lunedì 31 maggio 2010

Il Sogno Progressista


Quando si parla di sinistra subito si pensa alla falce e martello, ma ci si dimentica di una sinistra che, al pari di quella comunista, ha contribuito a far evolvere la democrazia e la società in Italia.
Il pensiero azionista e radicale ha gettato le basi per la costruzione di un'ideologia progressista e liberalsocialista, ha sognato e progettato una società laica e fondata sul progresso, sulla giustizia sociale, sull'uguaglianza e sulla libertà.

giovedì 27 maggio 2010

'Qui non si parla di Politica': Intimidazioni e Bavagli


La notizia arriva dalla mia regione, l'Emilia Romagna: l'Ufficio Scolastico Regionale ha richiamato all'ordine presidi e docenti che criticano e si lamentano con la stampa per le condizioni della scuola pubblica.
La Flc-Cgil di Ravenna chiede le dimissioni del direttore, Marcello Limia, per il tentativo di mettere il bavaglio ai lavoratori del settore; il sindacato giudica inacettabile e illegittma la nota riservata, che rappresenta una gravissima lesione alla liberta' di manifestazione del pensiero e il tentativo di mettere il bavaglio alle legittime proteste dei lavoratori e delle
lavoratrici della scuola.
Del 27 aprile è il documento, firmato da Limia, e diffuso a tutti gli uffici scolastici provinciali della regione, che invita tutto il personale ad "astenersi da dichiarazioni o enunciazioni che in qualche modo possano ledere l'immagine dell'amministrazione pubblica".
"Non si possono zittire in questo modo le legittime proteste dei lavoratori della scuola contro una manovra che mira a smantellare il sistema pubblico dell'istruzione del nostro Paese" rispondono i sindacalisti.
"Chi non condivide l'operato del Governo ha una sola strada: le dimissioni" ribatte Fabio Garagnani, deputato e coordiantore cittadino del Pdl a Bologna.
E non è tutto: la senatrice Marilena Adamo, del PD, ha fatto sapere che "da giorni nelle scuole italiane ai dirigenti scolastici stanno arrivando circolari intimidatorie che hanno per oggetto il divieto agli insegnanti di informare i genitori della reale situazione finanziaria e di organico delle scuole, di informarli, cioè, di quello che li aspetta il prossimo anno".
"Si tratta di fatti gravissimi" conclude "che spero non siano riferibili al ministro, ma a qualche burocrate troppo zelante. D'altra parte, tra grembiulino, maestro unico e voto in condotta, ci mancava l'iniziativa sul 1° ottobre come giorno di rientro a scuola. Insomma: avanti verso gli anni Cinquanta. E speriamo di fermarci lì".
Ci manca solo che si torni ai cartelli del ventennio fascista: 'Qui non si parla di politica'.

venerdì 21 maggio 2010

I Deliri di un Ottantenne


Quando ho letto che il Papa, davanti alle 500 mila persone riunitesi a Fatima, ha parlato dei "mali dell'umanità" sono rimasto parecchio amareggiato.
Nessuna menzione alla guerra in Iraq, alla fame in Africa, in Asia, alla mancanza di democrazia in Russia e in Cina o alla pena di morte. I veri mali dell'umanità sono i gay, il fatto che loro possano amarsi e che la politica cerchi di tutelare nel modo meno traumatico questo amore. Il religiosissimo Portogallo, dove appunto si trova Fatima, ha di recente fatto il suo ingresso nelle democrazie laiche, approvando i matrimoni omosessuali.
Nessun commento circa l'autorità morale della Chiesa frantumata dallo scandalo sulla pedofilia e dai vari coinvolgimenti con la cricca Bertolaso e Scaola. Concedetemi il parallelismo con le parole di Paolo Borsellino, "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene". Ora è il Papa a preferire tacere sulle cose scomode.

