domenica 31 ottobre 2010

Non c'è Alternativa al Marcio

Dibattendo con alcuni amici si è ripresentata l'annosa questione circa il degrado della partitocrazia odierna: "I partiti sono marci" l'obiezione sollevata. Dal PSI craxiano in poi, i partiti si sono trasformati in corporazioni di tutela degli interessi ed autoreferenzialità della casta.
Certo, giusto, sono d'accordo. Ma qual'è l'alternativa?
Senza intavolare auliche discussioni tirando in ballo l'articolo 49 della Costituzione, "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale", non credo ad oggi esista una valida opzione per sostiuire gli amati/odiati partiti.
Ricordo, tra i populistici deliri del comico Grillo, anche quello di "distruggere i partiti", che sono il "cancro della democrazia"; il suo sogno è la "democrazia diretta", il popolo che si riappropria della politica... come discorso campato in aria direi che non fa una piega, ma concretamente lo trovo difficile da realizzare (ne parlo anche qui).

Altro aspetto contestabile, è la struttura interna dei soggetti politici: se, nella prima repubblica, esistevano grandi formazioni di massa come il PCI o la DC, abbiamo assistito negli anni ad una verticalizzazione delle organizzazioni, che hanno incentrato il loro consenso sull'adorazione e sul carisma del leader. E' il caso del già citato PSI, di FI, del PDL, ma anche dell'IDV, di SEL o del M5S.

Questa peculiarità è riscontrabile anche nel modo di gestire il dissenso: se una DC degli anni '80 era capace di inglobare ed appianare le controversie interne, come dovrebbe essere politicamente corretto e giusto, la recente scissione finiana dimostra invece che la sola via per correggere il tiro in un moderno partito leaderista è quella della separazione.

Un movimento che si oppone alla morfologia verticistica dei partiti di oggi, che propugna un'anarchica forma orizzontale, non può per ragioni pratiche essere attivo ed efficiente in maniera valida sulla scena sociale.
In conclusione, seppur contesti le velleità leaderistiche dei partiti odierni, non posso non riconoscere i limiti e l'ingestibilità di una struttura orizzontale. Come per la politica nazionale, sono favorevole anche ad una democrazia interna ai partiti di tipo rappresentativo, una formazione genuinamente politica capace, con la mediazione ed il confronto, di risolvere ed assorbire i conflitti interni.

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sabato 30 ottobre 2010

Primarie: in Corsa anche Pino A. Quartana

Giro il Comunicato Stampa dell'Ufficio Stampa - Dipartimento Nazionale Comunicazione del Nuovo Partito d'Azione del 28 ottobre 2010:
Dopo una riflessione durata un paio di mesi e pure in presenza di alcune riserve di ordine personale, il Segretario Nazionale del Nuovo Partito d'Azione, Pino A. Quartana, ha deciso di correre per le prossime Primarie nazionali del centrosinistra che designeranno lo sfidante della coalizione contro Berlusconi.
Ricordiamo che l'idea di candidare Pino A. Quartana era venuta agli inizi di settembre ad un gruppo di dirigenti ed iscritti del Nuovo Partito d'Azione che gli avevano rivolto un pubblico appello in tal senso.
Il Nuovo Partito d'Azione chiede ora agli altri partiti della coalizione che le Primarie nazionali, se e quando si terranno, non saranno inficiate e falsate da clausole-capestro rivolte soprattutto ad eliminare dalla contesa quei candidati come il nostro che sono espressione di forze politiche piccole.
Se le garanzie di par condicio ci saranno anche per noi e per il nostro candidato, il confronto sulle Primarie non si esaurirà in uno schema già da tempo scontato, quello della sfida, magari da combattere sul fil di lana, tra Bersani e Vendola, ma si arricchirà anche di motivi veramente nuovi e del tutto inediti come la candidatura del nostro Segretario Nazionale al quale va la stima e la piena fiducia di tutta la comunità neoazionista.

venerdì 15 ottobre 2010

Il Cerchio si Chiude sull'Expo 2015. Chi ci Guadagna?

Fino a pochi mesi fa, raccontava Italia Oggi, i lavori per la grande fiera internazionale di Milano languivano in stato pressochè comatoso, e Smirne era tornata a farsi sentire, chiedendo di riaprire la corsa per ospitarla.
Una scenetta fatta di incapacità e dilettantismi. A cinque giorni dalla scadenza dell'ultimatum del Bie, che vuol sapere cosa si sia fatto finora, non ci sono neanche i terreni sui quali dovrebbe sorgere l'Expo.

