo è stato ridotto di oltre il 70 per cento. Solo il 30 per cento di chi non può permettersi di studiare potrà farlo, ed i bambini delle altre famiglie in difficoltà economiche vedranno l’istruzione a rischio.
Alla voce “sostegno all’istruzione”, nello stato di previsione del ministero dell’Economia, sono stati calcolati solo 33,1 milioni di euro tra le somme da trasferire alle Regioni per le borse di studio, con una riduzione rispetto all’anno scorso di 84,2 milioni di euro, e di 74 in quello del ministero dell’Università e la Ricerca.
I parlamentari Pd hanno registrato una riduzione di 123,3 milioni di euro per l’istruzione prescolastica e di 780,1 milioni di euro per l’istruzione primaria. Per quella secondaria di primo grado e di secondo grado vengono ridotte rispettivamente di 208,3 milioni e di 841,6 milioni di euro, mentre per l’istruzione post-secondaria (quella per gli adulti) il taglio è di 7,8 milioni di euro.

Questi dati, snocciolati dal Fatto Quotidiano, dimostrano come l'istruzione e la cultura siano nemici del pensiero politico berlusconiano, basato sul pecoronismo, sul gregge, sul centralismo carismatico del leader, ma anche sul conformismo e contrario al pensiero aperto, rispettoso e tollerante, di una cittadinanza istruita e cosciente.

lunedì 8 novembre 2010

Tasse e Modelli Matematici

Esistono differenti modi per gestire ed amministrare il prelievo fiscale, e fondamentalmente sono suddivisibili in base allo schieramento politico di origine. Esistono, quindi, tassazioni di destra e tassazioni di sinistra, atte a privilegiare questa o quella categoria, attività o settore.
In questa breve esposizione, vogliamo tentare di tradurre questo ragionamento in linguaggio matematico, spiegandone ragioni ed applicabilità.
Il moderno orientamento dell’economia si basa su una tassazione del reddito, ossia un prelievo proporzionale alla capacità di ogni cittadino di contribuire alla crescita collettiva, la cosiddetta aliquota IRPEF. Esistono, inoltre, diverse ‘fasce’ di tassazione, calcolate in modo che, all’aumentare del reddito, aumentino anche i livelli di tassazione.
Per cui, ad esempio, mentre i primi 10000€ di reddito subiranno una tassazione più bassa, quelli eccedenti, fino ad esempio a 20000€, saranno affetti da un prelievo più alto.
Esistono però diversi modi di studiare e calcolare l’andamento di questi ‘gradini’; qui entra in gioco la matematica, a cui ricorriamo per meglio illustrare e spiegare i modelli di prelievo:
Mediante l’uso di un grafico cartesiano, si può vedere come la tassazione ( % ) aumenti progressivamente in base al reddito ( R ).
GRAFICO 1

Per meglio descrivere l’andamento del prelievo, aumentiamo l’accuratezza del grafico:
GRAFICO 2

Ossia, per il primo scaglione di reddito, quello tra 0 e A non è previsto alcun prelievo (la cosiddetta NO TAX AREA) per quello tra A e B, si ha una tassazione pari all’a%, tra B e C un tasso del b%, tra C e D del c% e da D in poi del d%.
Nel grafico, si nota che
d% > c% > b% > a%
E, in questo grafico in particolare, anche che
d% - c% > c% - b% > b% - a%
cioè l’aumento dei tassi aumenta all’aumentare dello scaglione da tassare.
Ma non è sempre così; un altro modello di andamento dei tassi, pur conservando un progressivo aumento degli stessi, prevede un rallentamento della loro crescita:
GRAFICO 3

Ovviamente questi non sono gli unici modelli perseguibili, ma si vuole rappresentare e classificare l’estremizzazione degli schemi economici. L’obbiettivo, ora, è quello di fare un ragionamento serio e coerente sui due modelli presentati.
Mentre il primo modello mira a tutelare maggiormente i redditi più bassi, il secondo privilegia quelli più alti.
Il primo, accrescendo via via il prelievo all’aumentare del reddito, pratica un’azione ‘conservatrice del risparmio’, mentre il secondo segue una politica di ‘parificazione del prelievo’, ossia di forfaittarizzazione dell’aliquota.
Nel grafico, mentre rimane inalterata la relazione
d% > c% > b% > a%
In questo grafico si nota che
d% - c% < c% - b% < b% - a%
contrariamente all’andamento del grafico precedente.
Si può quindi teorizzare una classificazione destrorsa ed una sinistrorsa della pressione fiscale.
GRAFICO 4