martedì 18 maggio 2010

Berlusconi, il Fallimento Liberale


Dopo l'articolo sul sedicente profilo liberale di Berlusconi (qui), vorrei ricordare i suoi insuccessi quando si è cimentato con il libero mercato. Perchè lui, come fanno notare molti politologi genuini, non è un liberale, è un monopolista, che ricorre alla politica (prima quella del compare Craxi, ora la sua) per favorire le sue aziende ed accrescere il suo potere economico/commerciale.
Come non ricordare la Standa, i grandi magazzini generalisti nati nel 1931, che fondarono il loro successo sull'emergente formula del commercio self-service. Nati da una costola del gruppo UPIM, passa tra le mani della Montedison, che si associa al gruppo Ferruzzi ed a quello Carrefour.
E' a metà del 1988 che il 70% della Standa viene acquisito da Fininvest, di proprietà, appunto, del liberale Berlusconi. "La Casa degli italiani" così ribattezzata la catena, gode di un enorme pubblicità tramite le reti del biscione, che smuove i suoi pezzi da novanta a farle da testimonial (Marco Columbro, Lino Banfi, Enzo Iacchetti, Sandra Mondaini, Raimondo Vianello, Vincenzo Salemme etc). I canali Fininvest diventano così il megafono di Berlusconi, sia sul lato economico, come appunto per la Standa, che su quello politico, per la propaganda di Forza Italia (molti gli episodi che vedono coinvolti Vianello, Bongiorno, Castagna o la Angiolini).
Ricordiamo poi le Pagine Utili, che dovevano minare il primato delle omologhe Gialle della Seat, o il portale internet Jumpy, compagnie in perdità o comunque in difficoltà.
Berlusconi ha sempre fallito il confronto con il libero mercato, le sue imprese economiche hanno potuto vivacchiare solo grazie alla cassa di risonanza messa in piedi dei suoi canali mediatici, ma il profilo commerciale risulta essere pressochè nullo.

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venerdì 14 maggio 2010

Obbligatorio un Albo per un Libero Diritto?

Era il 1925, quando Mussolini creò, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti; tale albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia. Nel 1963, esso fu trasformato nell'ordine professionale dei giornalisti, con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Una corporazione a tutti gli effetti.
Einaudi scrisse: “L’albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell’albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti”.
E' un controsenso voler regolamentare un democratico diritto civile, l’informazione è libera e l’ordine dei giornalisti di fatto limita questa libertà; chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge.

Il 25 aprile 2008, in occasione del V2-Day, il comico genovese Beppe Grillo raccolse le firme per chiedere un referendum volto proprio ad abolire l'Ordine dei Giornalisti.
Nonostante il successo dell'iniziativa, pare che sussistano alcune inadeguatezze circa il numero di firme raccolte (450.000 invece delle 500.000 necessarie) e riguardo ai meccanismi legislativi che regolano raccolta e deposito delle firme. (La legge 352/1970, all’articolo 31 recita: Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime. In estrema sintesi, essendo valide solo le firme raccolte nei tre mesi precedenti il deposito, fermo restando che il semestre dalla convocazione dei comizi scade il 6 agosto e presupponendo il deposito delle firme il 7 agosto (il primo giorno utile), sarebbero valide solo le firme raccolte dal 6 maggio in poi).

Personalmente, collaboro attualmente con una piccola testata locale ('Le Alfonsine', periodico di Alfonsine, RA) ed ho cercato più volte di ampliare il raggio di questa attività, ma ogni volta mi sono scontrato con la fatidica domanda "ma lei è iscritto all'albo?". E per iscrivermi all'albo, devo aver lavorato come giornalista. Un cane che si morde la coda.
L'albo o ordine che dir si voglia, come ho descritto, nasce come una corporazione governativa per tenere sotto controllo la stampa, ma oggi, che dovremmo trovarci nell'era di internet e dell'informazione libera (il condizionale è d'obbligo, viste le nuvole nere che si muovono sopra Montecitorio) questa istituzione perde le sue ragioni d'essere.
Sono favorevole all'abolizione dell'albo o comunque al ripensamento della professione di giornalista, per un diritto alla stampa ed all'informazione liberi.

Qui una traccia di come propongo di riformare la libera informazione.

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mercoledì 12 maggio 2010

Il Partito Democratico non è più così Democratico


Caposaldo della forza innovativa del PD erano le primarie, lo strumento principe della democrazia, con cui gli elettori sceglievano i candidati che si sarebbero poi presentati alle consultazioni.
In vista dell'assemblea nazionale del prossimo 22 maggio sono state presentate delle modifiche allo statuto che di fatto trasformano le primarie da 'regola' a 'eccezione'.
Dopo il caso Vendola, la cui candidatura era osteggiata dal gruppo dirigente, ma che le primarie hanno voluto candidato alla presidenza della regione Puglia, un Comitato di Redazione ha elaborato alcune proposte di modifica da sottoporre alla Commissione Statuto.