Ma ecco arrivare la soluzione: i terreni saranno prestati da privati che li avranno indietro con le infrastrutture costruite con i soldi pubblici, a valore almeno triplicato.

"Ci sono voluti 927 giorni – due anni e mezzo – di litigi e di veleni, ma alla fine il super-commissario dell’Expo, Letizia Moratti, è riuscita a mettere il fiocco sul pacco regalo per gli immobiliaristi e i costruttori (tutti naturalmente privati) che oggi possiedono i terreni sui quali Milano ospiterà, tra quattro anni e mezzo, i 20 milioni di visitatori dell’Expo e su cui all’indomani del 2015, con una colata di cemento senza precedenti, nascerà una cittadella da 400mila metri quadrati e circa 15mila abitanti. Sì perché, per la prima volta nella storia dei grandi eventi, una manifestazione che durerà cinque mesi e si rivolgerà ad un pubblico (auspicabilmente) internazionale, con arrivi dagli aeroporti di tutto il mondo, si terrà su terreni privati." scrive Roberto Rho su Repubblica.

Chi fa l'affarone? I fortunati proprietari del suolo dove sorgerà l’Expo sono Gianpiero Cantoni, parlamentare del PdL e presidente della Fondazione Fiera, e Marco Cabassi. Tra i terreni nella disponibilità di quest’ultimo ci sarebbero anche quelli cedutigli dal Cavaliere: un’area di 500mila metri quadri agricoli a Monza in zona Cascinazza, sulla quale il premier aveva un tempo intenzione di costruire 60 palazzi, una specie di Milano 4.
Con in più una clausola di integrazione al triplo del prezzo in caso di valorizzazione; una valorizzazione che a questo punto sembra obiettivo facile da raggiungere.

C'è posto anche per il nuovo Ministro allo Sviluppo Economico in questa storia: “La variante Romani (provvedimento quando era assessore al comune di Monza, ndr), nel frattempo diventato assessore all’Expo, prevede un primo utilizzo dell’area per il 2015 e poi un riutilizzo residenziale, che farà affluire alla famiglia del Premier altri milioni per la valorizzazione dell’area" spiega Alberto Statera, sempre Repubblica.
Dopo l’approvazione di quella variante si parlò di edificabilità dell’area per un volume superiore a 500mila metri cubi, pari a 10 palazzi di 5 piani.

Bolletta Elettrica: Qualcuno fa il Furbo

Guardando la bolletta dell'energia elettrica, spesso c'è da chiedersi come mai da noi i costi siano più alti dei nostri cugini europei.
"Ecco perchè serve il Nucleare!" dice qualcuno, proponendo la classica soluzione all'italiana che, invece di indagare su chi ci specula, sceglie la via più veloce (si fa per dire..).
"Qui qualcuno bara" dice qualcuno più avveduto: l'Antitrust.
Una nota appena diramata dall'ente comunica di aver iniziato un accertamento nei confronti di due società del gruppo svizzero EGL, per una possibile “intesa restrittiva della concorrenza sui mercati dei servizi di dispacciamento acquistati dalla società Terna”.

E qui sta il trucco: le società si sarebbero messe d’accordo per offrire a turno la propria capacità produttiva a Terna “nel momento del bisogno”; togliendo la concorrenza il prezzo sale. Agli utenti paganti, non rimane altro che sbraitare contro le rinnovabili, contro le linee elettriche fatiscenti o in favore del nucleare.

Episodio analogo era successo ad inizio anno ad Enel ed Edipower, che si sono viste recapitare una bella letterina da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha deciso di aprire una inchiesta sul comportamento delle due aziende in Sicilia.
Le due big dell’energia, che producono rispettivamente il 51% e il 19% dell’energia siciliana, avrebbero approfittato della loro posizione dominante e della specificità delle infrastrutture energetiche siciliane per tenere alti i prezzi dell’energia nell’isola.
Cioè Enel poteva produrre, ma non lo ha fatto volutamente “trattenendo” circa 100 Mw per ogni centrale elettrica a ciclo combinato turbogas-vapore (CCGT). Per fare ciò ha messo in atto il cosiddetto “trattenimento economico”: offre sì l’energia sul mercato, ma ad un prezzo talmente alto che nessuno la comprerebbe mai.
Un prezzo superiore tra il 27% e il 39%, producendo meno, non è male come guadagno.

mercoledì 13 ottobre 2010

Anche gli Inglesi alle Prese con il Conflitto d'Interessi

Da noi Murdoch (proprietario della piattaforma satellitare Sky) viene visto da molti come il paladino della libera informazione che si oppone allo strapotere mediatico di Berlusconi, ma in Gran Bretagna per lui tira una brutta aria.
Là la scena mediatica si sta scaldando per una questione più meramente commerciale, ossia l'ombra lunga del monopolio che il magnate australiano sta creando attorno a sé.