La spezzata rossa mostra una tassazione ‘conservatrice del risparmio’ che tutela la capacità di spesa ed il potere economico dei cittadini; la spezzata blu, invece, descrive un prelievo che avvantaggia i redditi più alti, e persegue la parità di contribuzione tra le diverse categorie.
La prima spezzata descrive una tassazione più ‘di sinistra’, che abbassa il livello del prelievo sui redditi più bassi e lo aumenta su quelli più alti, capaci di sostenere una tassazione di questo tipo.
La spezzata blu, invece, rappresenta una tassazione ‘di destra’, dove il prelievo si fa invece ingente ed ingombrante sui redditi inferiori, e poco più alto, e relativamente insignificante, su quelli superiori.

La tanto sventolata "ALIQUOTA UNICA" da diverse personalità politiche di ogni estrazione, non è altro che l'esasperazione del modello blu, che si abbatte in modo invadente sulle categorie più deboli ed in maniera quasi irrisoria sui redditi alti.

domenica 7 novembre 2010

Una Via per l'Anarchia?

Tempo fa, causa un piccolo danno allo sportello dell'automobile, mi sono ritrovato ad andare dal meccanico per farlo riparare. Al momento del pagamento, per evitare tasse e spese aggiuntive per lui, ed un piccolo sconto per me, mi è stato chiesto un 'assegno girato'.

Del tutto digiuno in materie fiscali, contabili e relative tecniche, ho chiesto lumi "Tu fai un assegno, lo intesti a te stesso, poi lo giri, facendo la firma dietro".

Con gli occhi sgranati, dal basso della mia inesperienza e giovane età, ho chiesto a mia mamma come comportarmi "Ah ma è una cosa che si fa... così lui può usare liberamente quell'assegno quasi come fosse denaro liquido.. lo intesti a ME MEDESIMO (o MM) e poi lo giri...!"

Da quest'episodio, ho poi elaborato tutta la mia teoria per un passaggio, magari non definitivo, e magari limitato solo ad un certo gruppo di persone, ad una sorta di società senza denaro. O meglio, con il denaro, ma solo virtuale.

Tornando all'episodio precedente, supponiamo che il costo della riparazione fosse stato di 100€. Libretto degli assegni, 100€, MM, giro e firmo. Ora quell'assegno è come una banconota.

Il meccanico, poi, ha un debito di 100€ con l'elettricista; quando i due si incontrano per saldarlo, il meccanico paga con l'assegno da me giratogli.

In tal modo, due debiti sono stati saldati (e potenzialmente anche di più), senza intaccare nessun conto e andare in tasca a nessuno.

Il meccanismo, così ingenuamente presentato, risulta molto semplicistico. E' vero anche che l'importo (nell'esempio 100€) è limitativo dell'intero processo, ma il mio scopo era solo quello di presentare una mia riflessione, non stendere un trattato di economia o gettare le basi di una nuova anarchia.

giovedì 4 novembre 2010

Sanremo e l'Unità d'Italia

Ho trovato molto significativa la proposta di Gianni Morandi, designato conduttore della prossima edizione del festival di Sanremo, di dedicare una serata della kermesse ai 150 anni dell'Unità d'Italia.
Voglio commentare le polemiche che ne sono seguite, facendo una piccola cronistoria degli eventi successivi: in un'intervista il cantautore/presentatore ha eletto Bella Ciao come primo brano da eseguire in nome della storia del paese. Come si sa, però, l'inno partigiano ha valenze controverse, ed ha assunto negli anni forti connotati politici, non condivisi da tutti.
Subito dopo, sono arrivate le dichiarazioni della dirigenza Rai per bocca di Mazzi, che dopo aver chiarito che il significato dei brani scelti deve essere artistico e non politico, si è subito contraddetto. Oltre a Bella Ciao ci sarebbe dovuta essere infatti Giovinezza, storico inno della gioventù fascista.
Subito si è scatenato il vaspaio politico: il PDCI ha bollato la cosa come "una vergogna colossale"; anche il leader di Rifondazione Paolo Ferrero all'attacco: "Vi sono parti della nostra storia patria che non possono essere sdoganate sotto forma di fenomeni di costume"; alle critiche si è unito anche lo storico Nicola Tranfaglia, dell’Italia dei valori: "È un ritorno alla retorica fascista che gli italiani speravano di aver archiviato con la lotta di liberazione più di settant’anni fa"; arriva per ultimo il Partito Democratico, per bocca di un indolente Pierluigi Bersani: "Non è possibile...se fosse vero dovrebbero vedersela con noi".