Oggi questa frase è contenuta nello Statuto, e rende concretamente vincolante il principio statutario fondamentale: «Vengono in ogni caso selezionati con il metodo delle primarie i candidati alla carica di Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione». Secondo la proposta del Comitato verrebbe soppressa.

In base alla proposta del Comitato, per scegliere i candidati si svolgerebbero di preferenza primarie di coalizione a cui il PD parteciperebbe però con un suo “candidato ufficiale” scelto a maggioranza semplice dall'Assemblea territoriale del livello corrispondente. Dunque, convocate le primarie di coalizione, il partito in quanto tale verrebbe mobilitato a sostegno del suo candidato unico e i singoli iscritti perderebbero la libertà di sostenere chi vogliono loro. Per essere "autorizzati" a sostenere, a titolo individuale, un candidato diverso dovrebbero raccogliere le sottoscrizioni di almeno il 35% dei componenti dell’Assemblea.

Ma i pasticci non finiscono qui: il Comitato di Redazione propone di stabilire in statuto che, nel caso in cui non si tengano primarie di coalizione, “la decisione di ricorrere a primarie di partito, oppure di utilizzare un diverso metodo per la scelta dei candidati comuni concordato con le altre forze alleate, deve essere approvata con il voto favorevole dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente.” Stando a quanto sta scritto nel testo diffuso dal Presidente della Commissione, quindi, se per una qualunque ragione si dovesse decidere di non fare le primarie di coalizione, servirebbero i tre quinti dell’assemblea per chiedere primarie di partito. Oggi i tre quinti dell'assemblea servono invece per evitarle.

Le primarie, nate per garantire la contendibilità della leadership, l'apertura alla società, la partecipazione libera ed influente di iscritti ed elettori, il mescolamento e la coesione della coalizione, verrebbero ridotte ad una competizione tra il candidato del PD e il resto del mondo.

Gero Grassi, componente del Comitato di redazione, nel suo intervento all'assemblea di Area Democratica a Cortona tesse le lodi delle modifiche proposte, presentandole come un “miglioramento” dello Statuto e sembra parli di un testo diverso rispetto a quello diffuso dal presidente della Commissione.
Il Presidente della Commissione dice che il testo è stato approvato dal Comitato all’unanimità, ma Grassi ribatte che non è quello il testo concordato.

Altro passaggio dubbio, e che sembra contemplare proprio il caso del governatore pugliese, candidatosi con SEL alle elezioni precedenti (quelle europee), è questo: "Gli iscritti che si sono candidati in liste alternative al PD, o comunque non autorizzate dal PD, sono esclusi e non più registrabili, per l’anno in corso e per quello successivo, nell’anagrafe degli iscritti".

Se il PD stava lentamente recuperando un po' della mia stima, con questa proposta (già solo averla presentata è uno smacco alla democrazia interna, se poi fosse approvata credo bisognerebbe cambiare nome al partito) la sta velocemente perdendo.

martedì 11 maggio 2010

Ecco i Balilla in Camicia Verde


"Bisogna fare figli, sono la cosa più importante nella vita!” strepitava il leader della Lega Nord Umberto Bossi. Dietro quelle parole si celava la nuova sconcertante strategia padana per ampliare i consensi tra il popolo ed incamerare nuovi adepti.
Nasce così l'asilo 'aziendale': "Gli Orsetti Padani". Lentamente, la marea ideologica leghista invade ogni aspetto della società, sui passi di quanto fece anni prima il fascismo.
"L'educazione fascista è morale, fisica, sociale e militare: è rivolta a creare l'uomo armonicamente completo, cioè fascista come noi vogliamo" sosteneva Mussolini presentando i Balilla e gli Arditi, le organizzazioni giovanili del partito fascista.
Quale clima si respirerà all’interno di quelle mura? Le pareti saranno forse verdi?
I bambini bruceranno sul rogo fantocci di paglia, ad immagine degli zingari? Domanda lecita, dato che proprio a Verona, dove gli Orsetti Padani hanno una sede dal 2005, si è tenuta un’importante manifestazione della Lega, accusata poi di istigazione a delinquere, che vedeva coinvolti anche giovanissimi che proclamavano la causa dell’intolleranza.
Poi non lamentiamoci delle generazioni violente, perché se esiste una scuola come “Gli orsetti padani” significa che questo è ciò che lo Stato vuole da noi.

lunedì 10 maggio 2010

Perché la Sinistra non lo dice?