“A dichiarare guerra in modo così risoluto ci sono i giornali di sinistra ma sulle barricate si piazzano, senza timidezze, i giornali del centrodestra: dal Guardian, voce dell’area liberal, al Mirror, il tabloid che simpatizza per i laburisti, ma anche dal Daily Telegraph, custode del vangelo moderato e tory al Daily Mail, che schiaccia l’occhio ai tory ed è il megafono della middle class. E poi, c’è la tv pubblica, con la Bbc e Channel 4.” Fabio Cavalera, sul Corriere della Sera, descrive così il fronte anti-Murdoch.
Ed intervengono anche gli amministratori delegati:
“Non si tratta dei soliti giornalisti brontoloni. A sollevare il caso sono i presidenti e gli amministratori delegati delle aziende che pubblicano alcuni dei quotidiani più importanti del Regno Unito e i vertici delle televisioni che il 'nemico' non controlla. Hanno scritto al ministro del business (le attività produttive), il liberaldemocratico Vince Cable, e lo hanno invitato a bloccare l’ultima iniziativa di Murdoch in quanto avrebbe conseguenze gravi sul pluralismo dell’informazione.”
Egli controlla The Times, The Sunday Times, News of the World e il mitico Sun. Insieme, circa il 37 % della distribuzione giornalistica. In più, controlla il 39 % di BSkyB (Sky inglese).

Le conseguenze di un controllo totale di Murdoch sulla piattaforma satellitare inglese sono spiegate dal Guardian, che abbozza poi uno scenario preoccupante per le future consultazioni:
“Siamo nel Marzo del 2015, un paio di mesi prima delle elezioni. Una media company controlla la politica inglese – spaziando tra tv, giornali ed internet. È grande più del doppio della BBC. […] Senza la tradizione di imparzialità della BBC, la famiglia Murdoch sta decidendo se sostenere David Cameron per un secondo mandato.”

Vi ho strappato un sorrisetto, vero?

I Senatori prendano Posizione


Continua la mia critica ai regolamenti parlamentari (come qui). Parliamo dell'Astensione.
Come ha spiegato Francesco Cossiga in una intervista a Radio24, alla Camera gli astenuti riducono il quorum, mentre al Senato il quorum, anche se alcuni senatori decidono di partecipare al voto con un'astensione, resta invariato. Ossia non votare equivale a dare un voto contrario.
Perchè? Per logica, chi non vota non prende posizione, e lascia agli altri la responsabilità della decisione.
Andrea Manzella ha dedicato all' argomento un interessante articolo su Repubblica, e anch'egli lo definisce "un non senso, una bizzarria, che è vecchia come la Repubblica perché il Senato ha sempre rifiutato, per immotivata pigrizia, di correggerla e la Corte costituzionale, nel 1984, si dichiarò pilatescamente impotente a farlo".

Non mi pare un'eresia chiedere ai Senatori di prendere una posizione chiara, a favore o contro.
Molto spesso le votazioni tra favorevoli e contrari si concludono con un risultato che però viene capovolto dalla quota delle astensioni. Attenzione, però, è sbagliato pensare che rendere ininfluenti i non votanti possa cambiare qualcosa: i senatori che si astengono, sanno bene cosa questo significhi, e magari scelgono di farlo solo per indicare che il loro è un 'no' diverso nei motivi dal 'no ufficiale'.

Questa modifica si baserebbe solo su un principio di chiarezza e trasparenza, che costringerebbe i senatori ad assumere una posizione vera e palese, senza nascondersi dietro un atteggiamento degno di Ponzio Pilato.

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martedì 12 ottobre 2010

In Soccorso della Scuola, Corsi Gratuiti a Bologna. Ce N'era Davvero Bisogno?