Premettendo che proprio in seguito a tutto questo sono state annullate le due esibizioni, vorrei esporre il mio pensiero: condivido in pieno le impressioni di Ferrero e Tranfaglia, e sono fermamente contrario all'esibizione di Giovinezza come brano storico dell'Italia. Allo stesso modo, sia chiaro, mi opporrei se sul palco dell'Ariston venissero proposti brani oggettivamente politici di sinistra, come Bandiera Rossa, ad esempio.
Il discorso cambia per Bella Ciao, il cui significato politico è successivo: in origine un inno della Resistenza Partigiana, a cui hanno partecipato, sì, i Comunisti, ma anche i Democristiani, gli Azionisti e i Liberali, è stato poi fatto proprio dall'estrema sinistra rossa. La colpa di questo, è da imputare proprio ai Comunisti, che negli anni hanno fatto di questa canzone un uso smodato, spesso immotivato, per perorare le loro lotte.
Si può quasi costruire un parallelismo con il sole delle alpi, storicamente simbolo culturale del settentrione, espropriato dal pensiero politico leghista (anch'esso di recente nell'occhio del ciclone, ne parlo qui).
Io non credo, però, che eseguire Bella Ciao a Sanremo sia una cosa poi così sconveniente, se inquadrato nel giusto contesto: celebrare l'Unità d'Italia è sicuramente più importante di qualsivoglia congettura politica, e nessuno chiede lo sventolio di bandiere rosse, falci o martelli.
Non si può, però, decidere di aprire un congresso di partito con una canzone e poi stupirsi se questa viene additata come politicizzata dall'opposizione.

mercoledì 3 novembre 2010

Anche i Litfiba Scendono in Campo

La notizia è un po' datata, risale ad agosto, ma l'ho trovata comunque interessante e ho deciso di dedicarci un trafiletto.
Durante un concerto nel palermitano, i Litfiba hanno sparato a zero contro Dell'Utri, Gelli e la Mafiocrazia che ammorba la Seconda Repubblica.
Piero Pelù apre così l'esibizione siciliana:
Questo concerto è “per chi pensa che Marcello Dell’Utri ha rotto i c***” e per chi è contro “i mezzi di distrazione di massa”. Poi, mentre sfila una bara con su scritto “Gelli”, dal palco si spiega che “partecipano al suo dolore”, “la mafia siciliana, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra napoletana, il vostro conterraneo Marcello Dell’Utri e naturalmente papi Silvio Berlusconi”

L’assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili della provincia di Palermo Eusebio Dalì ha parlato di “squallidi messaggi populisti e demagogici“, di “eccessi verbali violenti che creano odio e division“. Insomma, “non mi sembrava di stare ad un concerto, bensì a un processo di piazza sommario, a un pubblico linciaggio“.

Destano preoccupazione le parole successive:
"Invito l’incolpevole sindaco Vasta e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi.
E invito i Litfiba a chiedere scusa alla Sicilia, ai siciliani che sono per la stragrande maggioranza persone oneste e libere, e fare solo e semplicemente musica, lasciando stare la volgare propaganda, che tocca temi e concetti che di fatto disconoscono."

I Litfiba, come qualunque altro libero artista, ma anche come qualunque altra persona, devono poter dire quello che vogliono. Anche fare propaganda. Saranno poi gli spettatori e i fan a manifestare il loro dissenso, punendoli commercialmente.

I poco amichevoli “inviti” rivolti loro della politica hanno un suono sinistro. Se proprio i Litfiba avessero offeso qualcuno o pronunciato frasi ingiuriose, c'è la Legge, ma se questi limiti non fossero stati oltrepassati, si rimane nell'ambito della libera espressione. Ricordo che è prerogativa dei regimi autoritari chiedere agli artisti di essere politically correct o peggio politicamente neutri.

E, Caro Assessore, le sue regole devono valere solo sul palco dei concerti o anche nei salotti televisivi?