Leggo e riporto dal programma del Blocco Studentesco:

3. Libro di testo unico
In nome di una non meglio precisata liberta d’insegnamento da anni gli studenti pagano gli scellerati accordi fra tanti troppi professori e le case editrici di libri di testo.
Questi accordi hanno creato la situazione che e sotto gli occhi di tutti: ogni anno libri da comprare nuovi. Impossibilità di interscambio dei libri usati. Per la stessa materia un libro diverso per ogni sezione. Il loro sogno sarebbe un libro nuovo ogni anno per ogni alunno. Noi chiediamo l’adozione di un libro unico per ogni materia a livello regionale. Ovvero tutti gli studenti di una determinata regione divisi per tipo di istituto (scientifico, classico, tecnico, professionale, etc.) devono adottare un libro unico per ogni materia.
Creazione di commissioni di docenti eletti dagli studenti deputate alla scelta del libro unico per ogni materia. Stampa e distribuzione a prezzo di costo materiale. Confisca dei profitti ottenuti da testi scolastici alle case editrici che risulteranno colpevoli di aver prodotto versioni fittizie di uno stesso testo solo per boicottare la compravendita del libro usato.


Ottimo, se non fosse che il Blocco Studentesco è una formazione scolastica ed universitaria vicina a Casa Pound, i - come si definiscono loro - 'Fascisti del III° Millennio'.
Ritengo questa una proposta molto buona per venire incontro agli interessi degli studenti e delle loro famiglie, contenere le spese e permettere il riutilizzo dei testi. Da sostenitore della cultura e del processo educativo, sono contrario alle forsennate speculazioni che, attualmente e quotidianamente, si fanno sull'istruzione, sulla pelle delle nuove generazioni.

Perchè la Sinistra non lo dice? Perchè queste proposte, che sostengono la cultura e che creano le condizioni per un'istruzione omogenea e sociale non vengono da coloro che vorrebbero puntare al progresso ed all'evoluzione della società?

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venerdì 7 maggio 2010

La Libera Espressione passa anche per la Condivisione


Difendere la Libera Espressione significa anche difendere la fantasia, la voglia di creare e riflettere se stessi sul mondo di ognuno di noi. Ci sono migliaia di persone e gruppi di persone che ogni giorno danno vita a opere di vario genere, prose, canzoni, fumetti, film o che con il loro talento danno vita a performance come concerti, spettacoli teatrali o esibizioni sportive.
Proprio per difendere l'espressione artistica di ognuno, credo vada ripensata anche la norma che regola il diritto d'autore, non certo lasciando anarchicamente tutte le opere alla libera fruizione, ma calibrandone compensi ed ereditarietà, nonchè riformulare il reato di plagio per renderlo meno ambiguo e più preciso.
Senza scendere in tecnicismi, occorre tutelare anche l'aspetto culturale della libera espressione, il grande tesoro che, in termini di apprendimento, deriva dalla possibilità di condividere mondi ed esperienze, confrontarsi ed ampliare orizzonti e conoscenze.

mercoledì 5 maggio 2010

La Lega e il Caso Scajola


Scajola beccato col sorcio in bocca.
Quale occasione migliore per rilanciare la necessità di tagliare il cordone ombelicale con 'Roma Ladrona', di denunciare il marcio nel Palazzo, di rimarcare la propria distanza dalla politica del malaffare e tornare tra la gente?
Lungi da me voler dare consigli politici alla Lega Nord, ma proprio sono rimasto perplesso quando i ministri Maroni e Calderoli si sono uniti al coro unanime di solidarietà per l'ex-collega.
La Lega dimostra di aver ben piantato gli artigli agli scranni del potere e di vivere di rendita ormai. E' diventato un gioco al ribasso, prima era la seccessione, poi il federalismo fiscale, ora che si sono adagiati sulle amache di Palazzo Chigi, tollerano tutto.
Ricordate quando la Lega era l'ala giustizialista del Parlamento? Ricordate i cappi sventolati in aula all'epoca di tangentopoli contro socialisti e democristiani travolti da Mani Pulite?

martedì 4 maggio 2010

La Vera Faccia del Conflitto d'Interessi


Credevate che il conflitto d'interessi si fermasse al rischio di favorire le proprie aziende grazie alla propria posizione politica, vero?