Nelle classi italiane mancano sedie, banchi, libri, a volte persino gli insegnanti. Ma ecco venire in loro soccorso il Comune di Bologna, che dà vita a corsi gratuiti.. da cheerleader.
Il Prersidente della Federazione Nazionale Cheerleading difende l'iniziativa sostenendo che in ambito sportivo il sesso femminile era relegato al volley, e questa è un'opportunità in più per loro.
Donne Pensanti, un'associazione che opera in campo sociale sul tema del femminismo, dichiara:
"Ciò che ci lascia quanto meno perplessi è il fatto che mentre altri sport come il volley oppure la stessa ginnastica artistica, vedono le ragazze protagoniste dell’esibizione, quella delle cheerleaders resta pur sempre ai margini di un match maschile. Nella scuola pubblica ne deriverebbe necessariamente anche una divisione delle attività per genere.
Ci piacerebbe sapere dal Comune di Bologna e dall’Unità Intermedia Sport se hanno valutato il contesto sociale e culturale bolognese e l’impatto che potrebbe avere su di esso uno sport che incornicia la bellezza femminile e la rende sfondo della competizione maschile".

Non voglio contestare la libertà di scelta e di espressione delle ragazze, ma in questo momento politico, che vede uno dei punti più bassi della qualità dell'istruzione, la volontà di finanziare corsi di questo genere con fondi comunali mi lascia quanto meno sdegnato.

lunedì 11 ottobre 2010

L'Italia investe sulla Mobilità Sostenibile... in Cina, però

E' di qualche giorno fa la notizia del protocollo d'intesa firmato dal Ministro dell'Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo ed il suo omologo in terra cinese Wan Gang.
Oggetto del documento è l’ambiente, in particolare la mobilità sostenibile e le auto elettriche ed ibride.
Non illudetevi: la collaborazione, infatti, nasce per “aiutare” il governo cinese a portare avanti il PROPRIO programma di mobilità elettrica.

Come spiega la nota del Ministero dell’Ambiente:
Il Governo cinese ha infatti chiesto la collaborazione del Ministero dell’Ambiente Italiano per l’attuazione del programma “Mille auto elettriche/ibride in 10 città” lanciato dal ministro Wan Gang nel 2009. Il progetto potrà avere interessanti ricadute per le imprese italiane presenti in Cina in settori come l’elettronica, delle batterie, della componentistica

Ovviamente tra i beneficiari del protocollo c'è la Fiat, l’unico big europeo del settore che non ha uno straccio di prodotto elettrico o ibrido, e che probabilmente non si sogna neanche di progettarlo a breve:

Il programma si inserisce in un momento di grande dinamismo anche dei rapporti fra le aziende private dei due paesi in questo settore, segnato in particolare dalla nascita di una joint venture fra Fiat e un’azienda cinese per la costruzione di automobili in Cina. Il Ministero dell’Ambiente punta, anche attraverso questo accordo con il gigante economico orientale, ad incrementare la presenza e la tecnologia a disposizione del nostro paese in un settore strategico per il futuro sostenibile soprattutto delle aree urbane.

E da noi?
Da noi è stato appena istituito il "Tavolo Tecnico per la Mobilità Sostenibile": invitati Confindustria, l'ANFIA (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche), Federchimica, Assoelettrica, Assocostieri, Federutility, UNIRAE, Confinustria - Servizi innovativi e tecnologici e - nientemeno che - l'Unione Petrolifera.

E le Associazioni Ambientaliste? No, loro no.

Liberare il Voto Parlamentare

Proprio ieri parlavo della questione con un amico, ed insieme notavamo come troppo spesso in Parlamento si seguano logiche di partito e schieramento, pregiudizialmente pro o contro determinate votazioni.
Ad esempio, ricordo un episodio in cui Di Pietro dichiarava che l'Italia dei Valori vota a priori contro i provvedimenti della maggioranza di cui è opposizione.
Giudico sbagliato questo atteggiamento, e mi sembra anche antipolitico, nel senso stesso del termine: non si vota sul merito di una questione, sulla sua utilità, ma in base a chi la propone.

A questo sono legate anche le critiche che si fanno al sistema proporzionale: è chiaro che se un partito, di maggioranza relativa con il 40% dei seggi, propone qualcosa, ed il restante 60% vota contro per il semplice fatto di essere opposizione, il risultato è l'ingovernabilità.

Banalmente, sarei per l'abolizione dei Gruppi Parlamentari. Ogni deputato rappresenta se stesso, e, in linea con la Costituzione, la Nazione. (mi vengono i brividi pensando che Castelli, "chi non salta italiano è!", rappresenti l'Italia...)