Illusi, quello che emerge ora è l'aspetto più dirompente dello strapotere di Mr.B: lo squadrismo mediatico, che punisce nemici, avversari o semplicemente chi non si allinea al pensiero unico imposto dal Presidentissimo.
Ricordate il caso Mesiano, il giudice del Tribunale di Milano che aveva condannato Fininvest al risarcimento danni di oltre 700 milioni di euro? Pochi giorni dopo la sentenza, era l'ottobre del 2009, la trasmissione Mattino 5 trasmise un vero e proprio pedinamento del magistrato, in cui si sottolineavano degli "strani" comportamenti di Mesiano, tra cui fumare sigarette, passeggiare, andare dal barbiere e -udite, udite- indossare dei calzini turchesi.
Brachino, conduttore della trasmissione, fu sospeso per 2 mesi in seguito a quell'episodio.
Come non ricordare poi il direttore del Giornale, Feltri, che in più occasioni s'è prestato alle rappresaglie mediatiche contro chi metteva in dubbio l'autorità del Capo: si parte dal caso Boffo, direttore del quotidiano Avvenire, per arrivare a Fini, tirato in ballo dai titoli: "Un milione alla suocera di Fini". Poi si spiega: "La madre della compagna del presidente della Camera a capo di una società che da settembre produce parte di una trasmissione Rai".

Ovviamente, il Presidentissimo ha sempre preso le distanze e si è sempre sdilinquito ad esprimere la propria 'piena solidarietà' alle vittime di quegli attacchi, ma visto anche il tempismo con cui arrivano queste azioni, mi permetto di dubitare circa i mandanti di queste azioni.

Ci siamo rialzati?


Ogni tanto fa bene dare una riletta agli avvenimenti del passato.
Ricordate i megamanifesti 6x3 con cui il Pdl tappezzò le città alla vigilia delle elezioni politiche del 2008, quelli con scritto "La sinistra ha messo il paese in ginocchio" e l'imperativo "RIALZATI, ITALIA"?

Andiamo a rivedere i titoli dei giornali del periodo, quelli che riportano i "disastri" combinati dalla sinistra durante i suoi 20 mesi di governo, dall' aprile 2006 al febbraio 2008:
'Meno rischi, l'Italia cresce' (La Repubblica, 17/5/06)
'Draghi: l'Italia accelera, il Pil cresce più delle attese' (Il Messaggero, 28/10/06)
'L'economia cresce oltre le attese' (Il Sole 24 ore, 23/11/06)
'Tra i consumatori cresce la fiducia (La Repubblica, 26/11/06)
'Boom delle entrate fiscali' (La Repubblica, 30/11/06)
'Fiat, 2 milioni di auto nel 2006' (La Repubblica, 2/12/06)
'Un boom silenzioso, l'Italia è in ripresa' (La Repubblica, 13/12/06)
'E' boom per l'industria, la produzine fa più 6,5%' (Il Giornale, 28/12/06)
'Industria, cresce la prduzione dopo cinque anni' (Il Sole 24 ore, 31/01/07)
'Boom di entrate ma il rigore continua' (Panorama, 8/2/07)
'Sorpresa, c'è il BOOM' (Il Messaggero, 14/2/07)
'Boom di fine anno e il Pil 2006 vola al 2%' (La Stampa, 2/3/07)
'Ocse: l'Italia cresce oltre le attese' (Avvenire, 13/3/07)
'Quell'Italia pronta al boom economico' (La Stampa, 22/3/07)
'Auto, è boom ad aprile' (La Stampa, 9/6/07)
'Boom delle entrate, il tesoretto si ingrossa' (Corriere della sera, 25/8/07)
'Sempre più viaggi in aereo. L'Italia cresce del 10%' (Il Messaggero, 18/12/07)
'Cresce la qualità della vita ed è boom di nascite' (La Repubblica, 3/1/08)

Poi, ci furono le elezioni; il Popolo delle Libertà le vinse ampiamente, e ci ha pensato Berlusconi a rialzare l'Italia. Lo provano i titoli dei giornali nel suo primo anno di governo:
'Crollano i consumi delle famiglie' (Corriere della sera, 10/5/08)
'Gli italiani tirano la cinghia, crollano le vendite al dettaglio' (Europa, 1/7/08)
'I prezzi esplodono, crollano le vendite, nessuno governa' (Il Messaggero, 1/7/08)
'E crolla il mercato delle vendite di auto e moto' (La Stampa, 11/7/08)
'L'Italia si è fermata crolla la produzione' (La Repubblica, 16/7/08)
'Più imposte e meno mutui. Crolla la fiducia degli italiani' (Il Sole 24 ore, 26/7/08)
'Agosto affonda l'auto. In Italia le vendite crollano del 26,42%' (Il Messaggero, 7/10/08)
'Crollano le Borse, Milano perde l'8,24%' (La Repubblica, 11/10/08)
'Italia, competitività crollata' (LiberoMercato, 30/12/08)
'Crollata ai minimi storici la fiducia nelle imprese italiane' (La Repubblica, 16/1/09)
'Crolla la produzione. Confindustria; non è finita, Pil giù del 2,5%' (La Stampa, 21/2/09)
'Italia, crolla il Pil. Il 2008 segna -1%' (Il Resto del Carlino, 17/3/09)
'Crollano le esportazioni italiane. A gennaio -25,8%, mai così male dall'86' (il Giornale, 25/3/09)

Che dite, ci siamo rialzati?

lunedì 3 maggio 2010

Celebriamo oggi il 72° posto nella classifica della Stampa Libera!


L'occasione della 18° Giornata Mondiale della Libertà d'Informazione indetta dall'ONU, merita una riflessione sullo stato delle cose nel nostro paese.
Nel mondo solo un abitante su sei vive in paesi in cui l'informazione è libera. Questo è quanto è emerso dall'ultimo studio condotto dalla Freedom House, "A Global Survey of Media Indipendence", il quale ha rivelato, tra l'altro, che nell'ultimo decennio la libertà di stampa nel mondo ha iniziato a decrescere, contrariamente a quanto è accaduto in seguito alla caduta del muro di Berlino.
Freedom House è un ente di ricerca, non-profit e indipendente, con sede a Washington, che si pone l'obiettivo della promozione della democrazia liberale nel mondo; quest'anno celebra il trentesimo anniversario della pubblicazione del rapporto annuale sul livello di libertà democratiche in diversi paesi del mondo.
Il rapporto del 2009 sulla libertà di stampa (Global Press Freedom 2009) rivelava che su 195 paesi del mondo analizzati solo in 70 vi era piena libertà di stampa, in 61 ve ne era in parte e nei restanti 64 non ce ne era affatto.
L'Italia, occupando il 24° posto nella classifica europea e il 73° a pari merito con il Tonga in quella mondiale, era stata considerata, assieme alla Turchia, l'unico paese occidentale "partly free" - parzialmente libero. La ricercatrice che condusse lo studio, Karin Karlekar, affermò che il problema principale dell'Italia, probabilmente, era legato ad "un'eccessiva concentrazione della proprietà dei media, insolitamente superiore agli standard europei".
Arriva ora la classifica 2010: 72° su 196, a pari merito con Benin, Hong Kong e India. Tonga ci ha superato definitivamente, piazzandosi 70° a pari con il Sudafrica; così come ci guardano dall'alto Uruguay, Papua Nuova Guinea, Mali, Cile e Israele, tanto per citarne alcuni. Anche la Grecia, che non se la sta certo passando bene in questi tempi, è avanti a noi, e non di poco: 63°.
Non è Possibile - ripetono ogni anno giornalisti come Facci, Cruciani, Vespa, Belpietro - figuriamoci se l'Italia può stare informativamente peggio di Paesi come la Corea del Sud (67°) o la Polonia (47°)!

Forse andando a controllare meglio tra le "Libere" Giamaica, Barbados, Lituania, Taiwan si scoprirebbe che pure da loro c'è qualcuno che minaccia telefonicamente i Garanti delle Comunicazioni per ottenere la testa dei giornalisti scomodi, che possiede il 90% dei Media che contano, che combatte l'Informazione con l'epurazione, che "strozzerebbe" i registi e gli scrittori che parlano di Criminalità Organizzata, che può contare su mastini-giornalisti privi di etica professionale e disposti a tutto pur di demolire l'avversario del momento, qualcuno che ha conquistato e mantenuto enormi poteri televisivi ed editoriali mediante l'uso di corruzione e leggi Ad Personam.
Ecco, dai, Nuova Zelanda, Ghana o Portogallo, devono, devono avercelo uno così, non possono stare meglio di noi.