Nei regolamenti delle camere è presente l'escamotage dello scrutinio segreto, proprio per dar modo a chiunque di votare secondo coscienza.
Attualmente, mi pare, servono alla Camera almeno 30 Deputati (o capigruppo con uguale valenza numerica) ed al Senato almeno 15 Senatori (o capigruppo con uguale valenza numerica) per avanzare la richiesta di uso dello scrutinio segreto. Anche abbassare queste soglie minime sarebbe utile per incentivare la lealtà e la coerenza dei singoli parlamentari.

venerdì 8 ottobre 2010

La Colpa è dei Lavoratori

"Sicurezza sul Lavoro. La Pretende chi si Vuole Bene." Una campagna mediatica a tutto campo, televisiva, radiofonica, giornalistica. Il messaggio è chiaro, "Ci tieni alla vita? Chiedi le protezioni."
Giusto, più che giusto. Non foss'altro che per una volta si esce dal solito modello inquisitorio "è colpa di" ma si gioca sulla prevenzione.
Il meccanismo comunicativo che contesto, è che sottotraccia si sposta la responsabilità dal datore (il proprietario, il capocantiere, il capoufficio..) al lavoratore, ipotetica vittima della carenza di misure di sicurezza.
Mentalmente, quindi, si scagiona il capo e si passa la palla al dipendendente; non è più il capo che deve metterti in condizioni di lavorare al sicuro, ma il dipendendente che deve proteggersi.

Ora, lungi da me difendere tout-court i dipendenti, quante volte ho visto operai salire baldanzosi una scaletta pericolante "tanto devo solo riprendere il martello..". Ci sono capocantieri seri e non, ma ci sono anche operai seri e non.
A loro può anche servire una campagna pubblicitaria del genere, ma una seria ed efficace lotta ad incidenti e morti bianche deve basarsi sull'accessibilità agli strumenti di protezione, su una burocrazia facile e veloce, su controlli accurati.

mercoledì 6 ottobre 2010

"LE RADICI DELLE DEMOCRAZIA", il 30 ottobre a Ravenna

L'Albero della Libertà è stato uno dei simboli della Rivoluzione Francese, degli ideali Illuministi e Risorgimentali di quell'epoca; ne furono eretti a centinaia tra Francia, Svizzera ed Italia.
Il Nuovo Partito d'Azione vuole commemorare la lapide dedicata all'Albero della Libertà sita a Ravenna in Piazza del Popolo, per ricordare la Nascita della Democrazia, della Repubblica e della Sovranità Popolare.
Perchè è dalla Rivoluzione Francese che hanno germogliato i semi dell'Uguaglianza e del Progresso, da lì comincia la Storia della Politica come la intendiamo oggi.

Il Nuovo Partito d'Azione invita quindi tutta la Cittadinanza a partecipare all'iniziativa, per ricordare le Radici della Democrazia e della Sovranità Popolare.

Appuntamento il 30 ottobre 2010 alle ore 15.00 in Piazza del Popolo a Ravenna.

In Fiamme il Modello Americano

Oggi andiamo all'estero, precisamente a South Fulton, in Tennesse, negli USA.
Una piccola cittadina di circa 3000 abitanti, un paesino alla Pleasantville (non so se avete presente il film... se no, ve lo consiglio), dove si conoscono tutti e le staccionate bianche dividono le case.
South Fulton è finito nell'occhio del ciclone per l'incarnazione perfetta del modello americano: i pompieri hanno lasciato bruciare la casa di una famiglia che non aveva pagato il canone annuo per usufruire del servizio. Così, la casa morosa è stata divorata dalle fiamme, con un cane e tre gatti morti; ma se ci fosse stata una persona all'interno?

'Attenzione al modello americano dove tutto è privato e dove gli ultimi sono indifesi' è la legittima riflessione che s'impone, giustamente.
Un episodio che per noi "viziati" del sistema pubblico è allucinante. Oltreoceano, invece, la cosa appare perfettamente normale.

Lascio a voi ogni commento, perchè io non ho parole.

martedì 5 ottobre 2010

Legge che Va, Legge che Viene

Torna il falso in bilancio ma esce la banda armata. Non so se il cambio è vantaggioso.

Viene - finalmente - recepita la convenzione europea del '99 che considera la corruzione come minaccia per la democrazia.
L'indicazione della Ue, consentirà di "ripristinare il reato di falso in bilancio che ha vergognosamente depenalizzato il Governo Berlusconi, e dunque di ristabilire quella legalità diffusa in ogni condotta sociale su cui poggiano le strutture basilari dello Stato di diritto" spiega il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo Idv in commissione Giustizia.
"La corruzione" prosegue "è intesa dall`Unione Europea come una minaccia per la democrazia, e pertanto dev`essere sanzionabile in tutte le sue articolazioni. La Convenzione del 1999, all`art. 10, ai fini della prevenzione di atti di corruzione impone la chiarezza e la fedeltà dei bilanci rispetto alla situazione finanziaria delle società. Sarà quindi eliminata la non punibilità delle false comunicazioni sociali inferiori al 5% del risultato economico di esercizio che ha voluto il Presidente Berlusconi. È sconcertante confrontare la leggerezza con cui il centrodestra ha cancellato il grave reato di false comunicazioni sociali e invece l`importanza che al fenomeno criminoso dà l`Unione Europea".

Il 9 ottobre, intanto, si segnala un'altra novità: entrerà in vigore il Dl “Codice dell’Ordinamento Militare” n. 66 del 15/3/2010 licenziato a maggio, che, al punto 297, abolisce il Dl n. 43 del 14/2/1948 che punisce "chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici” e si organizzano per compiere “azioni di violenza o minaccia”.
In un provvedimento che abroga una miriade di vecchie norme inutili si inserisce anche la depenalizzazione di un reato gravissimo ed attualissimo, le bande militari e paramilitari di stampo politico.

Un regalino autunnale alla Lega: da 14 anni è in corso un processo a carico di politici e attivisti della Lega Nord, accusati di aver organizzato nel 1996 una formazione paramilitare denominata “Guardia Nazionale Padana”, le celebri Camicie Verdi, i guardiani della secessione.
In origine, i capi di imputazione formulati dal procuratore erano tre: attentato alla Costituzione, attentato all’unità e all’integrità dello Stato, costituzione di una struttura paramilitare fuorilegge.
I primi due, con un’altra leggina su misura, furono di fatto depenalizzati (qualora non vi fosse l'uso di violenza) nel 2005, ai tempi del secondo governo Berlusconi.
Rimaneva solo il terzo, cancellato da questo decreto.

lunedì 4 ottobre 2010

Il Nuovo Mercato delle Indulgenze

La vendita del 'perdono religioso' nel mondo cristiano è vecchissima, risale al 1300, ai tempi di Papa Leone X, ed allora costò alla Chiesa lo Scisma Protestante.
Quello che prefigura oggi Repubblica è uno scenario simile: dietro al profilo libertino del Premier, al suo stile di vita peccaminoso, dall'adulterio alle bestemmie, ci sarebbe un vero e proprio mercimonio simile a quello criticato al tempo dal monaco Martin Lutero. Ovviamente a spese nostre.

Il quotidiano fa notare che non è un caso che Berlusconi in Parlamento abbia insistito molto sull’agenda vaticana: quoziente familiare, norme a tutela della vita, biotestamento, spingendosi fino a parlare di "sostegno alla libertà di educazione”, ovvero soldi alle famiglie che mandano i figli alle private (che sono per lo più cattoliche).
Più Berlusconi bestemmia, più i fondi alle private aumentano; più tradisce la moglie, meno pillole RU486 sono in circolazione.

Sotto attacco la laicità dello Stato, uno Stato guidato da un libertino adultero bestemmiatore.

Vento d'Oro in Abruzzo

Anche il New York Times ha pensato di dedicare un articolo al comune abruzzese di Tocco da Casauria (PE) dal titolo “Antica città italiana ha il suo vento di ritorno”.
Il piccolo borgo (appena 2700 abitanti) ha infatti raggiunto un importante risultato verde: dal 2007 al 2010 sono state installate in mezzo alle montagne quattro grandi pale eoliche capaci di produrre più energia di quanta ne venga consumata dal paese.
Grazie agli oltre 170.000 euro annui di entrate derivanti dagli incentivi statali, ha potuto fare l’adeguamento sismico alla scuola e pagare i netturbini per tenere le strade pulite dai rifiuti; per non parlare del castello ducale, simbolo stesso del paese, acquistato qualche anno fa e ristrutturato sempre grazie ai proventi degli impianti eolici.
Un po’ di rumore e una quaglia tra le pale l’anno valgono la possibilità di produrre tanta energia rinnovabile senza emettere un solo grammo di CO2 e, per di più, risollevando le sorti economiche di uno dei tanti borghi italiani a rischio di estinzione.